Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ennesimo fallimento di farmaci per Alzheimer suscita però nuove idee

Il Dr. Stephen Salloway non cerca di sminuire i risultati negativi dei due studi clinici del farmaco bapineuzumab per Alzheimer, che egli stesso ha contribuito a condurre.


L'anticorpo NON è riuscito a produrre un miglioramento cognitivo nei volontari rispetto ad un placebo, come riferiscono lui ed i suoi colleghi il 23 gennaio sul New England Journal of Medicine.


Per quanto i risultati negativi avessero deluso le comunità di pazienti, mediche e degli investitori, quando sono stati comunicati inizialmente nel 2012, Salloway dice che nel frattempo i ricercatori hanno avuto alcune importanti lezioni, che stanno attivamente tentando di applicare ad un turno successivo di ricerche.


"Non ci possiamo permettere il lusso del tempo", ha detto Salloway. "C'è un'urgenza che non ci permette di aspettare".


I farmaci anticorpi come il bapineuzumab («bapi») legano e provocano l'eliminazione di proteine amiloide-beta che formano le placche nocive nel cervello dei malati di Alzheimer. (L'anticorpo solanezumab, anch'esso testato in studi con risultati altrettanto deludenti, pubblicati questa settimana in NEJM, lega le proteine amiloide-beta nel sangue, aiutando ad estrarre l'amiloide dal cervello).


Le lezioni importanti dedotte degli esperimenti del «bapi», ha detto Salloway, sono che dobbiamo testare i farmaci solo con le persone che stanno iniziando a formare le placche di amiloide-beta puntate dai farmaci, dosare i farmaci per produrre in modo sicuro un maggiore calo dell'amiloide, ed abbinare trattamenti modificanti la malattia che potrebbero essere complementari.


Si è dimostrato che la risposta più efficace viene da combinazioni di farmaci anziché da farmaci singoli, nota Salloway, non solo in alcune forme di cancro, ma anche nel convertire altri problemi precedentemente incurabili, come l'HIV, in condizioni gestibili a lungo termine.


Un'altra lezione potrebbe essere provare questi trattamenti in una fase più precoce, quando le placche amiloidi si stanno assemblando, ma prima che appaiano i sintomi del declino cognitivo.

[...]

 

 

 

 

 


FonteBrown University.

Riferimenti: Stephen Salloway, Reisa Sperling, Nick C. Fox, Kaj Blennow, William Klunk, Murray Raskind, Marwan Sabbagh, Lawrence S. Honig, Anton P. Porsteinsson, Steven Ferris, Marcel Reichert, Nzeera Ketter, Bijan Nejadnik, Volkmar Guenzler, Maja Miloslavsky, Daniel Wang, Yuan Lu, Julia Lull, Iulia Cristina Tudor, Enchi Liu, Michael Grundman, Eric Yuen, Ronald Black, H. Robert Brashear. Two Phase 3 Trials of Bapineuzumab in Mild-to-Moderate Alzheimer's Disease. New England Journal of Medicine, 2014; 370 (4): 322 DOI: 10.1056/NEJMoa1304839

Pubblicato in news.brown.edu  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)