Uno nuovo studio dice che le persone con demenza nelle fasi iniziali potrebbero non essere in grado di distinguere la verità dalle bugie e il sarcasmo dalla sincerità.
Secondo i ricercatori, la scoperta potrebbe aiutare i medici a diagnosticare in anticipo una demenza di tipo frontotemporale o Alzheimer.
"Se qualcuno ha un comportamento strano e smette di capire cose come sarcasmo e bugie, dovrebbe consultare uno specialista in grado di assicurarsi che questo non è l'inizio di una di queste malattie", ha dichiarato la ricercatrice Katherine Rankin, neuropsicologo dell'Università di California di San Francisco (UCSF). Rankin e i suoi colleghi hanno chiesto a circa 175 persone (più della metà delle quali aveva un disordine neurodegenerativo come la demenza) di guardare i video di persone che parlano. Queste, nel corso del filamato, dicevano una bugia o usavano del sarcasmo, che segnalavano con il linguaggio del corpo e segnali verbali. Dopo aver visto il video, i partecipanti hanno risposto sì/no a domande su ciò che avevano visto.
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I partecipanti sani più anziani hanno distinto correttamente la verità dalla bugia. Ma gli anziani con demenza (che ha leso i lobi frontali, sede di giudizio e di autocontrollo nel cervello) hanno avuto difficoltà a capire la differenza tra sarcasmo, bugie e verità. Le persone con demenza frontotemporale, che colpisce i lobi frontali, hanno avuto difficoltà particolarmente gravi, mentre quelli con Alzheimer hanno fatto solo un po' meglio. Usando la risonanza magnetica (MRI), i ricercatori hanno scoperto che l'incapacità di rilevare il sarcasmo e le bugie corrispondeva all'ammontare dei danni nelle parti del lobo frontale responsabile di tale giudizio.
La Rankin ha detto che una improvvisa credulità dovrebbe essere riconosciuta come un altro segno di avvertimento della demenza. "Dobbiamo trovare presto queste persone", ha detto. L'autrice ha comunicato i risultati Giovedi 14 aprile al 63 ° Meeting Annuale della American Academy of Neurology alle Hawaii.
Pubblicato su Live Science il 15 aprile 2011 Traduzione di Franco Pellizzari.
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