Il mio amico Ron Louie è oncologo pediatrico e caregiver a tempo pieno per sua moglie che ha l'Alzheimer. Scrive regolarmente articoli, spesso facendo confronti intriganti sulla ricerca di un trattamento efficace per l'Alzheimer con i progressi più riusciti nel trattamento del cancro.
Il suo articolo di oggi (15 dicembre 2022) parla di uno studio pubblicato su JAMA del quale avevo considerato di scrivere. Dato che ha già fatto un lavoro molto migliore di quanto avrei potuto fare io, questo è il suo post, con il suo gentile permesso. Ti esorto a leggerlo.
In breve, lo studio su JAMA riferisce di un esperimento clinico prospettico ben progettato sugli effetti due interventi, esercizio fisico e/o meditazione, sul declino cognitivo nei soggetti anziani (64-84 anni). Tutti i soggetti avevano notato problemi con la memoria o la concentrazione, ma tutti avevano ancora test cognitivi normali all'inizio dello studio.
Non è stato osservato alcun beneficio cognitivo dell'esercizio o della mediazione rispetto al gruppo di controllo dopo sei mesi, ma quello che è importante è che non è stato notato alcun declino cognitivo nemmeno nel gruppo di controllo.
Il messaggio da recepire non è che l'esercizio e la meditazione sono inefficaci nel rallentamento del declino cognitivo. Piuttosto lo studio suggerisce che gli esperimenti di intervento in soggetti leggermente sintomatici in futuro dovranno essere 1) molto più lunghi e 2) più omogenei in termini di patologia sottostante, magari attraverso l'uso di biomarcatori.
Fonte: Daniel Gibbs in A Tattoo On My Brain (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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