Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Proteine separano le 'bolle' porta-messaggeri all'intersezione tra le cellule cerebrali

Synaptic vesicles Ogunmowo et al NatNeurosciLe proteine all'interno dei neuroni sono separate fisicamente. Fonte: Tyler Ogunmowo e Shigeki Watanabe

I ricercatori della Johns Hopkins Medicine affermano di aver trovato inaspettatamente nuove informazioni sul ruolo speciale di una proteina nel permettere alle cellule cerebrali di comunicare al momento e al posto giusto, in esperimenti con topi geneticamente modificati.


La scoperta sulla proteina intersectina, dicono, fa avanzare la comprensione scientifica di un processo chiave per il modo in cui il cervello dei mammiferi forma ricordi e impara, e può aiutare a far avanzare i trattamenti per i disturbi cognitivi tra cui la sindrome di Down, l'Alzheimer e la malattia di Huntington.


In particolare, nello studio pubblicato su Nature Neuroscience, i ricercatori hanno scoperto che l'intersectina mantiene le piccole bolle porta-messaggi all'interno delle cellule cerebrali in una posizione particolare, fino a quando non sono pronte per essere rilasciate e attivare una cellula cerebrale vicina. La proteina lo fa creando un confine fisico tra queste bolle, proprio come l'olio resta separato dall'acqua.


Il trasferimento dei messaggi da una cellula cerebrale alla successiva è la chiave per l'elaborazione delle informazioni, l'apprendimento e la formazione di ricordi. Le bolle, le vescicole sinaptiche, sono alloggiate all'interno della sinapsi, il punto di connessione dove comunicano le cellule cerebrali. Nelle sinapsi tipiche all'interno del cervello dei mammiferi, 300 vescicole sinaptiche sono raggruppate insieme nell'intersezione tra due cellule cerebrali, ma solo alcune di queste vescicole vengono usate per tale trasferimento di messaggi, affermano i ricercatori. Individuare il modo in cui una sinapsi sa quali vescicole usare è da tempo un obiettivo di ricerca di coloro che studiano la biologia e la chimica del pensiero.


"Abbiamo scoperto che queste minuscole bolle hanno un dominio distinto dove vogliono essere", afferma Shigeki Watanabe PhD, professore associato di biologia cellulare della Johns Hopkins Medicine, che ha guidato la ricerca. "Mantenerle in posizioni particolari all'interno di una sinapsi consente al cervello di decidere come e quando usarle mentre pensa ed elabora le informazioni".


Nel tentativo di comprendere meglio il funzionamento di queste vescicole sinaptiche, Watanabe e il suo team hanno progettato uno studio che si è concentrato per la prima volta sull'endocitosi, un processo per cui le cellule cerebrali riciclano le vescicole sinaptiche dopo averle usate per la comunicazione neuronale. Già consapevoli del ruolo generale dell'Intersectina nell'endocitosi e nella comunicazione neuronale, gli scienziati hanno progettato geneticamente dei topi perché mancassero del gene che codifica l'intersectina.


Tuttavia, e in qualche modo con sorpresa, Watanabe afferma che la rimozione della proteina non sembrava fermare l'endocitosi nelle cellule cerebrali. Il team di ricerca ha rifocalizzato gli esperimenti, osservando più da vicino le vescicole sinaptiche stesse. Usando un microscopio a fluorescenza ad alta risoluzione per osservare dove si trova l'intersectina in una sinapsi, i ricercatori l'hanno trovata tra le vescicole che vengono usate per la comunicazione neuronale e quelle che non lo fanno, come se le stesse separando fisicamente.


Per comprendere ulteriormente il ruolo dell'intersectina in questa posizione, hanno usato un microscopio elettronico per visualizzare le vescicole sinaptiche in azione in spazi di un miliardo di metro. In tutte le cellule nervose dei topi privi di questa proteina, gli scienziati affermano che le vescicole sinaptiche vicine alla membrana erano assenti dalla zona di rilascio della sinapsi, il luogo in cui le bolle si scaricheranno verso i neuroni vicini.


"Ciò ha suggerito che l'intersectina regola il rilascio, piuttosto che il riciclaggio, di queste vescicole in questa posizione della sinapsi", afferma Watanabe.


Usando una tecnica chiamata microscopia zap e freeze, gli scienziati hanno stimolato i neuroni nel cervello dei topi per cogliere il movimento delle vescicole sinaptiche su una scala temporale di millisecondi e con una risoluzione a nanometri. Nei topi normali, gli scienziati hanno visto le vescicole fondersi con la membrana delle cellule cerebrali entro un millisecondo dalla stimolazione. Quindi, arrivavano nuove vescicole sinaptiche e riempivano i siti di rilascio liberi della sinapsi entro circa 15 millisecondi.


In due linee geneticamente ingegnerizzate di topi, una priva di intersectina e un'altra priva della proteina endofilina, che si lega all'intersectina, le nuove vescicole non riuscivano ad essere reclutate nei siti di rilascio liberati. Allo stesso modo, anche le vescicole all'interno delle cellule nervose dei topi con mutazioni che bloccavano l'interazione tra queste due proteine, hanno rallentato il rifornimento locale delle vescicole sinaptiche porta-informazioni da un neurone all'altro.


"Quando le informazioni vengono elaborate nel cervello, questo processo di rifornimento deve avvenire in pochi millisecondi", afferma Watanabe. "Quando non hai le vescicole sul posto e pronte per andare nei siti di rilascio o nelle zone attive, la neurotrasmissione non può continuare".


Nelle ricerche future, gli scienziati affermano di mirare a capire meglio come l'intersectina trasferisce nuove vescicole sinaptiche sui siti di rilascio.

 

 

 


Fonte: Johns Hopkins Medicine (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: TH Ogunmowo, [+12], S Watanabe. Intersectin and endophilin condensates prime synaptic vesicles for release site replenishment. Nat Neurosci, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.