Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trattare il diabete per combattere l'Alzheimer?

I pazienti in terapia per il diabete di tipo 2 potrebbero tenere a bada il morbo di Alzheimer (MA), secondo uno studio pubblicato il 4 marzo sulla rivista Diabetes Care.


Psicologi della University of Southern California hanno scoperto che i pazienti con diabete non trattato hanno sviluppato segni di MA 1,6 volte più velocemente di coloro che non avevano il diabete.


"I nostri risultati sottolineano l'importanza di rilevare prima possibile il diabete o altre malattie metaboliche negli adulti", afferma Daniel A. Nation, professore associato di psicologia all'USC. "Tra le persone con diabete, la differenza nel loro tasso di sviluppo dei segni di demenza e di MA è chiaramente legata in qualche modo al fatto che siano o meno in cura per il diabete stesso".


Nation afferma che questo studio potrebbe essere il primo a confrontare il tasso di sviluppo della patologia per il MA e la demenza tra le persone con livelli normali di glucosio, con prediabete o persone con diabete di tipo 2, sia trattate che non trattate.


Per lo studio, gli scienziati hanno confrontato la 'patologia tau', la progressione dei grovigli cerebrali che sono il segno distintivo del MA. Quando i grovigli si combinano con le placche appiccicose di amiloide-beta (una proteina tossica), interrompono i segnali tra le cellule cerebrali, compromettendo la memoria e altre funzioni.


Nation e Elissa McIntosh, dottoranda in psicologia della USC, hanno analizzato i dati raccolti dall'Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative su quasi 1.300 persone di età pari o superiore a 55 anni. I dati includevano biomarcatori per il diabete e le malattie vascolari, scansioni cerebrali e una serie di indicatori di salute, compresa le prestazioni sui test della memoria.


Per alcuni partecipanti, Nation e la McIntosh sono stati in grado di analizzare i dati di 10 anni di dati, mentre per altri hanno avuto 1 o 4 anni. Tra 900 di questi pazienti, poco più di 50 avevano il diabete di tipo 2 ma non erano trattati per esso, mentre quasi 70 ricevevano il trattamento. La maggior parte (530) delle persone nello studio aveva livelli normali di zucchero nel sangue mentre 250 avevano prediabete (iperglicemia).


I ricercatori hanno confrontato, tra le diverse categorie di pazienti diabetici, i risultati del test del cervello e del liquido spinale che possono indicare segni di placche amiloidi e grovigli cerebrali.


"È possibile che le medicine per il trattamento del diabete possano fare la differenza nella progressione della degenerazione cerebrale", dice Nation. "Ma non è chiaro come esattamente quei farmaci potrebbero rallentare o prevenire l'insorgenza del MA, quindi è qualcosa su cui dobbiamo indagare".


Sempre più spesso, gli scienziati considerano il MA come il risultato di una cascata di molteplici problemi anziché solo uno o due. I fattori combinativi spaziano dall'esposizione all'inquinamento, alla genetica (il gene ApoE4, ad esempio), alle malattie cardiache e alle malattie metaboliche.

 

 

 


Fonte: Emily Gersema in University of Southern California (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Elissa C. McIntosh, Daniel A. Nation, for the Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative. Importance of Treatment Status in Links Between Type 2 Diabetes and Alzheimer Disease. Diabetes Care, 4 Mar 2019, DOI: 10.2337/dc18-1399

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)