Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Caregiver e ricercatori lamentano l'onere dell'Alzheimer, ma restano ottimisti

Caregiver e ricercatori lamentano l'onere dell'Alzheimer, ma restano ottimistiAlcuni partecipanti all'evento 'Disrupting Alzheimer's' (distruggere l'Alzheimer) di mercoledì 12 settembre 2018. (Foto: Kristen Thometz / Chicago Tonight)

Prendersi cura di una persona cara con il morbo di Alzheimer (MA) può essere impegnativo dal punto di vista fisico ed emotivo.


Quando al padre di Jay Newton-Small fu diagnosticata la condizione neurologica progressiva - la sesta causa principale di morte negli Stati Uniti, secondo l'Alzheimer's Association - sua madre è diventata la sua caregiver principale. "Non aveva più tempo libero", ha detto la Newton-Small, co-fondatrice della piattaforma di narrazione digitale MemoryWell.


Dieci anni dopo, all'età di 59 anni, sua madre morì "per un aneurisma cerebrale indotto dallo stress", ha detto la Newton-Small, che nel 2011 è diventata caregiver di suo padre. Un lavoro che, dice di aver capito, "non era in grado di gestire".


Secondo l'Alzheimer's Association, 5,7 milioni di americani vivono con la malattia e 16,1 milioni danno assistenza non pagata alle persone con MA o altre forme di demenza. Questi caregiver forniscono circa 18,4 miliardi di ore di assistenza ad un costo stimato in 323 miliardi di dollari.


"Non c'è abbastanza supporto per i caregiver familiari", ha detto Sarita Gupta, che si prende cura di suo padre con MA, oltre a crescere una figlia di 8 anni. È anche condirettrice esecutiva di Jobs With Justice e di Caring Across Generations. "È un viaggio profondamente emotivo vedere la persona che ami scivolare via lentamente. ... È un vero e proprio pedaggio emotivo e un impegno finanziario, e non deve essere così difficile".


Con il numero di americani che vivono con MA stimati in aumento a 14 milioni entro il 2050, la rivista The Atlantic ha ospitato mercoledì una tavola rotonda dedicata alla condizione. L'evento "The State of Care: Disrupting Alzheimer's" (Stato dell'assistenza: distruggere l'Alzheimer) ha visto la presenza di caregiver, ricercatori e sostenitori, nonché un politico locale e un partecipante a una sperimentazione clinica.


"I fatti parlano da soli. Il MA è una delle malattie più devastanti, una discesa lenta e straziante che deruba le persone dei loro ricordi e identità", ha detto la presidente di AtlanticLIVE, Margaret Low.


Daisy Duarte, residente a Springfield/Missouri, ha familiarità con il peso che pretende il MA. "Il 75% della mia famiglia è deceduto per MA, o ha la malattia ora", ha detto la Duarte, che è diventata caregiver di sua madre tre anni fa. "Mia nonna aveva 11 fratelli e tutti sono morti con MA. Mia madre ha sei fratelli: lei e due di loro sono morti e due di loro hanno il MA".


Alla madre della Duarte è stato diagnosticato il MA ad esordio precoce tre anni fa quando aveva 55 anni. Poco dopo la diagnosi, la Duarte risultò positiva a un gene familiare ad esordio precoce. Aveva 38 anni. "È stato un momento triste", ha detto la Duarte. Ma piuttosto che deprimersi, ha deciso di fare qualcosa al riguardo. "Non mi sono mai sentita una vittima", ha detto la Duarte. "Ho avuto fiducia nel Signore, e sono semplicemente positiva".


La Duarte è una sostenitrice di pazienti e caregiver del LatinosAgainst Alzheimer's Network. Partecipa inoltre a una sperimentazione clinica per pazienti a rischio di MA a prevalenza ereditaria.


La Duarte spera che condividere la sua storia possa ispirare altri, in particolare latinoamericani e afro-americani, a partecipare alle sperimentazioni cliniche. Gli afro-americani hanno il doppio delle probabilità di avere il MA o altre forme di demenza rispetto agli anziani bianchi, mentre i latini hanno una probabilità 1,5 volte maggiore rispetto ai bianchi di sviluppare il MA o altre forme di demenza.


Oltre a coinvolgere più persone nelle sperimentazioni cliniche, sostenitori e ricercatori stanno chiedendo più formazione sulla condizione. "L'idea che si tratti di una malattia dei vecchi non è più vera", ha detto Elli Kaplan, co-fondatrice e CEO di Neurotrack, una società che usa la tecnologia di tracciamento dell'occhio per prevedere il declino cognitivo. "Abbiamo bisogno di iniziare a istruire le persone sulla salute del cervello ed è importante avviare il processo molto presto. ... Le persone dovrebbero pensare al loro cervello come a un organo di cui si prendono cura come di qualsiasi altra cosa".


Nonostante decenni di ricerca e la mancanza di un trattamento per curare o rallentare la progressione della malattia, ricercatori, operatori sanitari e avvocati sono ottimisti riguardo al futuro.


"Vedo un trattamento, succederà. Gli scienziati sono molto vicini"
, ha detto William Klein, professore alla Northwestern University.


"Credo che siamo su una strada positiva"
, ha detto Harry John, CEO dell'Alzheimer's Association. "Abbiamo molto da fare ma siamo sulla buona strada".

 

 

 


Fonte: Kristen Thometz in Chicago Tonight (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)