Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Più di 3.000 interruttori epigenetici controllano i cicli giornalieri del fegato

Quando è buio, e cominciamo ad addormentarci, la maggior parte di noi pensa che siamo stanchi perché il nostro corpo ha bisogno di riposo. Eppure i ritmi circadiani influenzano il nostro corpo non solo nell'insieme, ma anche a livello dei singoli organi, e anche dei geni.

Ora scienziati del Salk Institute hanno determinato gli interruttori genetici specifici che sincronizzano l'attività deil fegato con il ciclo circadiano. La loro scoperta dà una visione più completa dei meccanismi che stanno dietro condizioni pericolosi per la salute come lo zucchero alto nel sangue e il colesterolo alto.


Migliaia di interruttori epigenetici nel fegato
controllano se i geni si attivano o disattivano in
risposta ai cicli circadiani. La figura illustra le
variazioni giornaliere, ogni sei ore, in cinque
diverse caratteristiche della cromatina associate con
l'espressione temporizzata di un gene (linea rossa
in alto). (Credit: Courtesy Jamie Simon, Salk
Institute for Biological Studies)


"Sappiamo che i geni nel fegato si accendono e di spengono in momenti diversi della giornata e sono coinvolti nel metabolismo di sostanze come i grassi e il colesterolo", dice Satchidananda Panda, co-autore corrispondente dello studio e professore associato nel Regulatory Biology Laboratory del Salk. "Per capire cosa accende e spegne quei geni, abbiamo dovuto trovare gli interruttori".


Con sorpresa hanno scoperto che tra gli interruttori c'è la cromatina, il complesso proteico che impacchetta ermeticamente il DNA nel nucleo della cellula. Mentre la cromatina è conosciuta per il suo ruolo nel controllo dei geni, non si pensava che fosse influenzata dai cicli circadiani. Panda e i suoi colleghi, che comprendono Joseph R. Ecker, titolare della Cattedra International Council di Genetica del Salk, riferiscono i risultati su Cell Metabolism del 5 Dicembre.


Nel corso degli ultimi dieci anni, gli scienziati hanno cominciato a scoprire di più sul rapporto tra i cicli circadiani e il metabolismo. I ritmi circadiani influenzano quasi ogni organismo vivente, incluse le piante, i batteri, gli insetti e gli esseri umani.


"E' noto fin dall'inizio del 18° secolo che le piante conservate al buio comunque aprono le foglie con cicli di 24 ore. Allo stesso modo, anche i volontari umani mantengono i ritmi circadiani nelle stanze buie. Ora stiamo determinando i processi regolatori che controllano quelle risposte"
, dice Ecker, che è stato recentemente eletto Fellow della Associazione Americana per l'Avanzamento della Scienza per il suo lavoro sulla genetica delle piante e delle cellule umane.


Panda offre un esempio di comportamento umano con influenza circadiana che è dolorosamente familiare a tutti i genitori dei neonati: Perché i bambini si svegliano nel cuore della notte? Non è perché non sono ancora "addestrati" per un programma normale, ma perché i loro orologi interni circadiani non si sono ancora sviluppati. "Una volta che l'orologio si è sviluppato, il bambino può dormire naturalmente tutta la notte", dice Panda. "All'altra estremità della vita, le persone anziane con demenza hanno problemi di sonno perché il loro orologio biologico è degenerato".


Nel caso degli esseri umani e degli altri vertebrati, una struttura del cervello chiamata nucleo soprachiasmatico controlla le risposte circadiane. Ma ci sono anche orologi in tutto il corpo, compresi i nostri organi viscerali, che dicono a geni specifici quando produrre le proteine lavoratrici che consentono le funzioni di base del nostro corpo, come ad esempio la produzione di glucosio per l'energia.


Nel fegato, i geni che controllano il metabolismo dei grassi e del colesterolo si accendono e si spengono in sincronia con questi orologi. Ma i geni non si accendono/spengono da soli. La loro attività è regolata dall' "epigenoma", un insieme di molecole che segnalano ai geni quante proteine devono produrre e, cosa più importante dal punto di vista circadiano, quando deve essere fatto. "Sappiamo che il momento di mangiare determina quando si deve accendere o spegnere un particolare gene; per esempio, se si mangia solo di notte, un gene che si deve accendere durante il giorno si deve accendere invece di notte", dice Panda.


Per questo motivo, l'epigenoma è di particolare interesse per la salute, dal momento che siamo in grado di controllare quando mangiamo. Uno studio precedente del laboratorio di Panda, pubblicato lo scorso Maggio su Cell Metabolism, suggeriva che dovremmo osservare un digiuno di 16 ore tra i pasti della sera e della mattina. "Il nostro corpo si è evoluto, in risposta ai cicli naturali, per produrre glucosio di notte", dice Panda. "Ma se oltre a ciò si mangia, si crea glucosio in eccesso e questo danneggia gli organi, portando al diabete. E' come sovraccaricare una batteria per auto. Ci saranno pessime conseguenze".


In poche parole, mentre non possiamo controllare con quali geni si nasce, abbiamo una certa influenza su quello che fanno. Tuttavia, l'interazione tra genoma e epigenoma è estremamente complessa. Panda, Ecker e i loro colleghi, compresi i primi co-autori dello studio Christopher Vollmers e Robert J. Schmitz, ricercatori post-dottorato del Salk, hanno fatto i loro studi sui topi. Nel fegato del topo, hanno scoperto più di 3.000 elementi epigenomici, che regolano i cicli circadiani di 14.492 geni. Confrontando il genoma del topo con quello umano, si trovano molti degli stessi geni.


"Ora che sappiamo dove sono gli interruttori,siamo un passo più vicini alla comprensione del meccanismo di regolazione genica", dice Panda; "Per esempio, ci aiuta a restringere a particolari regioni del genoma la ricerca di altri fattori. In altre parole, almeno ora sappiamo di dover cercare in Alaska, piuttosto che in Australia. Però l'Alaska è ancora un posto grande".


Hanno collaborato allo studio Jason Nathanson e Gene Yeo, della University of California di San Diego. Il lavoro è stato finanziato dal Blasker Science and Technology Grant Award della San Diego Foundation; dal National Institutes of Health; dalla Mary K. Chapman Foundation; dal Howard Hughes Medical Institute; dalla Gordon and Betty Moore Foundation; e dal Pew Scholars Program in Biomedical Sciences.

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale del Salk Institute for Biological Studies, via Newswise.

Riferimento:
Christopher Vollmers, Robert J. Schmitz, Jason Nathanson, Gene Yeo, Joseph R. Ecker, Satchidananda Panda. Circadian Oscillations of Protein-Coding and Regulatory RNAs in a Highly Dynamic Mammalian Liver Epigenome. Cell Metabolism, 2012; 16 (6): 833 DOI: 10.1016/j.cmet.2012.11.004.

Pubblicato in ScienceDaily il 10 Dicembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)