Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Anche per l'Alzheimer prevenire è meglio che curare.

Oggi, lunedi' 4 febbraio, Dennis J. Selkoe (foto) ed altri cinque "esploratori del cervello" ricevono dalla KU Leuven una laurea ad honorem, promossa da Bart De Strooper e Wim Robberecht, professori dell'istituto, per onorarne le intuizioni scientifiche, ma anche l'incessante ricerca di nuovi farmaci per il trattamento dell'Alzheimer e delle altre condizioni che causano gravi danni nel cervello.

"La ricerca di un trattamento per l'Alzheimer è lenta", ammette lo stesso Dennis J. Selkoe, professore ad Harvard. "Tuttavia, resto convinto che stiamo facendo progressi". Egli si chiede se saremo mai in grado di curare la malattia del tutto, ma "dovrebbe essere possibile prevenirla".

 

Icona di Alzheimer

Il 70enne neurologo Dennis J. Selkoe è lo scienziato di Alzheimer più citato al mondo. Professore "Vincent and Stella Coates" di Malattie Neurologiche alla prestigiosa Harvard Medical School (Boston, USA), ha dedicato la sua intera carriera a svelare i meccanismi molecolari alla base della malattia di Alzheimer. Il suo lavoro ha influenzato in modo fondamentale la comprensione dei processi fondamentali della biologia cellulare - come il trasporto di proteine - nelle neurodegenerazioni come il Parkinson, l'Huntington, l'Alzheimer e le altre forme di demenza.


"E' importante intervenire prima che il cervello cominci a degenerare", dice Dennis J. Selkoe. "E secondo i dati più recenti, per i pazienti di Alzheimer questo può avvenire già 20 / 25 anni prima che siano confermati i problemi di memoria iniziali". Pertanto, secondo Selkoe, non è sorprendente che i più recenti studi clinici - su persone affette da demenza da lieve a moderata - non abbiano determinato la svolta auspicata: in questi studi, il trattamento è iniziato dopo che il cervello aveva già subito danni irreparabili.

 

I frutti di 30 anni di ricerca

"Trenta anni di ricerca di Alzheimer ci hanno insegnato molto", secondo Selkoe. "Abbiamo svelato una complessa rete di decine di bio-molecole e componenti cellulari che sono coinvolti in un modo o nell'altro nello sviluppo e l'evoluzione dell'Alzheimer. Un campo di ricerca che ancora fornisce nuovi elementi e idee nuove ogni giorno". E' come se gli scienziati stiano completando un puzzle complesso. Ogni nuovo pezzo dà una migliore comprensione dell'intero puzzle. Fino ad oggi siamo riusciti a collocare centinaia di pezzi del puzzle, ma nessuno sa esattamente quanto è grande tutto il puzzle. Hanno iniziato 30 anni fa, con due soli pezzi: L'amiloide-β coinvolta nella formazione delle placche di Alzheimer e la proteina tau, componente importante dei grovigli di Alzheimer (*).

 

Medicinali

L'industria farmaceutica ha testato circa 80 farmaci per Alzheimer. Alcuni in fasi più avanzate di studio rispetto ad altri. Non c'è stato ancora nessun significativo passo avanti. Tuttavia, Selkoe ritiene che questi studi ci hanno insegnato molto: "I fallimenti hanno deluso pazienti, famigliari, medici e scienziati. Tuttavia, questi sforzi non sono persi. Al contrario, ci hanno insegnato cosa potrebbe funzionare e cosa no e le misure che dobbiamo prendere partendo da qui. Sulla base di questi studi, si possono individuare nuove direzioni per colpire questa condizione".

 

Diagnosi e trattamenti molto prima

Per l'aterosclerosi ("indurimento delle arterie") o per la pressione alta, ci aspettiamo niente di meno che un trattamento nella fase più precoce possibile per prevenire ulteriori problemi. Consigliamo a queste persone di smettere di fumare, mangiare cibo più sano, fare più esercizio fisico e diamo loro statine o beta-bloccanti. Tutto al fine di impedire loro di subire un infarto o un ictus. Secondo Selkoe, dobbiamo adottare la stessa strategia, per riuscire a trattare l'Alzheimer: agire quando la neurodegenerazione è appena iniziata.

Forse dovremmo smettere di parlare di "trattamento", e parlare di "prevenzione". Proprio come stiamo facendo attualmente con l'uso di statine e beta-bloccanti per prevenire un attacco di cuore o ictus. Dovremmo trattare la neurodegenerazione nello stesso modo per evitare la perdita di memoria e gli altri problemi cognitivi. "Abbiamo gli strumenti diagnostici disponibili per questo", secondo Selkoe. "Utilizzando test biochimici, siamo in grado di rilevare le prime fasi di neurodegenerazione specifiche dell'Alzheimer nel liquido cerebrospinale. Questo può essere fatto con una scansione PET del cervello. Questi cambiamenti possono essere rilevati anni - forse anche decenni - prima che insorgano le prime limitazioni funzionali".

 

Esperimenti di prevenzione

"Questo cambio di paradigma richiede una profonda revisione della ricerca clinica di Alzheimer", secondo Dennis J. Selkoe. "Anche se sono necessari sforzi significativi, gli studi di prevenzione dell'Alzheimer sono possibili. Purché gli studi siano impostati correttamente e la popolazione di pazienti sia scelta correttamente. Ad esempio, includendo persone con un elevato rischio genetico della malattia, che sono ancora in fase pre-clinica".

Purtroppo, secondo Selkoe, non esiste una nuova terapia all'orizzonte immediato per l'attuale generazione di pazienti di Alzheimer. Ma noi abbiamo l'obbligo di continuare la ricerca. L'obbligo di dire ai trentenni, quarantenni e cinquantenni sani - e in particolare ai loro figli - che stiamo facendo tutto il possibile per trovare una cura per l'Alzheimer per le loro generazioni. "Non abbiamo scelta", conclude Selkoe. "I pazienti e le loro famiglie, che vedo ogni giorno mi ricordano l'incitamento di Winston Churchill: '... mai, mai, mai arrendersi!' ".

 

**************

(*) Placche e grovigli sono lesioni (microscopiche) tipiche che avvengono nel cervello dei pazienti con Alzheimer e sono state descritte dal neurologo tedesco Alois Alzheimer più di 100 anni fa. La composizione proteica di queste placche e grovigli è stata scoperta verso la metà degli anni 1980.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Kris Van der Beken, VIB (the Flanders Institute for Biotechnology)

Pubblicato in EurekAlert! il 1 Febbraio 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)