Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Un buon ascoltatore migliora la salute del tuo cervello

Le interazioni sociali che danno supporto nell'età adulta sono importanti per la tua capacità di evitare il declino cognitivo nonostante l'invecchiamento cerebrale o i cambiamenti neuropatologici come quelli del morbo di Alzheimer (MA), secondo un nuovo studio.


Nella ricerca, pubblicata il 16 agosto su Jama Network Open, i ricercatori hanno osservato che avere semplicemente qualcuno disponibile per la maggior parte del tempo, o sempre, su cui puoi contare per ascoltarti quando hai bisogno di parlare, è associato a una maggiore resilienza cognitiva, una misura della capacità del tuo cervello di funzionare meglio di quanto ci si aspetterebbe in relazione all'invecchiamento fisico o ai cambiamenti provocati dalla malattia nel cervello, che molti neurologi ritengono possa essere potenziata dalle attività mentalmente stimolanti, dall'esercizio fisico e dalle interazioni sociali positive.


"Pensiamo alla resilienza cognitiva come a una riserva per gli effetti dell'invecchiamento e della malattia cerebrale", afferma il primo autore Joel Salinas MD, assistente professore di neurologia alla NYU e membro del Center for Cognitive Neurology. "Questo studio aumenta le evidenze crescenti che le persone possono fare qualcosa, sia per se stessi che per le persone di cui si occupano di più, per aumentare le probabilità di rallentare l'invecchiamento cognitivo o impedire lo sviluppo dei sintomi del MA, una cosa molto importante dato che non abbiamo ancora una cura per la malattia".


Si stima che 5 milioni di americani abbiano il MA, una condizione progressiva che colpisce per lo più dopo i 65 anni e che interferisce con memoria, linguaggio, processo decisionale e capacità di vivere in modo indipendente. Il dott. Salinas dice che, anche se la malattia di solito colpisce una popolazione anziana, i risultati di questo studio indicano che le persone di età inferiore ai 65 anni trarrebbero vantaggi dal sostegno sociale. Per ogni unità di declino del volume cerebrale, gli individui da 40 a 60 anni con bassa disponibilità di un ascoltatore avevano un'età cognitiva 4 anni superiore a quelli con alta disponibilità di ascoltatori.


"Questi quattro anni possono essere incredibilmente preziosi. Troppo spesso pensiamo a come proteggere la salute del cervello quando siamo molto più anziani, dopo aver già perso molto tempo decenni prima, per costruire e sostenere abitudini sane del cervello", afferma il dott. Salinas. "Ma oggi, in questo momento, puoi chiederti se hai veramente qualcuno disponibile ad ascoltarti in un modo  solidale, e chiedi ai tuoi cari lo stesso. Quella semplice azione mette in movimento il processo per darti, alla fine, migliori probabilità di avere un cervello sano a lungo termine e la migliore qualità di vita che puoi avere".


Il dott. Salinas raccomanda inoltre che i medici considerino di aggiungere questa domanda alla parte di storia sociale standard dell'intervista al paziente: chiedere ai pazienti se hanno qualcuno su cui possono contare per essere ascoltati quando hanno bisogno di parlare.


"La solitudine è uno dei tanti sintomi della depressione e ha altre implicazioni sulla salute dei pazienti", afferma il dott. Salinas. "Questo tipo di domande sulle relazioni sociali e sui sentimenti di una persona può dirti molto sulle circostanze sociali più ampie di un paziente, la sua salute futura e come sta andando veramente fuori dalla clinica".

 

Come è stato condotto lo studio

Come fonte dei 2.171 partecipanti dello studio i ricercatori hanno usato una delle coorti più longeve e più strettamente monitorate negli Stati Uniti, il Framingham Heart Study (FHS), con un'età media di 63 anni. I partecipanti al FHS  hanno fornito informazioni sulla disponibilità di interazioni sociali solidali, compreso l'ascolto, i buoni consigli, l'amore e l'affetto, il contatto sufficiente con le persone vicine e il supporto emotivo.


La resilienza cognitiva dei partecipanti allo studio è stata misurata come effetto relativo del volume totale cerebrale cerebrale sulla cognizione globale, attraverso scansioni a risonanza magnetica e valutazioni neuropsicologiche prese nell'ambito del FHS. I volumi del cervello più bassi tendono ad associarsi a una funzione cognitiva minore, e in questo studio, i ricercatori hanno esaminato l'effetto di modifica delle singole forme di sostegno sociale sulla relazione tra il volume cerebrale e le prestazioni cognitive.


La funzione cognitiva degli individui con una maggiore disponibilità di una forma specifica di supporto sociale era più elevata rispetto al loro volume cerebrale totale. Questa forma chiave di supporto sociale è stata la disponibilità di un ascoltatore ed era altamente associata a una maggiore resilienza cognitiva.


I ricercatori notano che ulteriori studi delle singole interazioni sociali possono migliorare la comprensione dei meccanismi biologici che collegano i fattori psicosociali alla salute del cervello.


"Anche se c'è ancora molto che non capiamo dei percorsi biologici specifici tra i fattori psicosociali, come la disponibilità di ascoltatori, e la salute del cervello, questo studio ci dà indizi sui motivi concreti e biologici per cui tutti dovremmo cercare buoni ascoltatori e diventare migliori ascoltatori noi stessi", dice il dott. Salinas.

 

 

 


Fonte: New York University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Joel Salinas, Adrienne O’Donnell, Daniel Kojis, Matthew Pase, Charles DeCarli, Dorene Rentz, Lisa Berkman, Alexa Beiser, Sudha Seshadri. Association of Social Support With Brain Volume and Cognition. JAMA Netw Open, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)