Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dan Gibbs: dormire, forse sognare

young woman sleepingImage by katemangostar on Freepik.com

Numerosi studi hanno notato in precedenza che le persone con demenza tendono a dormire meno di quelle senza. La domanda è: qual è la causa e qual è l'effetto? Dormire meno promuove l'inizio della demenza o la demenza rompe il sonno? La risposta sembra essere che entrambe le ipotesi sono vere.


I disturbi del sonno sono un problema quasi universale nella demenza moderata e avanzata, specialmente per quelli con morbo di Alzheimer (MA). I pazienti di MA hanno difficoltà ad addormentarsi e dormire. Il ciclo sonno-veglia è spesso invertito nei pazienti di MA che sono svegli in media il 40% del tempo a letto di notte e poi trascorrono una parte significativa della giornata addormentati.


Quando si svegliano di notte, possono vagare o urlare, interrompendo anche il sonno dei caregiver. I problemi del sonno possono essere esacerbati dalla depressione, dalla sindrome delle gambe irrequiete e dall'apnea notturna. Anche alcuni farmaci possono interrompere il sonno. Gli inibitori della colinesterasi come l'Aricept (donepezil) sono presi da molte persone con MA, ma se presi a letto spesso causano incubi vividi.


L'ho sperimentato io stesso poche settimane dopo l'avvio del farmaco e ho scoperto che è un effetto collaterale ben noto. Stranamente le raccomandazioni di prescrizione richiedono ancora una dose prima di andare a letto, probabilmente per ridurre al minimo i sintomi gastrointestinali, ma quando sono passato a prenderlo al mattino, ho smesso di avere incubi. Qualche giorno fa ho confuso i farmaci e ho preso l'Aricept prima di andare a letto invece che al mattino, e ovviamente, sono stato inseguito per tutta la notte da uomini armati che cercavano di uccidermi.

Chi è Daniel Gibbs:

"Sono un neurologo in pensione con la malattia di Alzheimer in fase iniziale. Mi sono preso cura di molti pazienti con Alzheimer e altre demenze nei 25 anni di pratica di neurologia generale a Portland, in Oregon. Ho scritto delle mie esperienze con Alzheimer da due prospettive, paziente e medico, nel libro A Tattoo On My Brain: A Neurologist’s Personal Battle against Alzheimer’s Disease (un tatuaggio sul mio cervello: la battaglia personale di un neurologo contro l'Alzheimer), edito da Cambridge University Press".


Quindi il MA interrompe chiaramente il sonno, ma la mancanza di sonno influisce sul rischio di contrarre il MA? Questo è stato sorprendentemente difficile da determinare. Un rapporto pubblicato su Nature Communications fornisce la risposta più convincente di sempre. Lo studio Whitehall II è stato avviato negli anni '80 nel Regno Unito come indagine a lungo termine su diversi fattori di rischio per varie malattie.


I quasi 8.000 soggetti di questo studio sono stati reclutati quando avevano circa 50 anni e seguiti per quasi trent'anni. Quando avevano 50 anni è stato loro chiesto della durata del sonno notturno, e di nuovo quando ne avevano 60 e 70. A 70 anni, 6.875 di questi soggetti erano ancora vivi e senza demenza. Nel corso dei successivi 7 anni, 426 di questi soggetti hanno sviluppato la demenza.


Coloro che dormivano al massimo 6 ore ogni notte a 50 o 60 anni hanno avuto circa il 30% in più di probabilità di sviluppare la demenza quando ne avevano 77 rispetto a quelli che hanno riferito di dormire almeno 7 ore a notte. Gli autori hanno concluso "che una breve durata del sonno in mezza età è associata a un rischio più elevato di demenza più avanti nella vita, indipendentemente da fattori socio-demografici, comportamentali, cardio-metabolici e di salute mentale".


Perché dormire un numero adeguato di ore può essere importante nel ridurre il rischio di demenza, in particolare di MA? Come ho scritto sul libro Tattoo, una serie di studi su animali e umani ha suggerito che amiloide e altre tossine vengono rimosse dal cervello durante il sonno da un fluido simile al liquido cerebrospinale (CSF).


Il flusso di questo fluido detergente attraverso la cosiddetta circolazione glinfatica del cervello è attivo al massimo durante il sonno a onda lenta non-REM ed è guidato da una combinazione di attività elettrica cerebrale e pulsazioni arteriose.


In conclusione, un sonno di durata adeguata in mezza età è davvero importante per ridurre il rischio di demenza, compreso il MA. Ricorda, i cambiamenti patologici del MA, in particolare delle placche amiloidi, possono iniziare venti anni prima che vi sia un danno cognitivo. Questo è il momento, nei 50 e nei 40 anni, quando è particolarmente importante dormire almeno 7 ore ogni notte.

 

 

 


Fonte: Daniel Gibbs in A Tattoo On My Brain (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)