Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Quali nazioni sono più attive nell'assistenza alla demenza

Il Comitato Speciale del Senato degli Stati Uniti sull'Invecchiamento ha pubblicato questo mese una relazione che esamina il modo in cui cinque nazioni - Stati Uniti, Australia, Francia, Giappone e Gran Bretagna - stanno rispondendo al numero crescente di anziani con Alzheimer e demenza.

Ogni paese ha una strategia, ma alcuni sono molto più avanti degli altri. In particolare, la Francia ha iniziato ad affrontare questa malattia nel 2001 e si trova nel mezzo del terzo piano. Al contrario, gli Stati Uniti hanno pubblicato il primo piano nazionale per affrontare l'Alzheimer lo scorso Maggio.


Il rapporto del Senato evidenzia alcune tendenze in atto nei cinque paesi, compresi gli sforzi per coordinare la ricerca in modo più efficace, diagnosticare l'Alzheimer in modo più affidabile e migliorare la formazione dei medici per l'assistenza alla demenza. Molto rilevante è un'altra tendenza a livello sempre più globale: lo sforzo crescente di mantenere i pazienti con Alzheimer e altre forme di demenza a casa e organizzare lì l'assistenza e il trattamento, piuttosto che nelle strutture.


Chiunque conosca il problema direttamente o informandosi, è cosciente del peso che questo fa gravare sulle famiglie, soprattutto se è scarso o inesistente il sostegno del governo per i servizi a domicilio (compagni o aiutanti a domicilio che aiutano a fare il bagno, vestirsi, andare in bagno e in altri attività), per l'assistenza diurna degli adulti o per il sollievo, come succede alla maggior parte delle famiglie della classe media negli Stati Uniti.


L'assistenza a domicilio dei pazienti con Alzheimer è più umana sempre? Solo se i caregiver hanno le risorse - finanziarie, fisiche ed emotive - per gestire questo lavoro drenante, estenuante e immensamente difficile. E solo se le istituzioni che servono le persone con forme più avanzate di Alzheimer e altri tipi di demenza sono dotate di finanza, personale e gestione così scadente che non si sarebbe a proprio agio a lasciare i propri cari nelle loro mani.


Tre sono i grafici nel nuovo rapporto del Senato a sottolineare quanto sono diversi gli Stati Uniti dagli altri paesi, in termine di prospettive dei caregiver. Il primo mostra il supporto governativo per il pagamento dei servizi di assistenza a lungo termine degli ospiti di oltre 65 anni. Questo include tutti i residenti che hanno bisogno di assistenza a lungo termine, compresi quelli con Alzheimer, le altre forme di demenza e altre malattie croniche invalidanti. Non sono inclusi i servizi forniti da caregiver non pagati.


Fonte: Senato degli Stati Uniti - Comitato Speciale sull'Invecchiamento

Guardate dove sono gli Stati Uniti rispetto all'Australia, al Giappone, alla Francia e agli altri 30 paesi industrializzati che fanno parte dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Il supporto a pagamento per l'assistenza a lungo termine è molto inferiore nel nostro paese che nel loro.

La seconda tabella dà un senso di quanto sostegno pagato a lungo termine è previsto nelle case della gente. Anche in questo caso, i dati non riguardano solo l'Alzheimer o la demenza, anche se questi sono i motivi principali per cui gli anziani necessitano di assistenza a lungo termine.


Fonte: Senato degli Stati Uniti - Comitato speciale sull'Invecchiamento

Anche qui gli Stati Uniti sono indietro in termini di quantità di assistenza a pagamento prevista nell'ambiente domestico, anche se le persone anziane tendono a preferirlo alla istituzionalizzazione.

Il terzo grafico porta il risultato dei due precedenti fino al livello delle famiglie. Quando il sostegno pagato per l'assistenza a lungo termine è scarso o non disponibile, ci si aspetterebbe un carico più pesante sulle spalle dei caregiver non pagati, e questo è ciò che mostra il grafico. Guardate il numero di caregiver degli Stati Uniti che impegnano da 10 a 19 ore alla settimana (34,2 per cento) o oltre 20 ore alla settimana (30,5 per cento), e confrontateli con le cifre di Francia, Australia e Gran Bretagna, dove si forniscono più assistenza a pagamento a lungo termine rispetto a noi. Dove lavorano più duramente i caregiver informali? Proprio qui, negli Stati Uniti.


Fonte: Senato degli Stati Uniti - Comitato Speciale sull'Invecchiamento

Per me, la lezione da trarre è chiara. Altri paesi con i quali gli Stati Uniti sono strettamente allineati hanno abbracciato l'assistenza a lungo termine come una responsabilità sociale essenziale, mentre noi non l'abbiamo fatto. Fino a quando lo faremo, se lo faremo, i caregivers qui saranno tra i più tormentati, stressati e oppressi nei paesi ricchi e sviluppati del mondo.

 

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Pubblicato da Judith Graham in NewYork Times il 28 Dicembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:




Notizie da non perdere

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.