Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ferro + mutazione genetica: nuova strada per la ricerca sull'Alzheimer

Un team di scienziati dell'Università di Adelaide ha suggerito un potenziale legame tra il ferro nelle nostre cellule e le rare mutazioni geniche che causano il morbo di Alzheimer (MA), delineando una nuova strada per la ricerca futura.


In un articolo pubblicato sulla rivista Frontiers in Neuroscience, il team propone una nuova teoria su come delle mutazioni genetiche rare causino il MA. Una teoria che, se dimostrata, potrebbe aiutare a trovare un modo per prevenire la malattia paralizzante.


I ricercatori avvisano di evitare di cambiare le scelte sulla dieta o sugli integratori in base a questa idea, in quanto la loro teoria si riferisce solo a come le cellule gestiscono il ferro, non quanto ferro c'è nella dieta di una persona.

 

Premessa

"Da 20 anni la maggior parte degli scienziati crede che un piccolo frammento proteico, l'amiloide-beta, causi il MA", afferma il professore associato Michael Lardelli, della Facoltà di Scienze Biologiche dell'Università di Adelaide. "Eliminare l'amiloide-beta dal cervello delle persone che stanno sviluppando il MA può rallentare il loro tasso di declino cognitivo. Ma, finora, nulla è stato in grado di fermare la progressione inesorabile della malattia".


Una conversazione casuale tra il professore associato Lardelli, la dott.ssa Amanda Lumsden (dell'Istituto Australiano per la Salute e la Ricerca Medica e della Flinders University), e la dott.ssa Morgan Newman (Università di Adelaide) hanno ispirato la nuova teoria su come le mutazioni possono causare il MA.


La dott.ssa Lumsden ha un'esperienza nella biologia del ferro nelle cellule, mentre i ricercatori di Adelaide studiano i geni che causano il MA quando mutati. Dopo aver portato le loro idee ad altri esperti, come il professore associato Jack Rogers della Harvard Medical School e il dott. Shohreh Majd della Flinders University, questo gruppo di ricercatori ha ora pubblicato la nuova teoria su come le mutazioni potrebbero causare la rara, ma devastante, forma precoce di MA che affligge alcune famiglie.

 

La nuova teoria

Il team suggerisce che le anormalità osservate nel MA ereditato potrebbero derivare da problemi nel modo in cui i neuroni gestiscono il ferro.


Il professore associato Lardelli spiega:

"Le cellule hanno bisogno di ferro per sopravvivere. In particolare, il ferro è essenziale alle minuscole centrali energetiche di tutte le cellule - i mitocondri - per generare la maggior parte dell'energia che mantiene in funzione le cellule.

"I geni mutati nel MA ereditario sembrano influenzare il modo in cui il ferro penetra nei neuroni, come viene riciclato all'interno dei neuroni e come viene esportato dai neuroni.

"Poiché i neuroni hanno un fabbisogno energetico così grande, disturbare il modo in cui gestiscono il ferro può avere gravi conseguenze a lungo termine.

"Inoltre, il ferro è un attore chiave nell'infiammazione e nella produzione di molecole dannose chiamate 'specie reattive dell'ossigeno', ed entrambi si verificano a livelli elevati nel cervello con MA".


Anche se i ricercatori vedono connessioni intriganti tra ferro e MA, saranno necessarie ulteriori indagini per capire come le mutazioni che causano la malattia influenzano il ferro nella cellula.

 

 

 


Fonte: University of Adelaide (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Amanda L. Lumsden, Jack T. Rogers, Shohreh Majd, Morgan Newman, Greg T. Sutherland, Giuseppe Verdile e Michael Lardelli. Dysregulation of Neuronal Iron Homeostasis as an Alternative Unifying Effect of Mutations Causing Familial Alzheimer’s Disease. Frontiers in Neuroscience, 13 Aug 2018 DOI: 10.3389/fnins.2018.00533

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.