Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'infiammazione guida la progressione dell'Alzheimer, secondo ricercatori tedeschi

Secondo uno studio di scienziati del Centro Tedesco per le Malattie Neurodegenerative (DZNE) e dell'Università di Bonn, appena pubblicato sulla rivista Nature, i meccanismi infiammatori causati dal sistema immunitario del cervello guidano la progressione del morbo di Alzheimer (MA).


Questi risultati, che si basano su una serie di esperimenti di laboratorio ai quali hanno contribuito altre istituzioni Europee e degli Stati Uniti, forniscono nuove informazioni sui meccanismi patogenetici che si ritiene possano avere il potenziale di affrontare l'MA prima che i sintomi si manifestino. I ricercatori immaginano che un giorno questo possa portare a nuovi modi di trattamento.


L'MA è una condizione neurodegenerativa devastante che alla fine porta alla demenza e che manca ancora di un trattamento efficace. La malattia è associata all'aggregazione aberrante di piccole proteine ​​chiamate amiloide-beta (Abeta) che si accumulano nel cervello e sembrano danneggiare i neuroni. Negli ultimi anni, gli studi hanno rivelato che i depositi di Abeta, chiamati 'placche', innescano meccanismi infiammatori del sistema immunitario innato del cervello. Tuttavia, erano rimasti finora ignoti i processi precisi che portano alla neurodegenerazione e alla progressione della patologia.


"La deposizione e la diffusione della patologia dell'Abeta probabilmente precede di decenni l'apparizione dei sintomi clinici, come i problemi di memoria. Pertanto, una migliore comprensione di questi processi potrebbe essere una chiave per nuovi approcci terapeutici. Tali trattamenti punteranno l'MA in una fase precoce, prima che si manifestano i deficit cognitivi", afferma il prof. Michael Heneka, ricercatore senior del DZNE e direttore del Dipartimento di Malattie Neurodegenerative e di Gerontopsichiatria dell'Università di Bonn.

 

Una cascata infiammatoria

Il Prof. Heneka, che è anche coinvolto nel gruppo di eccellenza "ImmunoSensation" all'Università di Bonn, e i suoi colleghi, già da qualche tempo stanno indagando sul ruolo della risposta immunitaria del cervello nella progressione della patologia Abeta. Il precedente lavoro del gruppo, pubblicato su Nature nel 2013, aveva stabilito che nel cervello dei pazienti di MA è attivo il complesso molecolare NLRP3, che è un sensore immunitario innato, e che contribuisce alla patogenesi dell'MA nei topi modello della malattia.


L'NLRP3 è un cosiddetto 'infiammasoma' che innesca la produzione di citochine altamente pro-infiammatorie. Inoltre, all'attivazione, l'NLRP3 forma complessi di segnalazione di grandi dimensioni con la proteina adattatoria ASC, che sono chiamati 'frammenti ASC' ('specks ASC') che possono essere rilasciati dalle cellule.


"Il rilascio di frammenti ASC dalle cellule attivate è stato finora documentato solo nei macrofagi e la loro rilevanza nei processi patologici è rimasta finora un mistero", afferma il prof. Eicke Latz, direttore dell'Istituto di Immunità Innata e membro del cluster di eccellenza "ImmunoSensation" dell'Università di Bonn

 

Connessione tra infiammazione e neurodegenerazione

Nel presente studio, è stato dimostrato che i frammenti ASC vengono rilasciati anche da cellule immunitarie attive nel cervello, le 'microglia'. Inoltre, i risultati forniscono un collegamento molecolare diretto con i segni distintivi classici della neurodegenerazione. "Abbiamo scoperto che i frammenti ASC si legano all'Abeta nello spazio extracellulare e promuovono l'aggregazione dell'Abeta, collegando così direttamente l'attivazione dell'immunità innata con la progressione della patologia", dice Heneka.

 

Nuovo approccio per la terapia?

Questa visione è supportata da una serie di esperimenti su topi modello di MA. In questi, i ricercatori hanno studiato gli effetti dei frammenti ASC e dei suoi componenti (la proteina ACS) sulla diffusione dei depositi di Abeta nel cervello.


"Inoltre, l'analisi del materiale del cervello umano indica a diversi livelli che l'infiammazione e la patologia di Abeta possono interagire in modo simile negli esseri umani. Tutti i nostri risultati suggeriscono che l'infiammazione del cervello non è solo un fenomeno di spettatori, ma un forte contributore alla progressione della malattia", dice Heneka. "Pertanto, puntare questa risposta immunitaria sarà una modalità di trattamento innovativa per l'Alzheimer".

 

 

 


Fonte: DZNE - German Center for Neurodegenerative Diseases via ScienceDaily (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Carmen Venegas, Sathish Kumar, Bernardo S. Franklin, Tobias Dierkes, Rebecca Brinkschulte, Dario Tejera, Ana Vieira-Saecker, Stephanie Schwartz, Francesco Santarelli, Markus P. Kummer, Angelika Griep, Ellen Gelpi, Michael Beilharz, Dietmar Riedel, Douglas T. Golenbock, Matthias Geyer, Jochen Walter, Eicke Latz, Michael T. Heneka. Microglia-derived ASC specks cross-seed amyloid-β in Alzheimer’s disease. Nature, 2017; 552 (7685): 355 DOI: 10.1038/nature25158

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.