L'infiammazione è il denominatore comune di molte malattie croniche legate all'età come l'artrite, la gotta, l'Alzheimer e il diabete.
Ma secondo uno studio della Yale School of Medicine, anche in assenza di una malattia, l'infiammazione può portare a gravi perdite di funzionalità in tutto il corpo, riducendo la longevità della salute, quella parte della vita trascorsa relativamente priva di gravi malattie e disabilità.
Pubblicato come articolo di copertina del numero di ottobre di Cell Metabolism, lo studio ha rilevato che il sensore immune inflammasome Nlrp3 è uno scatenante comune di questa perdita di funzionalità derivante da infiammazione, che si manifesta con insulino-resistenza, perdita di tessuto osseo, fragilità, e declino cognitivo nell'invecchiamento.
Con l'aumento della popolazione di anziani i medici stanno vedendo un picco di malattie legate all'età, ma gli scienziati non hanno capito in pieno il ruolo dell'infiammazione. Ciò che è comunemente noto è che, con l'età, le nostre cellule cambiano, inducendo il sistema immunitario a produrre una infiammazione cronica di basso livello in tutto il corpo. L'invecchiamento è anche un importante fattore di rischio per diverse malattie croniche ma, secondo i ricercatori, le imprese biomedicali spendono miliardi di dollari per combattere separatamente ogni malattia dipendente dall'età.
"Questo è il primo studio a dimostrare che l'infiammazione è causalmente legata al declino funzionale durante l'invecchiamento", ha detto l'autore Vishwa Deep Dixit, professore di medicina comparata e immunobiologia alla Yale School of Medicine. "Ci sono vari scatenanti cellulari dell'infiammazione in tutto il corpo, ma abbiamo individuato il Nlrp3 come il sensore specifico che attiva l'infiammazione con l'età".
"Se l'invecchiamento è realmente un fattore comune per più malattie, la domanda senza risposta è: possiamo identificare i fattori scatenanti dell'invecchiamento che causano l'infiammazione di basso livello, in modo che, 'spegnendo' lo scatenante, si possa rallentare l'insorgenza di diverse malattie croniche che dipendono dall'età", ha aggiunto Dixit. "Dal momento che l'invecchiamento colpisce tutti noi, se questo obiettivo può essere raggiunto, é probabile che si possa migliorare in modo significativo la longevità della salute e anche ridurre i costi sanitari, poiché la popolazione che invecchia é in aumento negli Stati Uniti".
Dixit ed i suoi colleghi hanno studiato il processo di invecchiamento normale di topi sani, e nutriti con una dieta normale. Il team di ricerca ha scoperto che il sensore immune inflammasome Nlrp3 si attiva in risposta all'invecchiamento. Hanno poi testato i topi per determinare se, riducendo l'attività dell'inflammasome Nlrp3, si abbassa l'infiammazione, e il declino della funzionalità associato all'invecchiamento.
I risultati dimostrano che gli animali con minore attivazione di Nlrp3 sono protetti da molte malattie legate all'età, come la demenza, la perdita di tessuto osseo, l'intolleranza al glucosio, la cataratta e la degenerazione del timo. I topi ottengono risultati migliori anche in termini funzionali, sono meno fragili, e corrono per periodi più lunghi. I ricercatori hanno anche testato un altro sensore immune chiamato caspase11, che si attiva in risposta a certe infezioni, e hanno scoperto che non é collegato al processo di infiammazione relativo all'età.
"Ora che abbiamo identificato questo meccanismo nel sensore immunitario Nlrp3, potremmo essere in grado di manipolarlo per ritardare o ridurre l'infiammazione", ha detto Dixit. "Questo potrebbe portare alla possibilità di prolungare la longevità della salute, e condurre ad una vecchiaia relativamente libera da malattie o disabilità".
Dixit ha detto che sono necessari ulteriori studi per esaminare se il meccanismo del Nlrp3 può essere manipolato in modo sicuro senza compromettere il sistema immunitario. Egli fa notare che, anche se ci sono diversi farmaci anti-infiammatori a disposizione, nessuno sembra essere efficace per aumentare la longevità della salute. "Uno dei nostri obiettivi a lungo termine è sviluppare terapie o diete specifiche che possano rallentare il processo di infiammazione eccessiva come un mezzo per prevenire le malattie croniche", ha detto.
Fonte: Yale University, via EurekAlert!, a service of AAAS.
Riferimenti: Yun-Hee Youm, Ryan W. Grant, Laura R. McCabe, Diana C. Albarado, Kim Yen Nguyen, Anthony Ravussin, Paul Pistell, Susan Newman, Renee Carter, Amanda Laque, Heike Münzberg, Clifford J. Rosen, Donald K. Ingram, J. Michael Salbaum, Vishwa Deep Dixit. Canonical Nlrp3 Inflammasome Links Systemic Low-Grade Inflammation to Functional Decline in Aging. Cell Metabolism, 2013; 18 (4): 519 DOI: 10.1016/j.cmet.2013.09.010
Pubblicato in eurekalert.org (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.
Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra: |