Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Quali esercizi possono allontanare l'Alzheimer?

E' noto che l'esercizio per mantenere un cuore sano aiuta anche a creare una mente sana. Ma alcuni nuovi studi suggeriscono che quando si tratta di prevenire la demenza, non tutte le forme di esercizio sono uguali. Gli studi presentati in questa edizione della Conferenza Internazionale dell'Alzheimer's Association dicono che l'allenamento di resistenza è particolarmente utile per migliorare le capacità cognitive degli anziani.

Anche se gli studi sono piccoli, tutti con 150 partecipanti o meno, sembrano indicare che l'allenamento di resistenza - come ad esempio il sollevamento pesi o i nastri di resistenza - potrebbe costituire un intervento per la demenza negli anziani.


Teresa Liu Ambrose
Uno studio ha diviso un gruppo di 86 donne, tutte di età compresa tra 70 e 80 anni, in tre diversi gruppi di allenamento: sollevamento pesi, marcia, o esercizi di equilibrio e di tono. Ogni gruppo ha fatto gli esercizi due volte alla settimana per 6 mesi. Tutte sembravano trarre beneficio dall'esercizio. "Abbiamo effettivamente visualizzato il loro cervello con la risonanza magnetica funzionale - e queste persone hanno mostrato un miglioramento nella funzionalità del cervello", ha spiegato il ricercatore Dr. Teresa Liu Ambrose (foto a sinistra). I partecipanti sono stati testati per le funzioni esecutive cognitive quali l'attenzione, la memoria e la pianificazione. Secondo la Ambrose "sono la funzione esecutiva cognitiva e la memoria associata i due tratti più legati alla demenza".


Alla fine dello studio, quelle del gruppo di sollevamento peso erano migliorate di più. La Ambrose, che è direttore del laboratorio di Invecchiamento, Mobilità e Neuroscienze Cognitive alla University of British Columbia, ci dice: "E' vero che l'esercizio è la pallottola d'oro - ma abbiamo bisogno di identificare chi potrebbe trarre i maggiori benefici per ogni esercizio".

Heather Snyder"E' sicuramente una delle prime volte che l'allenamento di resistenza è stato visto in connessione con l'Alzheimer. E abbiamo visto in quel corpo di letteratura che le persone che fanno un allenamento di resistenza aumentano la loro capacità di essere più mobili, ma possono trarre alcuni altri benefici", ha detto Heather Snyder (fofo a sinistra) dell'Alzheimer's Association. Ciò che è stato anche sorprendente è che coloro che hanno iniziato da una base cognitiva superiore hanno effettivamente ottenuto i maggiori benefici dall'esercizio fisico.

***********

La Ambrose ha condotto un altro studio che ha seguito 155 donne, da 65 a 75 anni, nel corso di un anno, che ha fatto sia l'allenamento di forza o di equilibrio che esercizi di tonificazione. "Si potrebbe pensare se si ha più deterioramento, si dovrebbe avere più miglioramento, ma questo dice il contrario. Questo mette in evidenza che l'allenamento di resistenza migliora la cognizione, ma si devono considerare in realtà le abilità cognitive di una persona", ha detto la Ambrose.

Secondo l'Associazione Alzheimer, 5,4 milioni di americani vivono oggi con l'Alzheimer, la sesta causa di morte negli Stati Uniti, che entro il 2050 colpirà fino a 16 milioni di persone. Il costo dell'assistenza di tutte quelle persone è stimato che raggiungerà 1 trilione di dollari all'anno. Ecco perché la diagnosi precoce è così fondamentale.


Diversi studi esposti al convegno sottolineano l'efficacia della misura dell'andatura come fattore predittivo della demenza. Le cadute sono già state identificate come uno degli indicatori precoce di Alzheimer, ma alcuni nuovi studi dimostrano che anche il modo in cui si cammina può essere un segno precoce di un declino delle funzioni cognitive. Tre studi, presentati al convegno, hanno coinvolto oltre 1.000 persone ciascuno - i più grandi nel loro genere - e tutti hanno trovato che l'andatura più lenta e irregolare è associata con qualche deficit cognitivo.


Ma molti ricercatori, tra cui il neurologo dottor Lisa Silbert, della Oregon Health and Science University di Portland nell'Oregon, hanno avvertito che non si può considerare diagnosi. "Un certo grado di rallentamento motorio fa parte probabilmente del processo di invecchiamento". Il Dr Rodolfo Savica (foto a sinistra) dello Study of Aging della Mayo Clinic, è l'autore pRodolfo Savica Mayo Clinicrincipale di uno dei grandi studi sul camminare. Il suo team di ricercatori ha misurato l'andatura e la falcata di più di 1.400 partecipanti, compresi quelli che erano cognitivamente normali e quelli con diagnosi di decadimento cognitivo lieve e demenza. E' stata valutata l'andatura dei partecipanti almeno due volte ad intervalli di 15 mesi. Nel complesso, le persone che hanno dimostrato andature più lente e più irregolari nel corso del tempo hanno dimostrato un certo declino cognitivo.


E il cambio di andatura può essere non solo un indicatore - ma un fattore predittivo. Secondo Savica: "Nel nostro studio abbiamo visto che alcune persone stavano cambiando l'andatura, prima di qualsiasi declino cognitivo". Savica avverte che "gli studi sono ancora preliminari", ma è anche ottimista circa l'uso di misure sull'andatura come strumento. La Snyder si è detta d'accordo: "E' un modo economico e poco costoso che abbiamo per controllare in che modo cambia una persona, magari e per identificare quelli che richiedono ulteriori valutazioni. Non è una diagnosi, ma è qualcosa che un medico può fare ovunque, guardando solo qualcuno che cammina e osservando eventuali cambiamenti".

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Pubblicato da Scott Wise in WTVR.com il 16 Luglio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.