Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gli ultra 95enni hanno una connettività più forte nel cervello

Una ricerca, prima nel suo genere al mondo, guidata dal dott. Jiyang Jiang, esperto di neuroscansione della University of New South Wales (Australia), ha scoperto che gli ultra 95enni hanno un'attivazione tra il lato sinistro e destro del cervello maggiore dei loro colleghi più giovani.


Dato che la prevalenza della demenza aumenta con l'età, i quasi centenari e i centenari senza demenza sono generalmente considerati modelli di invecchiamento di successo e di resistenza contro il declino cognitivo correlato all'età.


"Volevamo vedere se c'era qualcosa di particolarmente speciale nella connettività funzionale del cervello delle persone con più di 95 anni, che li aiuta a preservare la funzione del cervello nella 11a decade della loro vita"
, afferma il dott. Jiang.


La ricerca, pubblicata su NeuroImage, ha studiato le caratteristiche funzionali del cervello nella fascia estrema di età, usando la risonanza magnetica funzionale (fMRI) a riposo per descrivere le caratteristiche dell'attività neurale nei quasi centenari e nei centenari.


Questo studio espande precedenti ricerche di questo gruppo, che hanno individuato il profilo strutturale del cervello dei quasi centenari e degli ultracentenari, con dati del Sydney Centenarian Study.


Il professore associato Wei Wen, responsabile del Gruppo di Neuroimaging ha detto che le caratteristiche funzionali del cervello estremamente vecchio non erano ancora state documentate. Secondo lui, la fMRI a riposo offre un'opportunità senza precedenti di studiare la funzione del cervello umano e l'attività neurale in questo gruppo speciale di anziani.


La ricerca ha confrontato 57 individui da 95 a 103 anni di età con 66 partecipanti più giovani da 76 a 79 anni, tutti cognitivamente non deteriorati.


“I risultati suggeriscono che, rispetto ai meno anziani, i centenari hanno un'attivazione più sincronizzata delle reti di controllo fronto-parietali, destra e sinistra”, ha detto il dott. Jiang. Nei quasi centenari e negli ultracentenari, questa attivazione accoppiata delle reti di controllo fronto-parietali bilaterali ha contribuito a migliorare le prestazioni nei compiti cognitivi visuospaziali.


Il prof. Perminder Sachdev, condirettore del Sydney Centenarian Study, dice che questo lavoro è un ottimo esempio di come i centenari possano rivelare i segreti di un invecchiamento sano, e di come i cervello si adatta ai cambiamenti legati all'età e continua a lavorare così bene in questi individui eccezionali.


I risultati sottolineano l'importanza del ruolo della rete di controllo fronto-parietale del cervello in relazione alla capacità di adattamento delle capacità cognitive di una persona all'invecchiamento o alla malattia, capacità che chiamiamo 'riserva cognitiva'.


Degli studi futuri possono quindi esaminare i meccanismi alla base di questa riserva cognitiva e sviluppare potenziali strategie terapeutiche contro il declino relativo all'età.

 

 

 


Fonte: University of New South Wales (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jiyang Jiang, Tao Liu, John Crawford, Nicole Kochan, Henry Brodaty, Perminder Sachdev, Wei Wen. Stronger bilateral functional connectivity of the frontoparietal control network in near-centenarians and centenarians without dementia. NeuroImage, 14 Apr 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)