Tendiamo a pensare che la nostra memoria funziona come un archivio: sperimentiamo un evento, generiamo un ricordo e lo immagazziniamo per un uso successivo. Tuttavia, secondo la ricerca medica, i meccanismi di base che stanno dietro alla memoria sono molto più dinamici. In realtà, generare ricordi è come collegare il nostro computer portatile a una rete Ethernet via cavo: la potenza della rete determina il modo in cui l'evento è tradotto all'interno del nostro cervello.
I neuroni (le cellule nervose nel cervello) comunicano attraverso le connessioni sinaptiche (terminali di passaggio del segnale da un neurone all'altro), che "parlano" tra loro quando sono presenti alcuni neurotrasmettitori (sostanze chimiche che consentono la trasmissione di questi segnali).
Pensiamo ad un neurotrasmettitore come a una email (messaggio di posta elettronica). Se siamo occupati e riceviamo una o due email, potremmo ignorarle. Ma, se siamo bombardati da centinaia di email dalla stessa persona, che dicono fondamentalmente la stessa cosa, tutte allo stesso momento, è probabile che iniziamo a prestare attenzione e ad iniziare una conversazione con il mittente: "Perché mai mi stai mandando tutte queste e-mail?"
Allo stesso modo, un neurone apre una linea di comunicazione con l'altro solo quando riceve la stimolazione da molti degli stessi neurotrasmettitori alla volta: "Oh, il mio vicino continua a chiamarmi con lo stesso segnale? Meglio che gli parlo!". Allora, come si rapporta questo con la memoria, esattamente? E' la forza di queste connessioni tra i neuroni che determina come si forma un ricordo.
"Il rafforzamento persistente di queste sinapsi attivate è chiamato «potenziamento a lungo termine» (LTP)", ha detto William Griffith PhD, neuroscienziato cellulare e presidente del Dipartimento di Neuroscienze e Terapia Sperimentale del Texas A&M Health Science Center. "La LTP è il meccanismo cellulare più accettato per spiegare la memoria, perché può alterare la potenza delle connessioni tra le cellule cerebrali. Se questa forza viene mantenuta, si forma un ricordo".
La LTP avviene quando le cellule nervose 'sparano' (parlano tra loro) a un ritmo elevato senza l'ulteriore aumento della stimolazione dai neurotrasmettitori. In un certo senso, è come costruire un rapporto con il mittente dell'email. Una volta che si inizia un dialogo con il mittente, si è in una posizione migliore per comunicare più facilmente e mantenere un forte rapporto. Proprio come si potrebbe aggiungere il mittente all'elenco dei contatti, il cervello crea un 'contatto sinaptico rafforzato'.
Ma, se non si parla, la relazione scema. Allo stesso modo, la capacità di richiamare e ricordare certi ricordi dipende dal mantenimento della forza di questa connessione a lungo termine tra i contatti sinaptici. La LTP agisce come una sorta di cavo Ethernet (quello che collega i computer in rete), permettendo al cervello di caricare, scaricare e elaborare ad una velocità più alta, fatto che può spiegare perché alcuni ricordi sono più vivi di altri: il percorso su cui si contattano permette un ritmo più veloce.
"Il cervello è un organo plastico", spiega Griffith. "Ciò significa che può facilmente riconfigurarsi o modificarsi. Tuttavia, è anche un muscolo. Si usa o si perde. Mantenendo in uso le sinapsi e i percorsi tra i neuroni, essi acquisiscono la capacità di diventare più forti o migliori in permanenza. Questo è il mattone di costruzione su cui si basa la memoria".
Allo stesso modo, la perdita di questa forte LTP (le connessioni sinaptiche rafforzate tra i neuroni) potrebbe essere il motivo che sta dietro la perdita/deterioramento cognitivo. "Dato che il cervello è un organo, avrà una usura", continua Griffith. "Molte persone credono che questo calo del 'parlarsi' l'un l'altro dei neuroni sia responsabile della perdita cognitiva, perché i percorsi non sono stati usati o rafforzati. Proprio come i muscoli del corpo si atrofizzano quando non sono usati, il cervello si deteriora quando non è stimolato (*)".
Griffith ha detto che la discussione sul consolidamento e recupero della memoria è vasto, e ci sono molti aspetti del fenomeno che devono ancora essere studiati. "Quando si vede o si odora qualcosa, questo contribuisce al ricordo di un evento", ha detto. "Questo può essere mappato in molte parti del cervello. La memoria può anche essere coinvolta in alcuni comportamenti come le dipendenze. Perché accade questo? È perché i percorsi della dipendenza sono rafforzati, o perché sono repressi? Non lo sappiamo ancora".
La scienza che sta dietro alla memoria è complessa, e probabilmente sarà studiata nei decenni a venire. "Molti percorsi diversi nel cervello interagiscono per formare circuiti complessi dei diversi tipi di memoria", ha detto Griffith. "C'è molto dibattito e deve essere fatta più ricerca per comprendere appieno come il nostro cervello genera, consolida e recupera i ricordi".
(*) Vedi Riserva Cognitiva
Fonte: Lauren Thompson in Texas A&M University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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