Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Mappate le rotture delle onde cerebrali che influenzano il richiamo della memoria

Migliorando la qualità delle oscillazioni theta potremmo arrivare a nuovi approcci terapeutici per l'Alzheimer, i disturbi della demenza, secondo ricercatori della UTSW.

human brainwaves chart

I circuiti cerebrali che vengono interrotti dal morbo di Alzheimer (MA) sembrano influenzare la memoria attraverso un tipo di onda cerebrale chiamata oscillazione theta, secondo un team guidato da ricercatori del Centro Medico della University of Texas Southwestern.


I risultati, pubblicati su Nature Communications, potrebbero aiutare i ricercatori a progettare e valutare nuovi trattamenti per il MA, una condizione che colpisce milioni di persone in tutto il mondo e non ha cura.


"Speriamo di utilizzare questi dati per perfezionare le strategie di neuromodulazione in modo che possano avere una maggiore capacità di trattare il MA e le altre malattie cerebrali degenerative", ha affermato l'autore senior dello studio Bradley Lega MD, del Peter O'Donnell Jr. Brain Institute alla UT Southwestern.


I circuiti colinergici nel cervello - reti di cellule che comunicano tra loro usando il neurotrasmettitore acetilcolina - hanno un ruolo cruciale nella memoria. Questi circuiti popolano pesantemente l'ippocampo, una regione che funge da quartier generale della memoria del cervello.


Le interruzioni in questo circuito sono una caratteristica del MA e delle demenze correlate. Gli inibitori della colinesterasi, una delle sole due classi di farmaci approvate per trattare i sintomi della malattia, lavorano stimolando le vie colinergiche. Tuttavia, sono tuttora sconosciuti i meccanismi con cui i circuiti colinergici supportano la memoria umana, ha spiegato il dott. Lega.


Per tentare di rispondere a questa domanda, lui e i colleghi del Texas Computational Memory Lab della UT Southwestern e della Columbia University hanno lavorato con 12 pazienti nell'Unità Monitoraggio Epilessia alla UTSW che venivano valutati prima dell'intervento di rimozione delle parti danneggiate del loro cervello che innescano convulsioni.


Gli elettrodi impiantati nel loro cervello non solo aiutano i chirurghi a identificare con precisione i focolai convulsivi, ha affermato il dott. Lega, ma forniscono anche preziose informazioni sul funzionamento interno del cervello. Mentre gli elettrodi registravano l'attività cerebrale, i pazienti hanno svolto compiti di memoria, cercando di memorizzare elenchi di parole per poi ricordarne il maggior numero possibile.


In sessioni separate, questi volontari hanno ricevuto per via endovenosa una piccola quantità di scopolamina - un farmaco usato di solito per la chinetosi, noto anche per colpire la memoria agendo su circuiti colinergici - o di una soluzione salina, che non ha alcun effetto riconoscibile. Tra i diversi test di richiamo nella stessa sessione, i volontari hanno eseguito problemi di matematica come distrazione, per liberare la loro mente.


Non sorprende che la scopolamina abbia danneggiato in modo significativo la capacità dei volontari di ricordare le parole. A fronte di circa il 31% medio di parole dell'elenco ricordate quando avevano ricevuto la soluzione salina, ne hanno ricordato solo circa il 10% con la scopolamina.


Quando i ricercatori hanno analizzato le registrazioni cerebrali, hanno visto che la scopolamina sembrava interrompere le oscillazioni theta, che sono associate alla codifica dei ricordi. Quando ai pazienti veniva somministrato questo farmaco, le loro oscillazioni theta diminuivano in modo significativo di intensità.


Ulteriori caratteristiche di queste oscillazioni danneggiate hanno suggerito che l'ippocampo non riusciva a comunicare altrettanto bene, al suo interno e con il resto del cervello. Queste interruzioni erano più pronunciate nei volontari con il richiamo peggiore dopo la scopolamina, a conferma del legame tra circuiti colinergici e oscillazioni theta.


Nell'insieme, ha affermato il dott. Lega, questi risultati suggeriscono che uno dei modi principali in cui i circuiti colinergici influenzano la memoria è attraverso le oscillazioni theta. Pertanto, migliorare la qualità delle oscillazioni theta potrebbe essere al centro dello sviluppo di nuove terapie per il MA. Le oscillazioni theta potrebbero anche servire da biomarcatore negli studi clinici per determinare se le terapie sperimentali sono efficaci.

 

 

 


Fonte: University of Texas Southwestern (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: T Gedankien, [+5], B Lega. Acetylcholine modulates the temporal dynamics of human theta oscillations during memory. Nature Communications, 30 Aug 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)