Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Neuroni 'a mani vuote' potrebbero causare le malattie neurodegenerative

Identificato un percorso chiave per cui l'esaurimento dei mitocondri assonali interrompe l'autofagia.

 

I ricercatori della Tokyo Metropolitan University hanno chiarito come le proteine si raccolgono anormalmente nei neuroni, una caratteristica di malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer (MA). Hanno usato moscerini della frutta per dimostrare che l'esaurimento dei mitocondri negli assoni può portare direttamente all'accumulo di proteine.


Allo stesso tempo, hanno trovato quantità significativamente più elevate di una proteina chiamata eIF2β, il cui ripristino a livelli normali ha portato al recupero del riciclaggio delle proteine. Tali risultati promettono nuovi trattamenti per le malattie neurodegenerative.


Ogni cellula nel nostro corpo è una fabbrica trafficata, dove si producono e si smontano costantemente le proteine. Eventuali modifiche o cali nelle fasi di produzione o di riciclaggio possono portare a gravi malattie. Le malattie neurodegenerative come il MA e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), per esempio, sono accompagnate da un accumulo anormale di proteine nei neuroni. Però lo scatenante di questo accumulo era ancora sconosciuto.


Un team guidato dalla prof.ssa Kanae Ando della Tokyo Metropolitan University ha cercato di determinare le cause dell'accumulo di proteine anormali studiando moscerini della frutta (Drosophila), un organismo modello molto usato per le sue molte somiglianze chiave con la fisiologia umana. Si è concentrato sulla presenza di mitocondri negli assoni, le lunghe appendici tipo filamenti che si estendono dai neuroni e formano le connessioni necessarie per trasmettere segnali all'interno del cervello.


È noto che i livelli di mitocondri negli assoni possono scendere con l'età e nel decorso delle malattie neurodegenerative. Ora, il team ha scoperto che l'esaurimento dei mitocondri negli assoni ha un impatto diretto sull'accumulo di proteine. Hanno usato la modifica genetica per sopprimere la produzione di milton, una proteina chiave nel trasporto di mitocondri lungo gli assoni.


Hanno scoperto che ciò porta a livelli anormali di accumulo di proteine nei neuroni del moscerino della frutta, a causa del guasto dell'autofagia, il sistema di riciclaggio delle proteine nelle cellule. Attraverso l'analisi proteomica, hanno identificato una significativa sovraregolazione nell'eIF2β, una subunità chiave del complesso proteico eIF2 responsabile dell'avvio di produzione delle proteine (o traslazione). Anche la subunità eIF2α è risultata modificata chimicamente. Entrambi questi problemi ostacolano l'azione sana della eIF2.


È importante che, sopprimendo artificialmente i livelli di eIF2β, il team ha scoperto che si poteva ripristinare l'autofagia persa e riguadagnare parte della funzione dei neuroni compromessa a causa della perdita di mitocondri assonali. Ciò non solo mostra che l'esaurimento dei mitocondri negli assoni può causare un accumulo anormale di proteine, ma che ciò accade attraverso la sovra-regolazione di eIF2β.


Con l'invecchiamento delle popolazioni e il continuo aumento della prevalenza di condizioni neurodegenerative, i risultati del team rappresentano un passo vitale nello sviluppo di terapie per combattere queste malattie gravi.

 

 

 


Fonte: Tokyo Metropolitan University via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: K Shinno, [+3], K Ando. Axonal distribution of mitochondria maintains neuronal autophagy during aging via eIF2β, eLife, 2024, DOI
Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)