Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Differenze genetiche sono importanti per la diagnosi di Alzheimer

two pathways in alzheimer diagnosisLo studio ha rivelato due percorsi alternativi di accumulo dell'amiloide: rilevato per la prima volta nel liquido cerebrospinale (CSF-first) o rilevato per la prima volta nel cervello (PET-first). Grafica: gruppo di ricerca.

I due metodi usati per rilevare la patologia amiloide nel morbo di Alzheimer (MA) danno risultati ambigui, con il rischio di interventi di cura errati o ritardati. Ora, dei ricercatori del Karolinska Institutet hanno trovato le spiegazioni genetiche delle differenze. Lo studio è pubblicato in Molecular Psychiatry e può essere importante per una diagnostica più individuale e per lo sviluppo di farmaci futuri.


Il MA è la causa più comune di demenza e porta alla graduale perdita di memoria e alla morte prematura. Ci sono circa 50 milioni di persone in tutto il mondo con la malattia, e secondo Hjärnfonden, il numero aumenterà del 70% in 50 anni, in parte perché viviamo sempre più a lungo.


Uno dei primi segni di MA è l'accumulo patologico di proteine ​​amiloidi che forma depositi insolubili nel cervello, chiamate 'placche'. Questo processo può durare molti anni senza influenzare apprezzabilmente l'abilità cognitiva della persona.


Le placche di amiloide sono presenti nel cervello in una fase iniziale del MA, già prima del lieve deterioramento cognitivo. Allo stesso tempo, una diagnosi precoce è importante per gli interventi di cura che potrebbero rallentare il corso della malattia.

 

Scansioni PET e analisi del CSF

Oggi, i metodi accettati per rilevare accumuli patologici di amiloide sono le scansioni cerebrali delle placche amiloidi con uno scanner PET e l'analisi del fluido cerebrospinale (CSF) dal midollo spinale. Ma i metodi mostrano risultati diversi fino nel 20% dei casi, specialmente nelle prime fasi della malattia. Queste differenze possono avere implicazioni per il paziente, per la diagnosi e il trattamento precoce.


Ora, i ricercatori del Karolinska Institutet e dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano hanno identificato due percorsi alternativi per lo sviluppo della patologia amiloide nel MA. I risultati sono basati sull'analisi delle scansioni PET e del CSF di 867 partecipanti, che comprendevano pazienti con lieve deterioramento cognitivo e demenza di MA, e controlli sani. L'accumulo di amiloide in un sottoinsieme di quasi 300 partecipanti è stato documentato per 2 anni sia con scansioni PET che con l'analisi del CSF.


I risultati mostrano che i cambiamenti patologici in alcuni individui vengono rilevati per la prima volta nel cervello con la scansione PET, e in altri prima con l'analisi del CSF. In quest'ultimo gruppo, i ricercatori hanno anche visto un'incidenza più elevata di APOE-e4e4, il fattore di rischio genetico del MA e un accumulo più rapido di placche amiloidi nel cervello rispetto al primo gruppo.

 

Informazioni complementari sull'amiloide

Secondo i ricercatori, i risultati rivelano due diversi gruppi di pazienti, con genetiche e velocità diverse di accumulo di placca amiloide nel cervello.


La prima autrice Arianna Sala, attualmente ricercatrice postdottorato all'Università di Liegi in Belgio e all'Università Tecnica di Monaco di Baviera in Germania, afferma

"I risultati possono essere importanti perché i biomarcatori amiloidi hanno un ruolo significativo come marcatori diagnostici precoci per la diagnosi clinica. Oggi, il CSF e la PET sono considerati equivalenti per determinare il grado di accumulo di amiloide, ma lo studio indica che i due metodi dovrebbero essere visti come complementari l'uno all'altro" .


L'autrice senior Elena Rodriguez-Vieitez, ricercatrice del Dipartimento di Neurobiologia, Scienze Assistenziali e Società dell'Istituto Karolinska, afferma:

"Le differenze nei risultati dei biomarcatori nel cervello e nel CSF forniscono informazioni biologiche e opportunità uniche per la diagnosi e un trattamento più precoce e più individualizzato del MA in futuro. I risultati possono anche essere importanti per progettare esperimenti clinici di nuovi farmaci contro l'accumulo di amiloide nel cervello"

 

 

 


Fonte: Karolinska Institutet (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Arianna Sala, Agneta Nordberg, Elena Rodriguez-Vieitez. Longitudinal pathways of cerebrospinal fluid and positron emission tomography biomarkers of amyloid-β positivity. Molecular Psychiatry, 11 Dec 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)