Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come si diffonde una proteina tossica nell'Alzheimer

neuron tau microtubule

Si ritiene che nel morbo di Alzheimer (MA) siano le versioni tossiche della proteina tau a causare la morte dei neuroni del cervello. Un nuovo studio pubblicato su Nature Communications mostra che la diffusione di tau tossica nel cervello umano nei soggetti anziani può avvenire attraverso neuroni collegati.


Questo studio, una collaborazione tra l'Università di Lund in Svezia e la McGill University in Canada, è riuscito a vedere che l'amiloide-beta (Aβ) facilita la diffusione della tau tossica e fornisce informazioni su tale propagazione nel cervello umano.


“La nostra ricerca suggerisce che la proteina tau tossica può diffondersi in differenti regioni del cervello attraverso connessioni neuronali dirette, proprio come le malattie infettive possono diffondersi in diverse città attraverso vari percorsi di trasporto. Durante l'invecchiamento normale la diffusione è limitata, ma nel MA può essere facilitata dall'Aβ, e probabilmente conduce alla morte neuronale diffusa e, infine, alla demenza“, dice il primo autore Jacob Vogel della McGill University.


“Credo che questi risultati abbiano implicazioni per le terapie volte a fermare la diffusione della tau e arrestare così la progressione della malattia nel MA”, spiega Oskar Hansson, professore di neurologia dell'Università di Lund e coautore senior dello studio.


Ci sono due proteine ​​che sono note per essere legate al MA: l'Aβ, che forma quella che è chiamata 'placca' nel cervello, e la tau, che forma grovigli all'interno delle cellule cerebrali. Studi precedenti avevano collegato in particolare la diffusione di tau tossica alla degenerazione del cervello e a sintomi come i disturbi della memoria.


È in corso molta ricerca per capire meglio come la tau tossica si diffonde nel cervello, al fine di sviluppare nuove terapie che possono fermare la sua diffusione e quindi bloccare la malattia. Studi clinici in corso stanno attualmente valutando se potrebbero funzionare gli anticorpi sviluppati per legarsi alla tau.


“I nostri risultati hanno implicazioni per la comprensione della malattia, ma, ancora più importante, per lo sviluppo di terapie contro il MA, dirette contro l'Aβ o la tau. In particolare, i risultati suggeriscono che le terapie che limitano l'assorbimento di tau nei neuroni o il suo trasporto o escrezione, potrebbero limitare la progressione della malattia“, spiega Oskar Hansson.

 

 

 


Fonte: Lund University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jacob Vogel, Yasser Iturria-Medina, Olof Strandberg, Ruben Smith, Elizabeth Levitis, Alan Evans, Oskar Hansson. Spread of pathological tau proteins through communicating neurons in human Alzheimer's disease. Nature Communications, 26 May 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.