Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Farmaco può potenzialmente ritardare l'insorgenza o la progressione dell'Alzheimer

Un gruppo di ricerca guidato da Robert Nagele (foto), PhD, del New Jersey Institute for Successful Aging (NJISA) della Facoltà di Medicina Osteopatica all'Università di Medicina e Odontoiatria del New Jersey (UMDNJ), ha dimostrato che il farmaco anti-aterosclerosi darapladib può ridurre significativamente le perdite nella barriera ematoencefalica.

Questa scoperta apre potenzialmente le porte a nuove terapie per prevenire l'insorgenza o la progressione dell'Alzheimer.


In un articolo sul Journal of Alzheimer (attualmente in corso di stampa), i ricercatori descrivono i risultati derivanti dall'uso del darapladib in modelli animali che erano stati indotti a sviluppare diabete mellito e ipercolesterolemia (DMHC), che sono considerati fattori di rischio per l'Alzheimer.


"Il diabete e l'ipercolesterolemia sono associati ad un aumento della permeabilità della barriera emato-encefalica, e sta diventando sempre più chiaro che il mancato funzionamento di questa barriera del sangue nel cervello contribuisce a malattie neurodegenerative come l'Alzheimer", scrive Nagele. "Il darapladib sembra essere in grado di ridurre questa permeabilità a livelli paragonabili a quelli dei normali controlli non-DMHC, e suggerisce un legame tra questa permeabilità e la deposizione di peptidi amiloidi nel cervello".


Lo studio ha coinvolto 28 modelli animali (maiali), suddivisi in tre gruppi:

  • animali DMHC trattati con una dose da 10 mg/giorno di darapladib;
  • animali DMHC che non hanno ricevuto alcun trattamento,
  • controlli non-DMHC.


L'analisi post-mortem del cervello dei animali trattati con darapladib ha mostrato riduzioni significative delle perdite della barriera emato-encefalica e la densità di neuroni amiloide-positivi nelle cortecce cerebrali. È interessante notare che i peptidi amiloidi che perdevano nel tessuto cerebrale sono stati trovati quasi esclusivamente nei neuroni piramidali della corteccia cerebrale, una delle prime patologie dello sviluppo dell'Alzheimer.


"Poiché i nostri risultati suggeriscono che questi disturbi metabolici possono innescare cambiamenti neurodegenerativi attraverso la compromissione della barriera emato-encefalica, le terapie - come il darapladib - in grado di ridurre le perdite vascolari hanno un grande potenziale per ritardare l'insorgenza o rallentare la progressione delle malattie come l'Alzheimer", scrive l'autore principale dello studio, Nimish Acharya, PhD, del NJISA e della Graduate School of Biomedical Sciences della UMDNJ. "L'impatto clinico, di assistenza e finanziario di tale effetto non può essere sopravvalutato".


Questo studio è stato finanziato da una sovvenzione della GlaxoSmithKline nell'ambito di una alleanza industriale-accademica attraverso la Alternative Drug Discovery Initiative con la School of Medicine dell'Università della Pennsylvania.

 

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.
The original English version EnFlag
of this article is here.

 

 

 

 


Fonte: University of Medicine and Dentistry of New Jersey (UMDNJ), via Newswise.

Pubblicato in Science Daily il 11 Marzo 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:




 

Notizie da non perdere

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)