Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perché alcune persone sono più suscettibili all'Alzheimer?

Una nuova ricerca dell'Università di Sheffield, insieme a scienziati dell'Università di Cambridge, della Washington University e dell'Università della Finlandia Orientale, rivela come il gene di rischio chiamato Apolipoproteina E (ApoE) interagisce con la proteina amiloide-beta (Aβ) e come questa interazione influisce sulla probabilità di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA).


L'accumulo di Aβ nel tessuto cerebrale, che forma ciuffi noti come placca, è un segno distintivo del MA. Questo accumulo inizia da due a tre decenni prima che appaiano sintomi, segnando uno dei primi segni di disfunzione nella malattia. Questo processo di accumulo danneggia le cellule cerebrali e compromette le loro funzioni, portando a sintomi come la perdita di memoria. Pertanto, fermare questo processo di accumulo o mitigare la tossicità attorno ad esso è una potenziale strategia terapeutica.


L'ApoE è il gene di rischio più comune legato al MA, e può avere tre forme comuni nell'uomo: l'ApoE2 è associato a un rischio ridotto di MA, l'ApoE3, la forma più comune, non sembra influire sul rischio della malattia, mentre l'ApoE4 aumenta significativamente il rischio. Circa 1 individuo sano su 7 è portatore di 2 copie del gene ApoE4, ma un paziente su 2,5 con diagnosi di MA possiede questo gene, evidenziando il rischio sostanziale che pone per lo sviluppo della condizione.


Con il loro studio pubblicato su Nature Communications, gli scienziati di Sheffield hanno collegato questi due eventi fondamentali del MA: come il gene ApoE ereditario è legato allo sviluppo del MA modulando il processo di accumulo di Aβ. Hanno usato un approccio innovativo, convertendo le cellule della pelle dall'uomo nel tipo di cellule cerebrali e isolando i ciuffi di Aβ dal cervello dei pazienti che hanno versioni diverse del gene ApoE.


Hanno scoperto che tutte le forme del gene ApoE interagiscono con l'Aβ durante le prime fasi dell'accumulo. Tuttavia, la variante ApoE4 del gene fa sì che l'Aβ diventi più dannosa per le cellule cerebrali e acceleri il suo accumulo, rispetto alle altre varianti del gene. L'autore senior dello studio, il dott. Suman De dell'Università di Sheffield, ha dichiarato:

"È particolarmente interessante nei nostri risultati che abbiamo identificato un obiettivo specifico ApoE4 - aggregati o ciuffi Aβ. Concentrandoci sulla rimozione di questi ciuffi, possiamo mitigare il danno che l'Aβ provoca alle cellule cerebrali, migliorare l'eliminazione di Aβ tossica e potenzialmente rallentare il suo accumulo. Ciò apre la strada a nuove terapie che puntano questi specifici gruppi di proteine, offrendo una nuova strada per la lotta al MA".


La FDA ha approvato di recente due diversi trattamenti per la rimozione di ciuffi amiloidi dal tessuto cerebrale dei pazienti di MA, fornendo nuove speranze nella lotta a questa condizione debilitante. Tuttavia, il loro effetto è modesto, specialmente per quelli con geni ApoE4. Uno dei motivi è che questi trattamenti sono generalmente somministrati nelle fasi sintomatiche della malattia quando molte cellule cerebrali sono già state danneggiate a causa del processo di accumulo di Aβ.


Questo studio permette di capire come l'ApoE influenza il raggruppamento di Aβ durante le prime fasi della malattia e mostra che la rimozione selettiva dei ciuffi dannosi di Aβ con i quali interagisce l'ApoE4 potrebbe mitigare la perdita delle cellule cerebrali e accelerare l'eliminazione dell'amiloide dal cervello.


Gli scienziati sperano che ricerche future possano portare a terapie mirate, in particolare per i pazienti con gene ApoE4, per rallentare o prevenire la progressione del MA. Sebbene questa ricerca sia alle prime fasi, rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione del MA. Il dott. De ha aggiunto:

"Questa scoperta spiega perché le persone con una variante specifica del gene ApoE ereditate hanno un rischio molto più elevato di sviluppare il MA. Sebbene questo rischio associato al gene ApoE sia noto da decenni, il nostro studio illumina i meccanismi specifici con cui diverse varianti del gene ApoE influenzano l'accumulo di Aβ e influenzano quindi la probabilità di sviluppare la malattia".

 

 

 


Fonte: University of Sheffield (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Z Xia, [+29], S De. Co-aggregation with Apolipoprotein E modulates the function of Amyloid-β in Alzheimer’s disease. Nat Commun, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.