Per anni, la ricerca per definire la causa sottostante del morbo di Alzheimer (MA) si è focalizzata sulla placca che si accumula nel cervello nei pazienti con MA. Ma i trattamenti destinati ad abbattere quell'accumulo hanno fallito nel ripristinare la funzione cognitiva, suggerendo che l'accumulo può essere un effetto collaterale del MA e non la causa stessa.
Un nuovo studio di un team di ricercatori della Brigham Young University (BYU) ha trovato nuovo supporto a livello cellulare per una teoria alternativa che si sta sempre più rafforzando: il MA potrebbe in realtà essere il risultato della disfunzione metabolica nel cervello. In altre parole, ci sono prove crescenti che la dieta e lo stile di vita sono al centro della malattia.
"Il MA viene sempre più definito come resistenza all'insulina del cervello o diabete di tipo 3", ha dichiarato l'autore senior dello studio Benjamin Bikman, professore di fisiologia e biologia dello sviluppo della BYU. "La nostra ricerca mostra che è probabile che ci sia un'origine nello stile di vita per la malattia, almeno in una certa misura".
Per il nuovo studio, pubblicato su Alzheimer's & Dementia, il team di ricerca della BYU ha esaminato le sequenze RNA in 240 cervelli colpiti da MA post-mortem. Ha cercato specificamente l'espressione genica delle cellule di sostegno del sistema nervoso durante due tipi di metabolismo: quello del glucosio, dove i carboidrati sono scomposti per trarre energia, e quello chetolitico.
Il metabolismo chetolitico coinvolge la creazione di energia del cervello ottenuta dai chetoni, molecole prodotte nel nostro corpo quando l'insulina ormonale è bassa e stiamo bruciando quantità relativamente più elevate di grasso. La popolare 'Dieta Keto' prende il nome da questo processo, poiché quella dieta, bassa di carboidrati e alta di proteine, abbassa i livelli di insulina e fa sì che il corpo bruci grasso invece di carboidrati e produca chetoni.
I ricercatori hanno trovato un deterioramento diffuso di metabolismo del glucosio nelle cellule di sostegno del sistema nervoso del cervello dei pazienti già affetti da MA, ma un limitato deterioramento del metabolismo chetolitico. La scoperta è significativa perché il cervello è come un motore ibrido, con la capacità di ottenere il suo carburante da glucosio oppure dai chetoni, ma nei cervelli di MA studiati, sembra esserci un deficit genetico fondamentale nella capacità del cervello di usare il glucosio.
Nelle parole di Bikman:
"Abbiamo scoperto che un problema vero nello sviluppo insidioso del MA è che la maggior parte di noi non ha mai chetoni disponibili, a causa del modo in cui mangiamo. La maggior parte delle persone mangia sempre cibi amidacei e l'insulina è così elevata che il cervello muore di fame in un mare di glucosio.
"Abbiamo trasformato il motore ibrido del nostro cervello in un sistema mono-carburante che non riesce a prosperare. E così, il cervello, che sta progressivamente diventando carente nella sua capacità di usare il glucosio, ora sta implorando aiuto; sta morendo di fame in mezzo all'abbondanza. Il corpo sta nuotando in un mare di glucosio, ma il cervello non può usarlo.
"L'incapacità di usare il glucosio aumenta il valore dei chetoni. Tuttavia, poiché la persona media mangia così di frequente alimenti che provocano picchi di insulina, non ci sono mai chetoni disponibili per il cervello. Guardo questi risultati come un problema che abbiamo creato e che stiamo peggiorando".
La ricerca precedente aveva osservato che il cervello delle persone con MA ha una riduzione quantificabile nella capacità di assorbire e usare il glucosio, ma questo documento è il primo a mostrare che ciò avviene realmente a livello cellulare. È un contributo significativo al crescente cambio di paradigma per quanto riguarda la visione scientifica delle cause del MA.
E dal momento che il metabolismo chetolitico sembra continuare a funzionare bene nelle persone con MA, anche quando il metabolismo del glucosio si ferma, il documento conclude che i trattamenti che coinvolgono i chetoni possono essere in grado di sostenere il metabolismo cerebrale e rallentare il declino cognitivo associato alla malattia.
Gli autori dello studio, che includono i professori della BYU Justin Miller e John Kauwe, dicono che la ricerca futura sulla disfunzione metabolica nel cervello di MA dovrebbe puntare gli oligodendrociti, perché i geni coinvolti nella chetolisi e nella glicolisi sono entrambi espressi in modo differenziale in quel tipo di cellula nel cervello del MA.
Fonte: Todd Hollingshead in Brigham Young University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Erin Saito, Justin Miller, Oscar Harari, Carlos Cruchaga, Kathie Mihindukulasuriya, John Kauwe, Benjamin Bikman. Alzheimer's disease alters oligodendrocytic glycolytic and ketolytic gene expression. Alzheimer’s & Dementia, 2 Mar 2021, DOI
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