Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovi criteri basati sulla biologia per diagnosi e stadiazione dell'Alzheimer

Clifford R Jack Jr et alEvoluzione sequenziale della PET amiloide e tau, seguita da neurodegenerazione e sintomi clinici. Il tempo è sull'asse X (orizzontale) e l'entità di biomarcatore o anomalia clinica è sull'asse Y (verticale); indicata anche l'evoluzione idealizzata dei biomarcatori in un individuo con solo cambiamento neuropatologico AD (MTL si riferisce all'assorbimento del lobo temporale mediale su Tau PET). Fonte: Clifford R. Jack et al.

I criteri del 2024 forniscono uno schema per la diagnosi e la stadiazione del morbo di Alzheimer (MA). Diversi principi fondamentali sono emersi da questi sforzi, tra cui:

  • Il MA dovrebbe essere definito biologicamente, non in base a una o più sindromi cliniche.
  • La malattia è un continuum che inizia con la comparsa di cambiamenti nel cervello associati ai processi patologici negli individui asintomatici, che progrediscono agli stadi avanzati con l'aumento dei cambiamenti cerebrali legati alla malattia, portando infine all'apparizione e alla progressione dei sintomi clinici.
  • La malattia viene diagnosticata negli individui per anomalie sui biomarcatori di base.


In questo momento i criteri non supportano la valutazione dei cambiamenti cerebrali legati al MA negli individui asintomatici a fini di assistenza clinica, cioè al di fuori del contesto di studi di ricerca osservazionale o terapeutica.


All'inizio del 2022, l'Alzheimer's Association ha convocato un comitato direttivo presieduto da Clifford Jack MD della Mayo Clinic, per guidare la traslazione della guida diagnostica del 2011 e del quadro di ricerca del 2018 nei criteri diagnostici appena proposti. Questi nuovi criteri non costituiscono raccomandazioni sulle linee guida per la pratica clinica. Sotto la guida del dott. Jack, il gruppo di lavoro ha presentato il lavoro in diverse conferenze scientifiche, che includono l'Alzheimer’s Association International Conference® (AAIC®) 2023, i Clinical Trials in Alzheimer’s Disease (CTAD) e l'AD/PD 2024.

 

Perché aggiornare i criteri adesso?

Nella nuova era in cui sono disponibili trattamenti che affrontano la biologia sottostante il MA e che continueranno a emergere, il presente documento è passato da un quadro per la ricerca a criteri per la diagnosi e la stadiazione destinate all'uso clinico e alla ricerca.


I biomarcatori validati nel quadro del 2018 si basavano su prelievi di liquido cerebrospinale (CSF) o scansioni. Da allora, sono stati sviluppati e convalidati clinicamente alcuni biomarcatori nel plasma con eccellenti prestazioni diagnostiche. I criteri del 2024 hanno incorporato di conseguenza i biomarcatori plasmatici in criteri aggiornati per categorizzare i biomarcatori, la diagnosi e la stadiazione della malattia.


Infine, studi di ricerca hanno dimostrato che i biomarcatori di scansione e nei fluidi all'interno di una categoria - sebbene spesso concordanti - non sono intercambiabili in molti scenari clinici. Nel presente documento, il gruppo di lavoro ha aggiornato i criteri di classificazione dei biomarcatori per soddisfare la non equivalenza tra biomarcatori di fluidi e scansione all'interno di una categoria.

 

Uso attuale e futuro consigliato dei criteri

Questi criteri non hanno lo scopo di fornire linee guida per la pratica clinica passo-passo per il flusso di lavoro clinico o protocolli di trattamento specifici, ma piuttosto fungono da principi generali per informare la diagnosi e la stadiazione del MA che riflettono la scienza attuale. Propongono un'agenda di ricerca per identificare i biomarcatori che possono segnalare quando iniziano questi cambiamenti cerebrali presintomatici.


Secondo i criteri, "l'uso clinico dei biomarcatori di MA è attualmente destinato alla valutazione di individui sintomatici, non a individui cognitivamente non deteriorati ... Al momento le terapie che puntano la malattia non sono state approvate per individui cognitivamente intatti con MA. Per questo motivo, attualmente raccomandiamo di non fare test diagnostici in individui cognitivamente intatti al di fuori del contesto di ... studi di ricerca".


L'Associazione sta avviando una collaborazione con esperti clinici e della materia, metodologi, organizzazioni esterne e rappresentanti dei pazienti per sviluppare linee guida sull'attuazione clinica dei criteri di stadiazione e trattamento del MA. Questo lavoro inizierà più avanti nel corso del 2024.

 

 

 


Fonte: Alzheimer's Association (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: CR Jack, [+18], MC Carrillo. Revised criteria for diagnosis and staging of Alzheimer's disease: Alzheimer's Association Workgroup. Alzheimer's Dementia, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


Notizie da non perdere

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)