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Si studiano i centenari di Acciaroli (SA) per carpire i segreti della longevità

Si studiano i centenari di Acciaroli (SA) per capire i segreti della longevità
La speranza media di vita negli Stati Uniti è di circa 78 anni. Gli americani vivono più a lungo del passato, con dieta e assistenza sanitaria migliori, ma solo lo 0,02 per cento supererà il secolo di vita.


Per capire come le persone possono vivere più a lungo in tutto il mondo, i ricercatori della University of California di San Diego hanno unito le forze con i colleghi dell'Università La Sapienza di Roma per studiare un gruppo di 300 cittadini, tutti con più di 100 anni, che vivono ad Acciaroli, un paesino italiano tra il mare e la montagna, sulla costa tirrenica nei pressi di Salerno.


"Siamo il primo gruppo di ricercatori ad avere il permesso di studiare questa popolazione di Acciaroli in Italia", ha detto Alan Maisel MD, ricercatore della UC San Diego School of Medicine e professore di medicina e della Divisione di Medicina Cardiovascolare.


Il gruppo studiato ad Acciaroli è noto per avere tassi molto bassi di malattie cardiache e di Alzheimer. Preferisce una dieta mediterranea con marcato contenuto di rosmarino. A causa della posizione del paese, ha detto Maisel, gli abitanti locali percorrono anche lunghe distanze a piedi con escursioni in montagna nell'ambito delle loro attività quotidiane.


"L'obiettivo di questo studio a lungo termine è scoprire il motivo per cui questo gruppo di 300 centenari vive così a lungo; faremo una completa analisi genetica e l'esame dei comportamenti di stile di vita, come dieta ed esercizio fisico", ha detto Maisel. "I risultati dello studio sulla longevità di questo gruppo potrebbero essere applicati alla nostra pratica alla UC San Diego e ai pazienti in tutto il mondo".


Maisel e il suo team di ricerca lavoreranno con i loro omologhi italiani per raccogliere campioni di sangue e distribuire questionari al gruppo nel corso dei prossimi sei mesi. Lo studio coinvolgerà anche test per esaminare la metabolomica, i biomi, le disfunzioni cognitive e i biomarcatori proteici del rischio di Alzheimer, di malattie cardiache, renali e di cancro.


"Questo progetto non solo aiuterà a svelare alcuni dei segreti di un invecchiamento sano, ma costruirà legami più stretti con i ricercatori di tutto il mondo, portando più scienza e una migliore assistenza clinica nella nostra popolazione che invecchia", ha dichiarato Salvatore DiSomma MD, ricercatore italiano e professore di medicina d'emergenza dell'Università di Roma La Sapienza.


I co-autori americani includono Nicholas Schork, Robert Rissman, Chris Benner, Tatianna Kisseleva, William Kemen, Rob Knight, Dillip Jeste, Lori Daniels, e Mohit Jain, tutti dell'UC San Diego. Lo studio è sostenuto, in parte, da sovvenzioni europee.

 

 

 


Fonte: University of California, San Diego Health Sciences (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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