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Stimolazione elettrica bigiornaliera può potenziare i processi mentali nell'Alzheimer

La stimolazione elettrica non invasiva del cervello eseguita 2 volte al giorno può aumentare i processi mentali (funzione cognitiva) nelle persone con morbo di Alzheimer (MA), secondo i risultati di una piccola sperimentazione clinica pubblicata online su General Psychiatry.

La tecnologia, nota come stimolazione transcranica a corrente continua (tDCS, transcranial direct current stimulation), può aiutare a riattivare la plasticità del cervello, consentendo di 'ri-cablarlo' attraverso la formazione di nuove reti neurali, suggeriscono i risultati.

La tDCS è realizzata da un dispositivo con due elettrodi, posizionati su aree specifiche della testa, che forniscono una corrente elettrica costante a bassa intensità. Sta iniziando ad essere impiegata in molte aree di medicina, anche per il trattamento della depressione.

I ricercatori del Ningbo Kangning Hospital e della Ningbo University in Cina, volevano scoprire se la tDCS può migliorare la funzione cognitiva nelle persone con MA e, in quel caso, se questo può essere collegato al recupero di un certo livello di plasticità corticale, la capacità del cervello di formare nuove reti neurali.

Circa 140 pazienti con MA da lieve a moderato di 4 diversi ospedali sono stati assegnati in modo casuale a ricevere 2 sessioni giornaliere di tDCS attiva (corrente a bassa intensità 1-2 mA) o finta, per 5 giorni di ognuna di massimo 6 settimane. La corrente è stata applicata alla corteccia prefrontale, la regione del cervello coinvolta in attività di ordine superiore, come pianificazione, processo decisionale, memoria di lavoro, moderazione dei comportamenti sociali e controllo di alcuni aspetti del parlato e del linguaggio.

I partecipanti erano tutti over-65, avevano la malattia da più di 6 mesi e avevano tutti punteggi inferiori a 26 nel Mini-Mental State Exam (MMSE), per il quale un punteggio di 24 è considerato anormale e indicativo di compromissione cognitiva. Entrambi i gruppi erano comparabili in termini di età, sesso e livello di istruzione.

I ricercatori hano usato i test MMSE e Alzheimer’s Disease Assessment Scale-Cognitive (ADAS-Cog), che si concentra sul linguaggio e sulla memoria, per valutare le prestazioni cognitive all'inizio dello studio, dopo 15 giorni e ancora dopo 6 settimane, e i valori della segnalazione elettrica nei percorsi motori del sistema nervoso, chiamati 'potenziale motorio evocato' (MEP, motor evoked potential), che indicano cambiamenti nella plasticità neurale.

Complessivamente, 133 pazienti hanno completato l'intervento di 2 settimane e 124 hanno completato l'intervento di 6 settimane. I motivi per il ritiro erano diversi, ma nessuno si è ritirato a causa di disagio.

I risultati hanno mostrato che dopo 2 settimane non c'è stato alcun cambiamento in entrambi i gruppi ma 30 sessioni giornaliere di 20 minuti di tDCS hanno migliorato significativamente, rispetto al basale, la funzione cognitiva di quelli nel gruppo tDCS, in particolare richiamo di parole, richiamo delle istruzioni del test e riconoscimento delle parole. Non sono stati osservati tali miglioramenti nel gruppo di tDCS finta.

I risultati hanno mostrato anche che nelle persone con MA la plasticità corticale è compromessa, ma che è migliorata dopo 6 settimane di tDCS. In tandem con la diminuzione del MEP, sono migliorati il richiamo delle parole e il riconoscimento delle parole tra quelli del gruppo tDCS attiva, ma non in quelli del gruppo tDCS finta, suggerendo che il miglioramento della plasticità corticale può riflettere il miglioramento cognitivo, affermano i ricercatori.

Ma non è ancora chiaro come la tDCS esercita i suoi effetti, aggiungono, citando ricerche precedenti indicanti che la tecnologia può alterare l'attività ionica, il rilascio di neurotrasmettitori e l'attività elettrica in varie aree del cervello.

I ricercatori riconoscono varie limitazioni nei loro risultati, come le piccole dimensioni dello studio, la mancanza di scansioni di risonanza magnetica o elettroencefalografia per mappare i cambiamenti nella struttura cerebrale e l'assenza di campioni di liquido cerebrospinale e di sangue per monitorare i cambiamenti dei neurotrasmettitori. Ma nonostante ciò, concludono:

"I risultati di questo studio indicano con forza che il trattamento con tDCS è un intervento significativo e promettente per migliorare la funzione cognitiva nel MA. Inoltre, la plasticità ha un ruolo vitale nel cambiare la cognizione".

 

 

 


Fonte: BMJ via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: X Li, [+9], S Wu. Impact of twice-a-day transcranial direct current stimulation intervention on cognitive function and motor cortex plasticity in patients with Alzheimer’s disease. General Psychiatry, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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