Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sette buone abitudini per ridurre il rischio di demenza per le persone con diabete

Tra queste abitudini sane ci sono buone notti di sonno, contatti sociali ed esercizio.

Una combinazione di 7 abitudini sane di stile di vita, come dormire da 7 a 9 ore al giorno, esercitarsi regolarmente e avere contatti sociali frequenti, era associata a un rischio inferiore di demenza nelle persone con diabete di tipo 2, secondo uno studio pubblicato il 14 settembre 2022 su Neurology®.


"Il diabete di tipo 2 è un'epidemia mondiale che colpisce un adulto su 10 e sappiamo che avere il diabete aumenta il rischio di una persona di sviluppare la demenza"
, ha affermato l'autrice senior dello studio Yingli Lu MD/PhD, della Shanghai Jiao Tong University in Cina. "Abbiamo studiato se un'ampia combinazione di abitudini di stile di vita sane può compensare il rischio di demenza e abbiamo scoperto che le persone con diabete che incorporavano 7 abitudini sane nella loro vita avevano un rischio inferiore di demenza rispetto alle persone con diabete che non conducevano una vita sana".


Per lo studio, i ricercatori hanno esaminato i dati sanitari di 167.946 persone over-60 del Regno Unito, con e senza diabete, che non avevano la demenza all'inizio dello studio. I partecipanti hanno compilato questionari di salute, e hanno fornito misurazioni fisiche e campioni di sangue.


Per ogni partecipante, i ricercatori hanno calcolato un punteggio di stile di vita sano, da 0 a 7, con un punto per ciascuna delle sette abitudini sane. Le abitudini includevano no fumo attuale, consumo moderato di alcol (una bevanda al giorno per le donne e fino a due al giorno per gli uomini), attività fisica settimanale regolare di almeno 2,5 ore di esercizio moderato o 75 minuti di esercizio fisico vigoroso, e da 7 a 9 ore di sonno ogni giorno.


Un altro fattore era una dieta sana che include più frutta, verdura, cereali e pesci e meno cereali raffinati, carni trasformate e non trasformate. Le ultime abitudini considerate erano sedentarietà ridotta (guardare la televisione meno di 4 ore al giorno) e contatto sociale frequente, definito come vivere con gli altri, radunarsi con amici o familiari almeno una volta al mese e partecipare ad attività sociali almeno una volta alla settimana o più spesso.


I ricercatori hanno seguito i partecipanti per una media di 12 anni. Durante quel periodo, 4.351 persone hanno sviluppato una demenza. Il 4% delle persone aveva da 0 a 2 abitudini sane, l'11% ne aveva 3, il 22% 4, il 30% 5, il 24% 6 e il 9% le aveva tutte 7.


Le persone con diabete che avevano al massimo 2 delle sette abitudini sane avevano una probabilità 4 volte maggiore di sviluppare la demenza rispetto alle persone senza diabete che avevano tutte e sette le abitudini sane. Le persone con diabete che avevano tutte le abitudini avevano il 74% in più di probabilità di sviluppare la demenza rispetto a quelle senza diabete che avevano tutte le abitudini.


Nelle persone con diabete che avevano tutte le abitudini, c'erano 21 casi di demenza su 7.474 anni/persona (0,28%), che rappresentano sia il numero di persone nello studio sia il tempo che ogni persona trascorre nello studio. Nelle persone con diabete che avevano solo 2 o meno abitudini, c'erano 72 casi di demenza per 10.380 anni/persona (0,69%).


Dopo aver aggiustato i dati per fattori come età, istruzione ed etnia, le persone che avevano tutte le abitudini avevano un rischio di demenza inferiore del 54% rispetto a quelli che ne avevano 2 o meno. Ogni ulteriore abitudine sana era associata a un rischio ridotto dell'11% di demenza. L'associazione tra punteggio di stile di vita sano e rischio di demenza non era influenzata dai farmaci che le persone assumevano o dall'accuratezza del controllo dello zucchero nel sangue.


"La nostra ricerca mostra che, per le persone con diabete di tipo 2, il rischio di demenza può essere notevolmente ridotto con uno stile di vita più sano"
, ha detto la Lu. “I medici e gli altri operatori sanitari che trattano le persone con diabete dovrebbero raccomandare i cambiamenti nello stile di vita ai loro pazienti. Tali cambiamenti possono non solo migliorare la salute generale, ma anche contribuire alla prevenzione o all'inizio ritardato della demenza nelle persone con diabete".


Una limitazione dello studio era che le persone hanno riferito loro stesse sulle loro abitudini di vita e potrebbero non aver ricordato in modo accurato tutti i dettagli. Non sono stati considerati nemmeno i cambiamenti allo stile di vita nel tempo.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: B Wang, ...[+4], Y Lu. Association of Combined Healthy Lifestyle Factors With Incident Dementia in Patients With Type 2 Diabetes. Neurology, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)