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10 nuove idee per salvare il cervello rivelate dalla ricerca nel 2021

Ultimamente mi sono trovata in difficoltà per trovare la parola giusta o per dimenticare un nome. È perdita di memoria legata all'età o qualcosa di più inquietante? Qualunque sia la risposta, è frustrante quando la memoria zoppica un po'. Quindi, per i lettori e per me stessa, ho deciso di rivedere le scoperte significative sui modi per evitare la demenza * che sono state pubblicate nel 2021.


Le notizie sono buone! Prima di tutto, la ricerca del 2021 offre ulteriore supporto al consenso che fino al 40% dei casi di demenza possono essere prevenuti seguendo 12 comportamenti sani di stile di vita, come coltivare le relazioni sociali, tenere bassa la pressione sanguigna, evitare l'inquinamento atmosferico, smettere di fumare e fare esercizio fisico regolare e/o muoversi di frequente durante il giorno.


A questi salva-mente ben noti, il 2021 ha aggiunto una serie di nuove idee. Alcune di loro sembrano troppo buone per essere vere, a meno che non lo siano. Devo sottolineare che la maggior parte degli studi è osservazionale, piuttosto che controllati e randomizzati e dovranno essere supportati da ricerche future. Tuttavia, queste idee sono promettenti, divertenti e relativamente facili da implementare.

 

1. Viagra, cioè sildenafil. L'uso del sildenafil è associato a una drastica riduzione del morbo di Alzheimer (MA). In un confronto tra utenti di sildenafil e non utenti, gli utenti avevano una probabilità inferiore del 69% di ricevere una diagnosi di MA dopo un periodo di studio di sei anni. Perché il sildenafil è efficace? Questo farmaco sembra aumentare la crescita delle cellule cerebrali e ridurre i grovigli di proteine ​​tau dannose, una delle due caratteristiche del MA, insieme alle placche amiloidi.

 

2. Estrogeni. Il ruolo degli estrogeni nella riduzione o nell'aumento del rischio di demenza è controverso da tempo. Dal momento che circa due terzi delle diagnosi di demenza sono relative a donne, è fondamentale studiare gli effetti degli estrogeni sul loro cervello. Studi recenti suggeriscono che gli estrogeni hanno un effetto sano.

Ad esempio, uno studio del 2021 dall'Inghilterra ha concluso che la terapia ormonale sostitutiva non aumenta il rischio di demenza. Inoltre, uno studio osservazionale recente di ricercatori guidati dalla dott.ssa Lisa Mosconi della Weill Cornell Medicine, ha concluso che una maggiore esposizione agli estrogeni nella vita riduce il rischio di demenza. In tale studio su 99 donne da 48 a 58 anni di età, quelle con una maggiore esposizione agli estrogeni (tramite terapia ormonale sostitutiva, per parto o per età riproduttiva più lunga), hanno perso meno materia grigia di quelle con meno esposizione. Anche se relativamente piccolo, questo studio offre speranza alle donne e invoca più ricerche sugli estrogeni e la salute del cervello.

 

3. Cannella. Negli esperimenti di laboratorio, la cannella ha dimostrato di inibire la formazione delle proteine ​​tau, una delle caratteristiche del MA. Come mai? La cannella ha potenti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. La cannella è deliziosa, facile da trovare e non contiene calorie. Mentre attendo ulteriori ricerche, mi sento sicura di spruzzarla su qualsiasi cosa.

 

4. Chirurgia della cataratta. La chirurgia della cataratta riduce il rischio di demenza del 30%, secondo uno studio del 2021 che ha analizzato i dati di 3.000 partecipanti e li ha seguiti per oltre un decennio dopo l'intervento chirurgico. Il primo ricercatore, la dott.ssa Cecilia S. Lee, ha affermato che "nessun altro intervento medico ha dimostrato un'associazione così forte con la riduzione del rischio di demenza negli individui più anziani". I ricercatori ipotizzano che lo stimolo sensoriale migliore al cervello dopo la chirurgia della cataratta è la causa del miglioramento.

Prevenire la perdita dell'udito offre un vantaggio cerebrale per ragioni simili. Entrambi sono importanti non solo per l'elaborazione sensoriale ma anche per le connessioni sociali, che proteggono anch'esse dalla demenza.

 

5. Stimolazione mentale. Per scoprire se il lavoro mentalmente impegnativo può proteggere il cervello dalla demenza, dei ricercatori hanno analizzato i dati di vari studi sia statunitensi che europei. Il risultato? I ricercatori hanno "scoperto che le persone con lavori cognitivamente stimolanti avevano un rischio più basso del 23% di sviluppare la demenza rispetto a quelli i cui posti di lavoro non erano considerati stimolanti".

In un altro studio, i ricercatori hanno esaminato i dati da uno studio longitudinale di invecchiamento e demenza. Gli oltre 1.900 partecipanti avevano un'età media di 79,7 anni. Il loro esame di sette anni ha rivelato che gli individui che avevano avuto il livello più alto di attività cognitive in vecchiaia (leggere, scrivere, giocare a carte e fare enigmistica), hanno avuto un ritardo di cinque anni nell'insorgenza del MA. È una meraviglia che le attività che i più considerano 'divertenti' possono anche rendere felice il tuo cervello!

