Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Bevande zuccherate collegate a maggior restringimento del cervello e deficit di memoria

 

Gli americani amano lo zucchero. Insieme ne abbiamo consumato circa 11 milioni di tonnellate nel 2016, secondo il Dipartimento dell'Agricoltura, gran parte in forma di bevande zuccherate, come bevande sportive e soda.


Ora, nuove ricerche suggeriscono che l'eccesso di zucchero, in particolare del fruttosio delle bevande zuccherate, potrebbe danneggiare il cervello. I ricercatori hanno usato i dati del Framingham Heart Study (FHS) scoprendo che le persone che bevono spesso bevande zuccherate hanno più probabilità di avere una memoria più carente, un volume complessivo minore del cervello e un ippocampo significativamente più piccolo (un'area del cervello importante per l'apprendimento e la memoria). Il FHS è lo studio epidemiologico più lungo della nazione, iniziato nel 1948, finanziato dal National Heart, Lung e Blood Institute e dal 1971 gestito dalla Boston University.


Ma prima di sorseggiare il tè dolce e di tracannare una 'diet soda', senti questa: uno studio di follow-up ha scoperto che le persone che bevevano quotidianamente la 'diet soda' avevano quasi tre volte più probabilità di sviluppare ictus e demenza rispetto a coloro che non lo facevano.


I ricercatori sono pronti a sottolineare che questi risultati, che appaiono separatamente sulle riviste Alzheimer & Dementia e Stroke, dimostrano la correlazione ma non il rapporto causa-effetto. Anche se i ricercatori sono cauti nei confronti dell'eccessivo consumo di soda o di bevande zuccherate, sono necessarie ulteriori ricerche per determinare se e come queste bevande danneggiano il cervello e quanto i danni possono essere causati dalla malattia vascolare o dal diabete sottostante.


"Questi studi non sono il non-plus-ultra, ma sono dati forti e un suggerimento molto forte", afferma Sudha Seshadri, professore di neurologia e membro di facoltà all'Alzheimer's Disease Center della BU, autore senior di entrambi gli studi. "Sembra che non ci sia alcun vantaggio nelle bevande zuccherate e non sembra aiutare nemmeno sostituire lo zucchero con dolcificanti artificiali. Forse un bicchiere della buona vecchia acqua è qualcosa a cui ci dobbiamo abituare".


Matthew Pase, fellow del dipartimento di neurologia MED e ricercatore FHS, autore corrispondente su entrambi gli studi, afferma che l'eccesso di zucchero è da lungo tempo associato alle malattie cardiovascolari e metaboliche come obesità, malattie cardiache e diabete di tipo 2, ma sappiamo ancora poco sui suoi effetti a lungo termine sul cervello umano. Egli ha scelto di studiare le bevande zuccherate come modo per esaminare il consumo globale di zucchero. "È difficile misurare l'assunzione totale di zucchero nella dieta", dice, "quindi abbiamo usato le bevande zuccherate come sostituto".


Per il primo studio, pubblicato in Alzheimer & Dementia il 5 marzo 2017, i ricercatori hanno esaminato i dati di circa 4.000 persone iscritte nelle coorti FHS Offspring e Third Generation (rispettivamente figli e nipoti dei volontari originari iscritti nel 1948), che comprendono scansioni a risonanza magnetica (MRI) e risultati dei test cognitivi. I ricercatori hanno esaminato le persone che consumavano più di due bevande zuccherate al giorno di qualsiasi tipo di soda, succhi di frutta e altre bevande analcoliche, o più di tre alla settimana solo di soda.


Tra questi gruppi ad alta assunzione, hanno trovato molti segni di invecchiamento cerebrale accelerato, incluso un volume complessivo inferiore del cervello, memoria episodica più carente e un ippocampo ridotto, tutti fattori di rischio dell'Alzheimer. I ricercatori hanno anche scoperto che una maggiore quantità di 'diet soda' - almeno una al giorno - era associata a un volume più piccolo del cervello.


Nel secondo studio, pubblicato su Stroke il 20 aprile 2017, i ricercatori, utilizzando solo dati della coorte più recente di discendenti, hanno esaminato in modo specifico se i partecipanti avessero subito un ictus o se erano stati diagnosticati con demenza di Alzheimer. Dopo aver misurato l'assunzione di bevande da parte dei volontari in tre punti in 7 anni, i ricercatori hanno poi monitorato i volontari per 10 anni in cerca di prove di ictus in 2.888 persone oltre i 45 anni e di demenza in 1.484 partecipanti oltre i 60 anni. Con sorpresa non hanno trovato alcuna correlazione tra l'assunzione di bevande zuccherate e l'ictus o la demenza. Tuttavia, hanno scoperto che le persone che bevevano almeno una 'diet soda' al giorno avevano una probabilità quasi tripla di sviluppare ictus e demenza.


Sebbene i ricercatori abbiano preso in considerazione l'età, il fumo, la dieta e altri fattori, non hanno potuto controllare completamente le condizioni preesistenti come il diabete, che potrebbero essere state sviluppate nel corso dello studio e sono un fattore di rischio noto per la demenza. I diabetici, in gruppo, bevono più 'diet soda' in media, come modo per limitare il consumo di zucchero e alcune delle correlazioni tra la 'diet soda' e la demenza possono essere dovute al diabete e ad altri fattori di rischio vascolari. Tuttavia, tali condizioni preesistenti non possono spiegare completamente i nuovi risultati.


"E' stato un po 'sorprendente che il consumo di 'diet soda' abbia portato a questi risultati", spiega Pase, osservando che mentre studi precedenti avevano collegato l'assunzione di 'diet soda' al rischio di ictus, il collegamento con la demenza non era noto in precedenza. Aggiunge che gli studi non hanno differenziato i tipi di dolcificanti artificiali e non hanno tenuto conto di altre fonti possibili di dolcificanti artificiali.


Dice anche che gli scienziati hanno proposto diverse ipotesi sul modo in cui i dolcificanti artificiali possono causare danni, dalla trasformazione dei batteri intestinali all'alterazione della percezione del dolore del cervello, ma "abbiamo bisogno di più lavoro per capire i meccanismi sottostanti".

 

 

 


Fonte: Boston University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. Matthew P. Pase et al. Sugar- and Artificially Sweetened Beverages and the Risks of Incident Stroke and Dementia: A Prospective Cohort Study. Stroke, April 2017 DOI: 10.1161/STROKEAHA.116.016027
  2. Matthew P. Pase, Jayandra J. Himali, Paul F. Jacques, Charles DeCarli, Claudia L. Satizabal, Hugo Aparicio, Ramachandran S. Vasan, Alexa S. Beiser, Sudha Seshadri. Sugary beverage intake and preclinical Alzheimer's disease in the community. Alzheimer's & Dementia, 2017; DOI: 10.1016/j.jalz.2017.01.024

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)