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Amiloide nel sangue legata a cambiamenti nella RM utili a rilevare presto l'Alzheimer

Vaillancourt looks at diffusion MRI for abnormal amyloid in bloodDavid Vaillancourt PhD (a sinistra), l'autore senior di un nuovo studio che collega l'amiloide anormale nel sangue a cambiamenti cerebrali sulla RM a diffusione.

Una nuova ricerca appena pubblicata suggerisce che esiste un legame tra livelli ematici anormali di amiloide - una proteina associata al morbo di Alzheimer (MA) - e cambiamenti sottili nelle microstrutture cerebrali visibili con un tipo di risonanza magnetica (MRI), risultati che potrebbero portare a un nuovo modo per rilevare prima il MA nelle persone che non hanno alcun segno clinico.


I ricercatori hanno analizzato i risultati su 128 partecipanti umani con e senza demenza del 1Florida Alzheimer’s Disease Research Center che si sottoposti a scansioni con uno strumento diagnostico consolidato chiamato tomografia a emissione di positroni (PET), che può rilevare le placche amiloidi.


Anche quando una scansione PET era negativa all'amiloide e un partecipante era privo di sintomi di demenza, i ricercatori hanno scoperto che c'era un'associazione in coloro che mostravano livelli anomali di amiloide nel sangue e certe anomalie strutturali nel cervello rilevate con la MRI a diffusione, o a restrizione delle molecole di acqua.


Un team guidato da investigatori dell'UF Health ha riferito su Alzheimer's & Dementia che i risultati rappresentano una nuova scoperta che la MRI a diffusione è sensibile alle prime fasi del declino, nel cervello e in minuscole strutture di tessuto in parti cruciali del cervello, anche quando una scansione PET è negativa.


"Finora tutti dicevano che uno dei primi eventi visibili è la positività dell'amiloide nel cervello su una scansione PET", ha detto l'autore senior David Vaillancourt PhD, professore di fisiologia applicata e kinesiologia. "I nostri risultati suggeriscono che sembrano esserci eventi che si verificano sia nel sangue che nel cervello prima di rilevare la positività amiloide nel cervello".


I livelli ematici di amiloide sono stati determinati attraverso il Quest AD-Detect amyloid beta 42/40, un esame del sangue plasmatico sviluppato da Quest Diagnostics per aiutare a valutare il rischio della patologia del MA. I collaboratori dell'UF, dell'Università di Miami e del Mount Sinai Medical Center di Miami Beach hanno quindi analizzato i risultati della MRI a diffusione che mostrano la quantità di acqua ristretta, o fluido non vincolato, nel tessuto cerebrale.


I due meccanismi principali che influenzano la restrizione dell'acqua sono l'atrofia, che si verifica quando le cellule stanno morendo e l'infiammazione, ha detto Vaillancourt. Il nuovo studio si basa sulla scoperta e la convalida del suo laboratorio delle scansioni a diffusione come biomarcatore affidabile e non invasivo per un'altra malattia neurodegenerativa, il morbo di Parkinson.


Nel nuovo studio, i partecipanti i cui esami del sangue davano positività all'amiloide e le scansioni PET erano negative all'amiloide, hanno dimostrato di avere cambiamenti cerebrali sulla MRI a diffusione, come la riduzione del volume e dello spessore corticale, l'aumento della restrizione dell'acqua in 24 parti esterne e interne del cervello e una ridotta microstruttura tissutale in 66 regioni totali, rispetto a quelli con un esame del sangue negativo per l'amiloide e una scansione PET amiloide negativa.


Attualmente, per valutare i pazienti per il MA, i medici usano una combinazione di storia medica, esami neurologici, valutazioni cognitive e funzionali e test aggiuntivi che possono includere una scansione cerebrale, un prelievo spinale di liquido cerebrospinale e esami del sangue. Trovare nuovi metodi e biomarcatori per rilevare la malattia prima e in modo più economico potrebbe aprire la porta a nuovi studi clinici di farmaci sperimentali per rallentare, prevenire o trattare la condizione e aiutare a intervenire prima con i farmaci attualmente disponibili, ha affermato Vaillancourt.


Il prossimo passo in questa linea di ricerca per correlare meglio questi risultati, ha detto, è seguire i partecipanti per vedere se quelli con esami del sangue positivi all'amiloide diventano positivi su una scansione PET amiloide, e come cambiano nel tempo la restrizione dell'acqua e il sangue e quanto questi cambiamenti si correlano ai sintomi e ai test cognitivi e alla diagnosi clinica eventuale del MA.


"Vogliamo seguirli nel tempo per comprendere meglio la traiettoria del cambiamento", ha detto Vaillancourt.

 

 

 


Fonte: Michelle Jaffee in University of Florida (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: JC DeSimone, [+9], DE Vaillancourt. Diffusion MRI relates to plasma Aβ42/40 in PET negative participants without dementia. Alz & Dem, 2024, DOI

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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