 

6. Pensione ritardata. E parlando del ruolo della stimolazione mentale, un altro studio arriva a una conclusione leggermente diversa rispetto al primo qui sopra. I ricercatori dell'Università del Michigan hanno analizzato i dati di 20.000 americani che partecipavano all'Health and Retirement Study. Hanno scoperto che coloro che hanno rinviato il pensionamento fino ai 67 anni hanno respinto il declino cognitivo più facilmente rispetto a quelli che si sono ritirati tra i 55 e i 66 anni. Non sembrava importante che il loro lavoro fosse mentalmente stimolante o meno, o se fosse pagato o non pagato. Il 'coinvolgimento cognitivo' sembrava essere il fattore chiave, secondo il primo autore.

 

7. Fissare obiettivi personali, specialmente dopo il pensionamento. C'è un aumento del rischio di declino cognitivo dopo il pensionamento, secondo un corpo sostanziale di ricerca. Ma alcuni individui vanno meglio di altri nel mantenere le abilità cognitive. Come mai?

I ricercatori che hanno affrontato questa domanda hanno studiato 732 persone, metà donne, con un'età media di 57 anni, per oltre nove anni. I risultati hanno mostrato che gli individui che si ritiravano perdevano le capacità cognitive solo se "si disimpegnavano da attività e obiettivi altamente impegnativi". Questa conclusione concorda con il crescente corpo di ricerca sui benefici dello 'scopo' per gli anziani.

Purtroppo, in questo studio, le donne sembravano particolarmente inclini a disimpegnarsi dagli obiettivi e quindi al declino cognitivo. Dal momento che questa conclusione è contraria alla mia esperienza e osservazione, devo chiedermi se è accurata. Potrebbe essere che le donne siano semplicemente più vulnerabili alla demenza perché hanno più stress, ad esempio a causa di condizioni finanziarie sfavorevoli? Tuttavia, l'idea generale di questa ricerca (che gli individui che fissano obiettivi e sfide personali dopo il pensionamento andranno meglio mentalmente) sembra valida. In poche parole: "Usalo o lo perdi".

 

8. Dieta ad alto contenuto proteico. Seguire una dieta ricca di proteine ​​potrebbe essere un fattore importante per prevenire la demenza. In uno studio, i ricercatori hanno usato topi modello del MA per dimostrare che alcuni aminoacidi, chiamati Amino LP7, possono proteggere i collegamenti neuronali e ridurre l'infiammazione, conservando in tal modo la funzione del cervello. Non esiste ancora alcun integratore di Amino LP7. Ma la ricerca passata mostra anche l'importanza di una dieta ad alto contenuto di proteine per ridurre il rischio di MA.

 

9. Variare le attività. In uno studio della Simon Frasier University, su 3.210 partecipanti, "il team di ricerca ha scoperto che coinvolgersi in una combinazione di hobby, come l'esercizio leggero e restare collegati con i propri cari, può ridurre il declino della memoria negli anziani tra i 65 e gli 89 anni più di qualsiasi attività individuale".

 

10. Buona salute orale. Sono rimasta scioccata di scoprire che "circa un over-65 su 6 ha perso tutti i denti". La perdita dei denti è un fattore di rischio per la demenza, e più sono i denti persi, maggiore è il rischio. Secondo i ricercatori, la perdita dei denti può riflettere una vita di svantaggio socioeconomico o creare sfide nutrizionali essa stessa. La buona notizia: una protesi dentaria può proteggere dal declino cognitivo.

 

Riepilogo: altri motivi di ottimismo.

Molti studi si sono concentrati sul fatto deprimente che ci saranno più casi di demenza in tutto il mondo con l'invecchiamento della popolazione. Anche se questo è vero, la percentuale di anziani con la demenza è in realtà in calo.


Uno studio recente dell'Institute for Life Course & Aging di Toronto ha esaminato i numeri delle statistiche USA. Dopo aver analizzato i dati di 5,4 milioni di persone, il team di ricerca ha concluso che dal 2008 al 2017, la percentuale di over-65 con gravi problemi cognitivi è scesa dal 12,2% al 10%, che equivale a 1,1 milioni di persone che ora non soffrono di compromissione cognitiva! Il calo era particolarmente acuto tra le donne anziane.


Perché un declino così marcato? Migliore nutrizione, meno fumo e meno inquinamento atmosferico dovuto all'eliminazione del piombo dalla benzina hanno avuto un ruolo. Ma i ricercatori hanno ipotizzato che la ragione principale sia l'aumento di opportunità e di conseguimenti educativi.


Ogni anno di educazione formale determina un rischio inferiore di sviluppare la demenza, secondo i dati. Una buona educazione non solo fornisce opportunità di lavoro, entrate più elevate e contributi economici, ma può anche dare agli individui la 'riserva cognitiva' che consente loro di godere di un'eccellente salute del cervello per tutta la vita.

 

 

 

* Demenza è un termine generale che si riferisce a un deterioramento del funzionamento mentale, che comprende le difficoltà di ragionamento, l'apprendimento delle cose nuove e l'esecuzione di attività quotidiane, nonché la perdita di memoria. Il MA è la forma più comune di demenza.

 

 

 


Fonte: Meg Selig in Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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