Un trattamento sperimentale per l'Alzheimer, seguito attentamente, non è riuscito a rallentare la malattia in uno studio in fase avanzata, una grande delusione per medici e pazienti.
Ma non è la fine del cammino per il farmaco, perchè la Pfizer Inc. (il produttore) ha dichiarato Lunedi che continuerà a studiare gli effetti del farmaco su un diverso gruppo di pazienti.
La Pfizer, che sta testando il bapineuzumab con il partner Johnson & Johnson, ha detto che il farmaco iniettato non rallenta il declino mentale o funzionale dei pazienti con Alzheimer lieve o moderata. Lo studio ha coinvolto circa 1.100 pazienti che portano un gene chiamato ApoE4, che dà alle persone un rischio maggiore di sviluppare il disordine che rapina la memoria. Però circa la metà della popolazione non porta quel gene, e continuano gli studi nei pazienti senza il gene. I risultati di uno studio sono previsti entro la fine dell'estate.
Ellen Rose, portavoce della Johnson & Johnson, ha detto che gli scienziati che hanno condotto il test intermedio sul bapineuzumab avevano visto "un indizio che i portatori del gene ApoE4 potrebbero non avere una chance altrettanto buona dei non portatori". Sia la Pfizer di New York che la Johnson & Johnson di New Brusnwick in NewJersey, stanno eseguendo ognuna due studi del farmaco sperimentale. Gli altri tre studi (due in pazienti senza il gene ApoE4 e uno in pazienti con il gene) stanno continuando, dopo un esame da un comitato indipendente che monitora la sicurezza.
Non c'è cura conosciuta per la malattia di Alzheimer. I farmaci attuali, tra cui Aricept di Pfizer e Namenda di Forest Laboratories, alleviano temporaneamente i sintomi come la perdita di memoria, la confusione e l'agitazione. Ma non fanno nulla per rallentare, fermare o invertire il declino mentale, lasciando i pazienti e i loro cari alla disperata ricerca di un nuovo trattamento. Esperti di Alzheimer sono rimasti delusi dalla notizia e hanno detto che sperano ancora che il farmaco si rivelerà efficace in altri studi di persone senza il gene ApoE4. "Continuo a sperare che potremmo vedere un risultato clinico più positivo nei non portatori di ApoE, in quanto potrebbero avere meno patologia cerebrale da invertire nello stadio di demenza lieve-moderata", ha detto il Dott. Reisa Sperling, un neurologo del Brigham and Women 's Hospital di Boston, affiliato di Harvard, uno dei leader degli studi sul bapineuzumab.
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Pubblicato da Linda A. Johnson in BusinessWeek il 23 Luglio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari. - Foto: L'entrata del Pfizer World headquaters a New York City. Credit: Reuters/Jeff Christensen JC
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