Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo test apre la strada a trattamenti potenziali per l'Alzheimer

Una metodologia semplice per rilevare le proteine ​​implicate nello sviluppo dell'Alzheimer e di altre condizioni è stata sviluppata da ricercatori dell'Università di Bradford e di quella di Dundee.


Il nuovo metodo coinvolge la cattura facile di proteine ​​con una modifica specifica che può fornire marcatori potenziali per le condizioni. La modifica specifica si basa sullo zucchero e quando viene attaccata a una proteina ne influenza la funzione. La modifica della proteina è una funzione cellulare normale e regolata, ma in alcuni casi ciò può andare storto.


L'Alzheimer, insieme ad altre condizioni, tra cui tumori, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari, è influenzato dalla disregolazione (regolazione anormale o imperfetta) di queste modifiche dello zucchero alle proteine. Identificare tali proteine ​​è un passo fondamentale per comprendere il loro coinvolgimento nelle varie condizioni.


La metodologia appena sviluppata potrebbe aprire la strada a trattamenti che mirano a modificare le proteine​, ​e infine la condizione.


Finora ​​era molto difficile individuare queste proteine, poiché la modifica dello zucchero poteva alterare la proteina. Per catturarle, i ricercatori hanno usato apparecchiature di laboratorio altamente specializzate e una intensa convalida delle proteine ​​identificate.


Questo nuovo metodo è semplice e può essere eseguito da qualsiasi laboratorio, aprendo la strada alla rapida identificazione delle proteine ​​coinvolte nello sviluppo di una serie di malattie. Inoltre apre alla possibilità di sviluppare terapie che puntano proteine specifiche con alterazioni aberranti in questi processi di malattia.


La metodologia prevede di far crescere una proteina con una coda progettata per afferrare solo la proteina modificata dallo zucchero. Questa può poi essere aggiunta a miscele proteiche complesse ottenute dal tessuto. La coda modificata viene quindi usata come maniglia per estrarre tutte le proteine ​​che hanno la modifica dello zucchero e quindi separare le proteine ​​con la modifica da quelle senza. Queste proteine ​​possono essere identificate usando diverse tecniche di routine in laboratorio.


Il Dr Ritchie Williamson dell'Università di Bradford ha dichiarato: "Questa metodologia rappresenta un grande passo in avanti. Ora siamo nella posizione di intrappolare facilmente le proteine ​​che dobbiamo puntare. Se riusciremo a farlo, possiamo allora identificare le proteine ​​che riteniamo possano essere coinvolte nel processo di malattia. Abbiamo anche il potenziale di trovare biomarcatori, specialmente nei giovani, e sondare malattie diverse".

 

 

 


Fonte: University of Bradford (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Nithya Selvan, Ritchie Williamson, Daniel Mariappa, David G Campbell, Robert Gourlay, Andrew T Ferenbach, Tonia Aristotelous, Iva Hopkins-Navratilova, Matthias Trost, Daan M F van Aalten. A mutant O-GlcNAcase enriches Drosophila developmental regulators. Nature Chemical Biology, 2017; DOI: 10.1038/nchembio.2404

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)