Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'equilibrio precario negli anziani segnala un rischio più alto di demenza

Si prevede che il numero di persone che vivono bene dopo i 90 anni quadruplicherà entro il 2050. Entro la metà del secolo, quasi 9 milioni di persone avranno più di 90 anni di età.


Con uno studio primo nel suo genere, pubblicato sul Journal of the American Geriatrics Society, i ricercatori della University of California di Irvine hanno controllato se quattro diverse misure di scarso rendimento fisico possono collegarsi ad un aumento del rischio di demenza per gli over-90.


Studi precedenti avevano dimostrato che una scarsa prestazione fisica è legata a un aumento delle probabilità di demenza nelle persone sotto gli 85 anni. Ma fino ad ora, non sapevamo se esistesse un legame tra scarsa prestazione fisica e demenza negli over-90.


I ricercatori hanno esaminato 578 persone over-90 che partecipavano al 90+ Study, uno studio longitudinale basato sulla comunità (un metodo di ricerca che segue gli stessi soggetti più volte per un certo periodo di tempo) su anziani del sud della California. Gli esaminatori vedono i partecipanti ogni sei mesi per condurre esami fisici e neurologici, e anche test cognitivi, con l'obiettivo di osservare criticamente l'invecchiamento e specificamente la demenza.


All'inizio dello studio, circa il 50 per cento dei partecipanti era cognitivamente deteriorato (con problemi a pensare o a ricordare), ma non aveva demenza. Il resto era cognitivamente normale. I ricercatori hanno seguito i partecipanti per 2,6 anni e, durante questo periodo, quasi il 40 per cento dei partecipanti ha sviluppato una demenza.


I ricercatori hanno osservato un legame unico tra il rischio di demenza e lo scarso rendimento su due diversi test di prestazione fisica: il test di equilibrio in piedi e il test del cammino di 4 metri.


I ricercatori suggeriscono che, dal momento che camminare e mantenere l'equilibrio in piedi richiede un'attività cerebrale complessa, il test di queste funzioni può aiutare i medici a prevedere chi tra i "più vecchi" potrebbe avere un maggiore rischio di sviluppare la demenza. I ricercatori fanno notare anche che gli studi futuri potrebbero portare allo sviluppo di programmi di prevenzione e di strategie di trattamento.

 

 

 


Fonte: American Geriatrics Society (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Szofia S. Bullain, Maria M. Corrada, Shawna M. Perry, Claudia H. Kawas. Sound Body Sound Mind? Physical Performance and the Risk of Dementia in the Oldest-Old: The 90 Study. Journal of the American Geriatrics Society, 2016; 64 (7): 1408 DOI: 10.1111/jgs.14224

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)