Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricerca di Alzheimer: quanto lontano è il traguardo?

Comunicato del Presidente di Cure Alzheimer's Fund

Cari amici,

Alcune settimane fa, il comitato esecutivo e il personale del Cure Alzheimer’s Fund (CAF) si è incontrato con i componenti del nostro consorzio di ricerca a Chicago. Lo scopo della riunione era di esaminare i progressi dei diversi ricercatori e di fare del brainstorming con loro, come facciamo ogni anno, sulle modifiche da apportare alla nostra tabella di marcia per sfruttare i risultati raggiunti e determinare gli obiettivi di ricerca per il prossimo anno, sempre con l'obiettivo di accelerare i progressi nella ricerca di una cura/prevenzione per l'Alzheimer.


Quest'anno l'incontro con i ricercatori era diverso da quelli precedenti, perché riteniamo di aver raggiunto un importante punto di svolta:

  • In primo luogo, come risultato della nostra ricerca ad oggi, crediamo di capire quasi completamente le cause dell'Alzheimer. Abbiamo concordato con i ricercatori un modello standardizzato (vedi immagine sotto) delle molte cause dell'Alzheimer, derivante dalla nostra ricerca, e abbiamo collegato tali cause a geni specifici. Questo è un enorme passo avanti perché ci dà un chiaro percorso su cui concentrare la nostra ricerca: i geni e le cause sono ora collegati!

  • Secondo, ora abbiamo acquisito il completo set di dati con il quale possiamo determinare con precisione dove, nell'intero genoma umano, si verificano le "varianti funzionali". Queste sono variazioni nel DNA di un qualsiasi gene di interesse che alterano le funzioni proteiche, rispetto alle funzioni delle proteine normali. Stiamo cercando specificamente le varianti funzionali nel sottogruppo genetico dei 100 e più geni di Alzheimer, che ora sono stati scoperti e che si crede impattino direttamente il rischio della malattia. Il nuovo set di dati genomici è stato creato da noi in seguito a due realizzazioni:
    1. Il completamento del Progetto di sequenziamento dell'Intero Genoma di Alzheimer (WGSP) da 5,4 milioni di dollari, su 1.500 famiglie di Alzheimer, in combinazione con
    2. lo sviluppo di attualissimi algoritmi e del software (la biometria) per consentire di analizzare in modo efficiente l'enorme mole di dati generati dal WGSP. Il WGSP è stato finanziato interamente da CAF, e il progetto biometria è stato finanziato sia da CAF che dal National Institute of Mental Health. Siamo il primo gruppo di ricerca a generare un database familiare di Alzheimer completo in grado di collegare i difetti dei geni direttamente alla disfunzione cerebrale per qualsiasi gene di interesse. Crediamo che questo sia attualmente il database più completo della genetica di Alzheimer al mondo.

  • In terzo luogo, abbiamo tre potenziali cure chiave in stati avanzati di sviluppo. Uno, il progetto Modulatore Gamma Secretasi (GSM), che abbiamo finanziato inizialmente e ora stiamo continuando a finanziare e a perfezionare con il NIH (che sta contribuendo con milioni di dollari al progetto), dovrebbe passare alla sperimentazione umana nel prossimo anno. Sono ben avviati anche altri due progetti di sviluppo di farmaci, uno che ruota attorno al gene di Alzheimer noto come CD33 e l'altro che coinvolge gli inibitori ACAT (che inibiscono la produzione di amiloide). Il gene CD33, che siamo stati i primi a identificare 5 anni fa nella nostra prima scansione dell'intero genoma, è estremamente potente in termini di impatto, e abbiamo lavorato per capire i suoi "meccanismi d'azione" (ciè come funziona): questo ora è realizzato! La variante genetica CD33 protegge dall'Alzheimer e ha fornito indizi preziosi per identificare le terapie che potrebbero imitare quella modalità di protezione!

  • Quarto, stiamo organizzando un gran numero di nuovi progetti di ricerca, che saranno diretti da molti scienziati eccezionali, volti a capire e trovare cure per ognuno dei nuovi geni di Alzheimer indicati nella tabella allegata, che ha il gene APOE e i grovigli di tau come obiettivi della massima priorità. Il nostro progresso in tutti questi sforzi è stato notevolmente accelerato dalla capacità di identificare, con i nostri nuovi strumenti e set di dati, le variazioni precise nel nostro DNA che spiegano come i nuovi geni di Alzheimer impattano il rischio della malattia.

*******

Allora, qual è il "punto di svolta" che ho citato sopra? E' il punto in cui possiamo finalmente credere di avere tutte le informazioni necessarie per trovare una cura. Quelle informazioni sono in forma di modello globale della patologia di AD; un database avanzato e algoritmi per individuare le varianti con precisione e collegarle alle loro manifestazioni deleterie; una ricca storia di sperimentazioni (oltre 100 articoli di ricerca nelle migliori pubblicazioni), che ci fornisce lo sfondo per interpretare intelligentemente i dati identificati con i nostri nuovi strumenti, e un gruppo di ricercatori di AD di levatura mondiale, del tutto consapevole e impegnato a lavorare in modo collaborativo per liberare questo pianeta dall'Alzheimer.


Ma è costoso sfruttare appieno la nostra posizione unica e privilegiata per comprendere il legame tra la genetica dell'Alzheimer e la patologia del cervello, quello che ci viene fornito dai nostri interi sforzi riusciti di sequenziamento del genoma. Sia le famiglie fondatrici che i dirigenti contribuiscono al finanziamento della ricerca e a pagare tutte le spese di funzionamento della fondazione così che tutti i contributi di beneficenza vanno al 100% nella ricerca.


Continuiamo ad essere impegnati così, mettendo i nostri soldi e gli sforzi "dove sono le nostre parole". Noi ed i nostri ricercatori siamo molto eccitati dal potenziale di questa nuova fase del nostro sviluppo, e speriamo che lo siate anche voi. Se avete già dato il vostro contributo annuale, vi ringrazio. Se non l'avete ancora dato, vi preghiamo di aiutarci in questa ricerca.


Un caro saluto,

Jeff Morby
Presidente, Cure Alzheimer’s Fund

 

 

 

 

 


Fonte/Pubblicato in curealz.org (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)