Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ictus prima dei 50 anni lasciano disabilità per lungo tempo

Un terzo delle persone che sopravvivono ad un ictus prima dei 50 anni non sono in grado di vivere autonomamente o hanno bisogno di assistenza per le attività quotidiane dieci anni dopo l'ictus, secondo una nuova ricerca apparsa sulla rivista Stroke dell'American Heart Association.


Circa il 10 per cento degli ictus si verificano tra i 18 e i 50 anni. "Anche se i pazienti sembrano avere recuperato relativamente bene, per quanto riguarda la funzione motoria, ci può essere ancora un danno «invisibile» immenso che porta alla perdita di indipendenza", ha detto Frank-Erik de Leeuw, Ph.D., autore senior dello studio e professore associato di neurologia al Medical Center della Radboud University di Nijmegen in Olanda.


I ricercatori hanno valutato la funzionalità di 722 persone che avevano avuto un primo ictus dai 18 ai 50 anni. Dopo un follow-up medio di nove anni, circa un terzo ha mantenuto una disabilità perlomeno moderata, che richiede assistenza per alcune attività. Molti non erano nemmeno in grado di condurre attività di routine in modo indipendente, come prendersi cura di se stessi, curare le faccende domestiche o seguire le loro finanze.


Dopo un esame più attento, i ricercatori hanno scoperto che il tasso di esiti funzionali scadenti, e di capacità di vivere in modo indipendente, varia per tipo di ictus:

  • Dopo un attacco ischemico transitorio (TIA, o «mini-ictus»), il 16,8 per cento aveva disabilità funzionale e il 10,8 per cento aveva scarse capacità di indipendenza.
  • Dopo un ictus ischemico, causato da un coagulo di sangue nel cervello, il 36,5 per cento aveva disabilità funzionale e 14,6 non era in grado di vivere autonomamente.
  • Dopo un ictus emorragico, causato da un'emorragia cerebrale, il 49,3 per cento aveva una disabilità funzionale e il 18,2 per cento non aveva le competenze per una vita indipendente.


"La maggior parte dei medici vedono i pazienti giovani colpiti da ictus come un gruppo con grandi opportunità di recupero"
, ha detto de Leeuw. "Ma il nostro studio è il primo a dimostrare questi effetti dell'ictus sulle prestazioni, che perdurano per quasi tutto il resto della vita. E' importante comunicarlo fin dall'inizio ai pazienti e alle famiglie".


I pazienti sono andati ancora peggio se avevano subito un altro ictus durante il periodo di follow-up. Dei 91 pazienti per cui è successo, il 54,9 per cento sono rimasti almeno moderatamente disabili, rispetto al 28,7 per cento di quelli senza una recidiva, e il 33,3 per cento erano rimasti dipendenti dagli altri nelle attività della vita quotidiana, rispetto al 11,5 per cento di quelli senza un ictus ricorrente.


I ricercatori stanno ora studiando i fattori più responsabili dell'esito funzionale scarso. "Non sappiamo se si tratta di cognizione, depressione, problemi nelle loro famiglie o relazioni o di altri fattori, ma una volta che lo sapremo, possiamo sviluppare interventi più efficaci", ha detto de Leeuw.


I co-autori sono Nathalie E. Synhaeve, MD; Renate M. Arntz, MD; Noortje A.M. Maaijwee, MD; Loes C.A. Rutten-Jacobs, MSc; Hennie C. Schoonderwaldt, PhD; Lucille D.A. Dorresteijn, MD; Paul L.M. de Kort, PhD; e Ewoud J. van Dijk, PhD. Le informazioni sui conflitti degli autori sono sul manoscritto. Lo studio è stato finanziato dal «Dutch Epilepsy Fund».

 

 

 

 

 


FonteAmerican Heart Association  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Nathalie E. Synhaeve, Renate M. Arntz, Noortje A.m. Maaijwee, Loes C.a. Rutten-Jacobs, Henny C. Schoonderwaldt, Lucille D.a. Dorresteijn, Paul L.m. De Kort, Ewoud J. Van Dijk, and Frank-Erik De Leeuw. Poor Long-Term Functional Outcome After Stroke Among Adults Aged 18 to 50 Years: Follow-Up of Transient Ischemic Attack and Stroke Patients and Unelucidated Risk Factor Evaluation (FUTURE) Study. Stroke, February 2014 DOI: 10.1161/STROKEAHA.113.004411

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)