Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Lo stigma rende l'Alzheimer più difficile per tutti

Data: Estate '95 - Luogo: Jefferson County, Colorado - Ambiente: All'interno di una delle tante case di cura che ho visitato come consulente di salute mentale.

Rosemary (nome diverso per privacy) si è divertita nella gita alla partita della Minor League Baseball. Lo sapevo perché, non appena entrai nella struttura, si avvicinò a me con uno sguardo eccitato che raramente avevo visto in lei prima.

Aveva Alzheimer nella fase intermedia e aveva sperimentato i cambiamenti di umore, soprattutto depressione e agitatezza. Mi ha parlato dei giocatori, del campo, e di quanto le piacevano gli hot dog che aveva avuto per pranzo. Rosemary stava passando una buona giornata.

Sono entrata nell'ufficio condiviso dell'assistente sociale e del direttore delle attività e ho parlato di quanto sia piaciuta a Rosemary la gita. I due si sono guardati l'un l'altro e hanno alzato gli occhi. "Cosa c'è che non va?" ho chiesto. "Rosemary ci ha terribilmente imbarazzato, come al solito", ha spiegato l'assistente sociale. "Parlava troppo forte, era troppo eccitata, e non riusciva a tenere l'hot dog in bocca".

Il direttore delle attività annuiva. "Tutti ci guardavano come se non dovessimo essere lì. E' stato davvero imbarazzante". "Forse non dovremmo più portarla fuori", ha suggerito l'assistente sociale. "Comunque non si ricorderà di dover tornare".

***********

© Loretta HumbleAnche se questa storia vera è avvenuta 17 anni fa, lo stigma che trasudava dalla bocca dei membri dello staff si può notare ancora oggi - non solo nelle strutture di assistenza a lungo termine, ma anche tra il pubblico.


Lo stigma a proposito di qualsiasi malattia è spesso criticato poichè ostacola il finanziamento della ricerca e lo sviluppo delle politiche, ma non si parla spesso dello stigma più intimo che circonda il modo con cui l'Alzheimer colpisce quelli con la malattia, le loro famiglie e le loro comunità.


È interessante notare che i ricercatori in posti lontani fanno le stesse domande. Uno studio pubblicato recentemente nell'American Journal of Alzheimer's Disease and Other Dementias ha coinvolto un campione di 1.000 persone del Belgio, alle quali è stato chiesto di valutare due diversi annunci della campagna sull'Alzheimer. Un annuncio proiettava un messaggio di paura per la degenerazione e la morte, mentre l'altro promuoveva un messaggio che quelli con la malattia potrebbero ancora godere delle cose semplici come un gioco di carte.


Mi piace il secondo annuncio, e a te no? Purtroppo i partecipanti non si sono scaldati tanto quanto avevo sperato. I risultati hanno mostrato che la campagna basata sulla paura ha attirato di più l'attenzione, era più facile da capire, e più credibile.


Ehi! Pensiamoci meglio. Certo, la paura e le altre emozioni intense tendono a fissare i ricordi e a indurre la gente ad agire. Suppongo che questo potrebbe contribuire a indurre le persone ad attivarsi, in alcune circostanze. Ma quando si tratta di come la gente vede e tratta gli individui con Alzheimer nel giorno per giorno, questo tipo di messaggio è davvero utile?


Purtroppo, molte persone vedono ancora quelli con Alzheimer come pietosi, imbarazzanti, e una causa persa - e questo stigma alimenta il modo insensibile o indifferente con cui trattano quelli con la malattia. In ultima analisi, lo stigma rende l'Alzheimer più difficile per tutti. Ma quello di cui mi sono accorta nel corso degli anni è che, anche se lo stigma è apparentemente sulle persone stigmatizzate, esso in realtà è in quelli che lo perpetuano.


Sì, quando ci impegniamo nello stigma (e come esseri umani, tutti noi l'abbiamo fatto per alcuni difficili problemi ad un certo punto nella nostra vita), stiamo parlando di un nostro problema. Abbiamo paura che accadrà anche a noi, siamo imbarazzati dal comportamento di altri, o sentiamo che il nostro tempo è sprecato per una causa persa. In sostanza, lo stigma è una cognizione egoista.


Che cosa facciamo a questo proposito? Non ci dobbiamo arrendere allo stigma o ai suoi attacchi su di noi e le persone che amiamo. Se ti prendi cura di una persona con Alzheimer, sai già che lo stigma è lì, pronto. Hai visto gli sguardi di fianco al supermercato e sentito i mormorii nei ristoranti.


Ma ti sto incoraggiando a tenere la testa alta e continuare a tenere la persona amata nel mondo, senza paura. Sei pregato di non interessarti degli sguardi, a meno che il famigliare non ne sia sconvolto. Quando passi sopra lo stigma, continuando a vivere la vita come caregiver o come assistito (un team prezioso), stai dando alla persona cara esperienze gioiose, che portano gioia pure a te.


E stai insegnando alla società una lezione molto importante.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Pubblicato da Carrie Stecki (aka Dr. Chill) in ChicagoNow il 19 Agosto 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari. Foto danzatori © Loretta Humble

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:




Notizie da non perdere

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.