Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Disturbi cronici del sonno potrebbero far insorgere l'Alzheimer

Le persone che soffrono di disturbi cronici del sonno, per lavoro, insonnia o  altri motivi, potrebbero dover fronteggiare un esordio più precoce della demenza e dell'Alzheimer, secondo un nuovo studio pre-clinico effettuato alla Temple University.


"La grande domanda biologica che abbiamo cercato di affrontare in questo studio è se i disturbi del sonno sono un fattore di rischio per lo sviluppo di Alzheimer o sono qualcosa che si manifesta con la malattia", ha detto Domenico Praticò, professore di farmacologia e microbiologia/immunologia nella School of Medicine della Temple, che ha condotto lo studio.


Inizialmente, i ricercatori hanno esaminato degli studi longitudinali che indicano che le persone che segnalano disturbi del sonno cronici spesso sviluppano l'Alzheimer. Per questo studio, hanno usato un modello di topo transgenico di Alzheimer che inizia a sviluppare un deterioramento della memoria e dell'apprendimento a circa un anno, l'equivalente di un essere umano tra i 50 e i 70 anni di età, e che a 14-15 mesi hanno la patologia di Alzheimer tipica del cervello umano, comprese le placche amiloidi e i grovigli di proteine tau, le due principali caratteristiche cerebrali patologiche o lesioni della malattia.


Lo studio di otto settimane è iniziato quando i topi avevano circa sei mesi di età, l'equivalente di un essere umano adulto di 40/50 anni. Un gruppo di topi è stato tenuto su un programma di 12 ore di luce e 12 ore di buio, mentre un secondo gruppo è stato sottoposto a 20 ore di luce e solo quattro ore di buio, riducendo notevolmente la quantità di sonno.


"Alla fine delle otto settimane non abbiamo osservato inizialmente alcuna evidenza di diversità tra i due gruppi"
, ha detto Praticὸ, che è anche membro del Center for Translational Medicine della Temple. "Tuttavia, quando ne abbiamo testato la memoria, il gruppo che aveva avuto un sonno ridotto ha dimostrato una significativa compromissione della memoria di lavoro e di ritenzione, così come della capacità di apprendimento".


I ricercatori hanno poi esaminato il cervello dei topi per trovare i diversi aspetti della patologia di Alzheimer, soprattutto le placche amiloidi e i grovigli di proteine tau. "Non abbiamo visto, con sorpresa, alcuna differenza tra i due gruppi nelle placche amiloidi", osserva Praticὸ. "Tuttavia, abbiamo osservato che il gruppo con disturbi del sonno ha avuto un aumento significativo della quantità di proteina tau che è diventata fosforilata e ha formato i grovigli all'interno delle cellule neuronali del cervello".


La proteina tau è un componente importante per la salute delle cellule neuronali, ma livelli elevati di tau fosforilata possono disturbare la connessione sinaptica o la capacità di trasportare una sostanza nutritiva/chimica o trasmettere un segnale elettrico da una cellula all'altra delle cellule, ha detto Praticò. "A causa della fosforilazione anomala della proteina tau, i topi privati del sonno hanno avuto un aumento enorme di rotture di queste connessioni sinaptiche", ha detto. "Questa perturbazione finisce per compromettere la capacità del cervello di apprendere e di formare nuovi ricordi e altre funzioni cognitive, e contribuisce all'Alzheimer".


Praticὸ ha detto che, dal momento che i topi privati del sonno hanno sviluppato la patologia cerebrale di Alzheimer prima rispetto ai topi che non ne sono stati privati, i disturbi del sonno agiscono da innesco che accelera il processo patologico di fosforilazione della tau e il danno irreversibile alla connessione sinaptica. "Possiamo concludere da questo studio che i disturbi cronici del sonno sono un fattore di rischio ambientale per l'Alzheimer", ha detto. "Ma la buona notizia è che i disturbi del sonno possono essere facilmente trattati, riducendo così anche il rischio di Alzheimer".


I ricercatori hanno pubblicato i loro risultati sulla rivista Neurobiology of Aging. La ricerca è stata finanziata in parte dall'Alzheimer's Art Quilt Initiative.

 

 

 

 

 


FonteTemple University  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Antonio Di Meco, Yash B. Joshi, Domenico Pratic. Sleep deprivation impairs memory, tau metabolism, and synaptic integrity of a mouse model of Alzheimer's disease with plaques and tangles. Neurobiology of Aging, 2014; DOI: 10.1016/j.neurobiolaging.2014.02.011

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)