Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Giudici e medici hanno opinioni molto diverse sulla nomina del tutore nella demenza

Pubblicato sull'European Journal of Neurology un nuovo studio interdisciplinare che ha trovato punti deboli nella valutazione della tutela per le persone con demenza. I risultati possono essere usati per migliorare la coerenza tra valutazioni mediche e legali e garantire la parità di trattamento di coloro che potrebbero aver bisogno di tutela legale.

 

La demenza spesso porta alla nomina di un tutore legale per l'individuo colpito, man mano che la sua capacità legale diminuisce nel progredire della malattia. Uno studio condotto di recente in Finlandia, ha cercato di chiarire come medici ed esperti legali percepiscono l'associazione tra necessità di tutela legale e sintomi neuropsichiatrici/cognitivi della demenza.


I sintomi cognitivi della demenza includono, ad esempio, deficit di memoria e linguistici, mentre i sintomi neuropsichiatrici includono, ad esempio, impulsività e sensibilità agli stimoli.


Secondo lo studio, il significato attribuito a diversi sintomi varia notevolmente in funzione della tutela legale. Differenze significative di opinione sono state riscontrate sia all'interno che tra i gruppi professionali e lo studio ha scoperto che sintomi simili possono persino portare a conclusioni completamente opposte.


"Il significato attribuito a vari sintomi si basa in gran parte sulle opinioni personali di ciascun professionista piuttosto che sulle evidenze di ricerca. In particolare, le opinioni soggettive sono state importanti nelle risposte dell'intervista a esperti legali, fatto che può minare l'uguaglianza davanti alla legge di coloro che potrebbero aver bisogno di tutela legale", afferma la dottoranda Kaisa Näkki dell'Università della Finlandia orientale, prima autrice della ricerca.


Secondo lo studio, gli esperti legali considerano la compromissione della memoria e la discalculia come i sintomi più evidenti che richiedono la tutela legale. Tuttavia, le opinioni erano diverse per quanto riguarda altri sintomi. In particolare, l'impulsività come sintomo neuropsichiatrico ha fortemente diviso le opinioni degli esperti legali, poiché alcuni di essi consideravano l'impulsività come un'espressione di libero arbitrio piuttosto che come un sintomo di neurodegenerazione progressiva.


I medici, dall'altra parte, consideravano i sintomi neuropsichiatrici e in particolare l'impulsività, come il sintomo più evidente che richiede la tutela legale. Spesso, si è scoperto che i sintomi neuropsichiatrici richiedono la tutela legale già nelle fasi iniziali o lievi della demenza. I medici erano più coerenti nelle loro opinioni sulla compromissione della memoria come fattore che porta alla necessità di tutela legale nella fase moderata della demenza. Tuttavia, la percezione dei medici sul significato di altri sintomi variava notevolmente.


“I nostri risultati, combinati con una mancanza di ricerche internazionali su questo argomento, indicano che c'è un bisogno urgente, sia qui in Finlandia che a livello internazionale, di una definizione di consenso del modo in cui vari sintomi influenzano la capacità legale nella demenza. Le decisioni non dovrebbero basarsi sulle esperienze personali di medici o giudici, ma su evidenze di ricerca, che richiedono una raccolta sistematica dei dati. Inoltre, è necessaria formazione sia per i medici che per gli esperti legali", afferma Eino Solje, professore associato di ricerca clinica e direttore dell'unità di ricerca cerebrale dell'Università della Finlandia orientale.


“Il nostro studio è il primo a combinare la percezione sia dei medici che degli esperti legali sulla necessità di tutela legale. Il fatto che sia la medicina che la legge siano rappresentate nel nostro team crea un approccio interdisciplinare che apre nuove strade per la ricerca in questi campi", afferma Anna Mäki-Petäjä-Leinonen, prof.ssa di diritto e di invecchiamento dell'Università della Finlandia orientale.


I risultati dello studio possono essere usati per migliorare la coerenza delle valutazioni mediche e legali e per garantire la parità di trattamento di coloro che potrebbero aver bisogno di tutela legale.


“Questo studio fornisce una visione più approfondita delle debolezze della valutazione della tutela. Lo studio è anche il primo passo verso lo sviluppo di criteri medico-legali rilevanti, nonché verso una più ampia raccolta di dati a livello internazionale. Sulla base di dati internazionali, è possibile formulare linee guida uniformi sull'impatto dei sintomi cognitivi e neuropsichiatrici sulla capacità legale e sulla necessità di tutela legale", conclude la Näkki.

 

 

 


Fonte: University of Eastern Finland (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: K Näkki, [+8], E Solje. Diverging medical and legal perceptions of the need for legal guardianship in people with dementia: A qualitative study. Eur J Neurol., 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)