Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alzheimer ereditato: il ruolo di una proteina

Ricercatori della School of Medicine della University of California di San Diego, impiegando l'ingegneria genetica delle cellule staminali pluripotenti indotte umane, hanno analizzato specificamente e precisamente il ruolo di una proteina mutata cruciale nel causare l'Alzheimer familiare (AD), scoprendo che la semplice perdita di funzione non determina la forma ereditaria della malattia neurodegenerativa.


I risultati, pubblicati on-line in Cell Reports, potrebbero contribuire a chiarire i meccanismi ancora misteriosi dell'Alzheimer e guidare meglio lo sviluppo di farmaci efficaci, ha dichiarato il ricercatore principale Lawrence Goldstein, PhD, professore nei Dipartimenti di Medicina Cellulare e Molecolare e di Neuroscienze e direttore de Programma di cellule staminali della UC San Diego.


"In un certo senso, questa è una potente dimostrazione tecnica del potenziale delle cellule staminali e della ricerca genomica per capire meglio, e in ultima analisi trattare, l'AD", ha detto Goldstein, che è anche direttore del nuovo Sanford Stem Cell Clinical Center della UC San Diego. "Siamo riusciti ad identificare ed assegnare i limiti precisi al modo di funzionare di una mutazione nell'AD familiare. Questo è un passo importante per far progredire la scienza, alla ricerca di farmaci e trattamenti che possono rallentare, e forse invertire, gli effetti devastanti della malattia".


L'AD familiare è un sottoinsieme dell'Alzheimer ad esordio precoce, causato da mutazioni genetiche ereditarie. La maggior parte dei casi di Alzheimer - ci sono circa 5,2 milioni di americani con AD - sono sporadici e non hanno una causa precisa nota, anche se l'età è un fattore di rischio primario.


In questo studio, Goldstein e colleghi hanno esaminato la presenilina 1 (PS1), una proteina che aiuta a decomporre altre proteine, una necessità biologica vitale per le cellule e per la vita. Più in particolare, la PS1 è il componente catalitico, o la guida delle azioni, della gamma-secretasi, un enzima che scinde o spacca le proteine ​​transmembrana tipo-1 usate per trasportare materiale cellulare da un lato della membrana di una cellula all'altro, dall'interno all'esterno o viceversa.


Tra le proteine tipo-1 ​​spaccate dalla gamma-secretasi c'è la proteina precursore dell'amiloide (APP), la cui funzione rimane ancora parzialmente sconosciuta. Quando l'APP è tagliata dalla gamma-secretasi, vengono creati dei frammenti di peptide chiamati amiloide-beta. Alcuni ricercatori ritengono che l'accumulo di alcuni tipi di amiloide-beta possa provocare le placche che uccidono i neuroni nel cervello, una conseguenza che è stata fortemente legata allo sviluppo di AD. Di solito, le "forbici molecolari" della PS1 eseguono il taglio senza alcun effetto negativo, secondo Goldstein. Ma forse nel 20 per cento dei casi, egli dice che ci sono "tagli cattivi" che si traducono in frammenti potenzialmente pericolosi di amiloide- beta. "La nostra ricerca dimostra con molta precisione che le mutazioni nella PS1 raddoppiano la frequenza di tagli cattivi", ha dichiarato.


I ricercatori hanno ottenuto una precisione senza precedenti, generando neuroni differenziati e purificati da cellule staminali derivate dal noto biologo Craig Venter, il cui genoma è stato completamente sequenziato e pubblicato ad uso pubblico di ricerca nel 2007. I neuroni creati contenevano differenti alleli o forme del gene mutato che produce la PS1.
"Abbiamo potuto studiare esattamente come le mutazioni specifiche, e la loro frequenza, cambiano il comportamento dei neuroni"
, ha detto Goldstein. "Abbiamo preso le cellule finemente progettate che conoscevamo e comprendavamo e abbiamo esaminato come una singola mutazione causa cambiamenti nelle forbici molecolari e quello che succede dopo".


Per escludere potenziali manufatti fuori obiettivo osservati in precedenti lavori di modifica del genoma, il co-autore dello studio Kun Zhang, PhD, professore associato al Dipartimento di Bioingegneria della UC San Diego, ha detto che lui e i colleghi hanno usato l'intero sequenziamento dell'exoma per confrontare le cellule progettate con altre cellule di controllo. Hanno stabilito che il loro approccio di modifica del genoma non introduce ulteriori mutazioni.


Hanno collaborato Grace Woodruff, Jessica E. Young, Fernando J. Martinez, Floyd Buen e Jennifer Kinaga, del Dipartimento di Medicina Cellulare e Molecolare, Istituto di Medicina Genomica e Istituto di Ingegneria in Medicina dell'UCSD; Athurva Gore e Zhe Li, Dipartimento di Bioingegneria, Istituto per la Medicina Genomica e Istituto di Ingegneria in Medicina, dell'UCSD, e Shauna H. Yuan, Dipartimento di Neuroscienze, Istituto di Medicina Genomica e Istituto di Ingegneria in Medicina dell'UCSD.


Il supporto finanziario per questa ricerca è venuto, in parte, dal California Institute of Regenerative Medicine, dal National Institutes of Health e dal National Institutes of Aging, e dalla Fondazione A.P. Giannini per la Ricerca Medica.

 

 

 

 

 


Fonte: University of California, San Diego Health Sciences.

Riferimenti: Grace Woodruff, Jessica E. Young, Fernando J. Martinez, Floyd Buen, Athurva Gore, Jennifer Kinaga, Zhe Li, Shauna H. Yuan, Kun Zhang, Lawrence S.B. Goldstein. The Presenilin-1 ΔE9 Mutation Results in Reduced γ-Secretase Activity, but Not Total Loss of PS1 Function, in Isogenic Human Stem Cells. Cell Reports, 2013; DOI: 10.1016/j.celrep.2013.10.018

Pubblicato in health.ucsd.edu (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.