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Il proclama che l'ibuprofene 'impedisce l'Alzheimer' è fuorviante

«L'antidolorifico ibuprofene potrebbe 'eliminare la demenza'», è uno dei titoli ingannevoli apparso di recente sulla stampa. Lo studio che ha suggerito un titolo così ottimistico è infatti una piccola ricerca che ha analizzato un test della saliva, per misurare la quantità della proteina amiloide-beta 42 (Abeta 42).


Alcuni esperti, come i ricercatori in questione, ritengono che avere livelli superiori alla media di Abeta 42 potrebbe essere un segnale di avvertimento iniziale dello sviluppo del morbo di Alzheimer (MA).


Ma il test è stato usato solo su 23 persone con MA e 31 senza, una dimensione del campione che non è abbastanza grande da avere alcuna fiducia nei risultati. Anche se il test dovesse dimostrarsi accurato, non ci sono prove sufficienti di trattamenti preventivi.


Il trattamento preventivo potenziale suggerito dai ricercatori è un gruppo di farmaci noti come «farmaci antinfiammatori non steroidei» (FANS), piuttosto che l'ibuprofene specificamente, come indicano i titoli.


Questo studio non ha verificato la capacità dell'ibuprofene di prevenire o rallentare la progressione del MA. I FANS possono causare gravi effetti collaterali, come il sanguinamento gastrointestinale. Prima che possano essere usati in combinazione con un test che individua precocemente il MA, è necessario condurre studi clinici ben progettati utilizzando campioni di dimensioni maggiori.


Sulla base dei risultati limitati presentati in questo studio, attualmente non ci sono prove che l'assunzione di ibuprofene o di altri FANS possa prevenire il MA.

 

Qual è la base dei rapporti attuali?

Questo studio è stato condotto da ricercatori e fondatori della società farmaceutica Aurin Biotech ed è pubblicato nella rivista a controllo dei pari Journal of Alzheimer's Disease. Non vengono dichiarate le fonti di finanziamento: è possibile che ci sia un conflitto di interessi, dato che i ricercatori stessi hanno prodotto il test.


Questa ricerca si basa su un test della saliva e ha esaminato se può essere usato per diagnosticare il MA e prevederne lo sviluppo in futuro, misurando la concentrazione dell'amminoacido amiloide-beta 42 (Abeta 42), che è prodotto ovunque nel corpo, ma che forma depositi solo nel cervello. I depositi sono visibili nelle persone con MA, ma non è chiaro il loro ruolo esatto nella riduzione del tessuto cerebrale e nella perdita di memoria che sono caratteristici della condizione.


Sulla base di studi osservazionali, gli scienziati dell'Aurin ritengono che, affinché i FANS siano efficaci per la prevenzione del MA, devono essere iniziati almeno 6 mesi (preferibilmente 5 anni) prima della diagnosi. Volevano vedere se un test della saliva era in grado di identificare le persone a rischio di MA a un'età ben al di sotto di quella in cui, in genere, si sviluppa (si stima che sia dai 65 anni in su per 1 persona su 14, e dopo gli 80 per 1 persona ogni 6).


Non è così comune per le persone ricevere una diagnosi tra i 40 e i 65 anni, ma purtroppo accade, 1 caso su 20 è diagnosticato a questa età.

 

Che cos'hanno trovato i ricercatori?

I ricercatori hanno concluso che le persone a rischio di sviluppare il MA mostrano gli stessi livelli elevati di Abeta 42 nella saliva delle persone che hanno già la malattia (circa 40-85 pg/ml), in confronto alle persone che non sono a rischio per le quali è circa 20 pg/ml.


I ricercatori hanno detto che questi livelli elevati sono presenti durante tutta la vita di una persona. Ma hanno eseguito il test solo una volta, quindi non sappiamo come oscillano i livelli nel tempo.


Se questo fosse il caso, allora in teoria ciò implica che le persone potrebbero essere testate in qualsiasi momento usando il test della saliva e si può iniziare un trattamento preventivo. I ricercatori hanno suggerito che sulla base di questi risultati, le persone dovrebbero essere testate all'età di 55 anni. Se mostrano livelli elevati di Abeta 42, quello è il momento di iniziare a prendere i FANS.


Ma solo 23 persone con MA sono state testate. Queste persone avevano livelli di Abeta 42 simili alle 6 persone che secondo i ricercatori erano ad alto rischio di MA, ma non sappiamo su cosa si sono basati.


L'altro gruppo di 25 persone, con livelli più bassi, è stato ritenuto non a rischio di MA, ma non sappiamo se qualcuno di loro ha sviluppato la condizione.

 

Cosa significa questo?

Questo studio sulla saliva è una ricerca in fase iniziale. Era solo uno studio trasversale, quindi non sappiamo se i livelli di Abeta 24 cambiano nel tempo o se le persone con livelli più alti svilupperanno il MA. Anche i ricercatori hanno riconosciuto che sarebbero necessari campioni di dimensioni molto più grandi per confermare questi risultati preliminari.


Questo studio non dice nulla di nuovo sull'uso dei farmaci FANS come l'ibuprofene per la prevenzione del MA. Poiché le cause esatte della malattia rimangono sconosciute, non ci dice nulla di nuovo sulla prevenzione della malattia. Ci sono, tuttavia, una serie di cose che si pensa possano aumentare il rischio di malattia. Queste potrebbero includere una o qualcuna delle seguenti:

  • aumento dell'età,
  • storia familiare della condizione,
  • gravi ferite alla testa precedenti,
  • fattori di stile di vita e altre condizioni associate alle malattie cardiovascolari.


Ci sono attualmente solo 3 farmaci raccomandati in GB dal National Institute for Health and Care Excellence (NICE) per la gestione del MA da lieve a moderata e per la demenza, e mentre ci sono ricerche preliminari a supporto del loro uso, i FANS non sono uno di questi trattamenti.

 

 

 


Fonte: NHS Choices (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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