Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


C'è un odore speciale nell'Alzheimer che può essere individuato precocemente?

Un nuovo studio effettuato al Monell Center dell'US Department of Agriculture (USDA), e nelle istituzioni che collaborano, riferisce di aver trovato una firma di odore identificabile univocamente in topi modello di Alzheimer. La firma dell'odore compare nelle urine prima dello sviluppo significativo della patologia cerebrale collegata all'Alzheimer, suggerendo che potrebbe essere possibile sviluppare uno strumento non invasivo per la diagnosi precoce della malattia.


"Precedenti ricerche della USDA e del Monell si erano concentrate sui cambiamenti dell'odore del corpo causati da fonti esogene, come virus o vaccini. Ora abbiamo la prova che le firme dell'odore urinario possono essere modificate dai cambiamenti nelle patologie cerebrali dell'Alzheimer", ha detto l'autore dello studio Bruce Kimball PhD, ecologista chimico dell'USDA National Wildlife Research Center (NWRC), che staziona al Monell Center. "Questa scoperta può avere anche implicazioni per altre malattie neurologiche".


Identificazione di un biomarcatore precoce per l'Alzheimer potrebbe consentire ai medici di diagnosticare la malattia debilitante prima dell'inizio del declino del cervello e del deterioramento mentale, aprendo la strada a imminenti trattamenti per rallentare la progressione iniziale della malattia.


L'Alzheimer, la forma più comune di demenza, non ha un test per diagnosticarlo definitivamente nelle persone viventi. Anche se la progressione del morbo attualmente non può essere arrestata o invertita, una diagnosi accurata può dare ai pazienti e alle famiglie il tempo per pianificare il futuro e cercare trattamenti per il sollievo dei sintomi.


"Anche se questa ricerca è in fase di «prova-di-concetto», l'identificazione delle firme di odore caratteristiche potrebbe un giorno indicare la via verso biomarcatori umani che scoprono l'Alzheimer nelle fasi iniziali", ha detto l'autore dello studio Daniel Wesson PhD, neuroscienziato della Case Western Reserve University.


Nello studio, pubblicato sulla rivista on-line Scientific Reports, i ricercatori hanno studiato tre modelli separati di topo, chiamati topi APP, che imitano la patologia cerebrale dell'Alzheimer. Con analisi sia comportamentali che chimiche, i ricercatori hanno scoperto che ogni ceppo di topi APP produce profili di odore urinario che possono essere distinti da quelli dei topi di controllo. I cambiamenti di odore non risultano dalla comparsa di nuovi composti chimici, ma riflettono uno spostamento relativo delle concentrazioni di composti urinari esistenti.


Le differenze di odore fra topi APP e quelli di controllo erano per lo più indipendenti dall'età e precedevano quantità rilevabili di accumulo di placca nel cervello dei topi APP. Questi risultati suggeriscono che la caratteristica firma di odore è legata alla presenza di un gene sottostante piuttosto che all'effettivo sviluppo di alterazioni patologiche nel cervello.


Ulteriori studi hanno dimostrato che i profili di odore caratteristici potrebbero essere usati per distinguere predicativamente i topi APP da quelli di controllo.


[...]

I ricercatori fanno notare che sono necessari studi approfonditi per identificare e caratterizzare le firme di odore collegate all'Alzheimer negli esseri umani.

 

 

 


Fonte: Monell Chemical Senses Center (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari

Riferimenti: Bruce A. Kimball, Donald A. Wilson, Daniel W. Wesson. Alterations of the volatile metabolome in mouse models of Alzheimer’s disease. Scientific Reports, 2016; 6: 19495 DOI: 10.1038/srep19495

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)