Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Inquinamento oceanico: grave pericolo per la salute umana, e rischio di demenza

ocean pollution bergIl 'pollution-berg', l'iceberg dell'inquinamento. Fonte: Will Stahl-Timmins/Boston College/CSM

L'inquinamento oceanico è diffuso, in peggioramento, ed è un pericolo chiaro e presente per la salute e il benessere umano. Ma la portata di questo pericolo, almeno finora, non è ancora pienamente compresa. Il nostro studio recente offre la prima valutazione completa dell'impatto dell'inquinamento oceanico sulla salute umana.


L'inquinamento oceanico è frutto di una miscela complessa di metalli tossici, materie plastiche, prodotti chimici fabbricati, petrolio, rifiuti urbani e industriali, pesticidi, fertilizzanti, prodotti chimici farmaceutici, deflusso agricolo e fognature. Più dell'80% deriva da fonti terrestri e raggiunge gli oceani attraverso fiumi, deflusso, deposizione dall'atmosfera (dove gli inquinanti trasportati dall'aria vengono lavati nell'oceano da pioggia e neve) e scarico diretto, come l'inquinamento degli impianti di trattamento delle acque reflue e la spazzatura di scarto.


L'inquinamento oceanico è più pesante vicino alle coste e concentrato di più lungo le coste dei paesi a basso e medio reddito. L'inquinamento oceanico può anche essere presente ben oltre le giurisdizioni nazionali in oceano aperto, nelle più profonde fosse oceaniche e sulle rive di isole remote. L'inquinamento dell'oceano non conosce confini.

 

L'inquinamento oceanico più pericoloso

  • I rifiuti di plastica sono la componente più visibile dell'inquinamento oceanico. Più di dieci milioni di tonnellate di plastica entrano nei mari ogni anno. La maggior parte di questo si rompe in particelle di microplastica e si accumula in sedimenti costieri e in profondità.
    Alcuni pezzi di grandi dimensioni galleggiano nell'acqua per decenni finendo per formare massicce concentrazioni in cui le correnti convergono e circolano. Le cosiddette 'isole di plastica' sono un esempio ben noto.
    Le microplastiche contengono vari prodotti chimici tossici che vengono aggiunti alla plastica per renderli flessibili, colorati, impermeabili o resistenti alla fiamma. Questi includono cancerogeni, neurotossine e distruttori endocrini, prodotti chimici che interferiscono con gli ormoni e possono causare cancro, difetti alla nascita e ridotta fertilità.
    Queste particelle piene di prodotti chimici entrano nella catena alimentare e si accumulano nel pesce e nei crostacei. Quando noi umani mangiamo i frutti di mare contaminati da questi materiali, ingeriamo milioni di particelle di microplastica e molte sostanze chimiche contenute. Sebbene vi sia ancora dibattito sul danno agli esseri umani delle microplastiche, l'esposizione a queste sostanze chimiche aumenta il rischio di contrarre tutte le malattie che causano. Praticamente tutti noi abbiamo le microplastiche nel corpo oggi.

  • Il mercurio è diffuso negli oceani, e il principale colpevole è il carbone che si brucia nelle case e nell'industria. Tutto il carbone contiene mercurio, e quando brucia, il mercurio vaporizza, entra nell'atmosfera, e alla fine si deposita nel mare. L'estrazione dell'oro è un'altra fonte, poiché il mercurio è usato per sciogliere l'oro dal minerale.
    Il mercurio può accumularsi ad alti livelli nei pesce predatori come il tonno e il pesce spada, che poi noi mangiamo. I pesci contaminati possono essere particolarmente pericolosi se mangiati dalle madri in gravidanza. L'esposizione al mercurio dei bambini nel grembo può danneggiare lo sviluppo del cervello, ridurre l'IQ e aumentare i rischi di autismo, ADHD e altri disturbi dell'apprendimento. L'esposizione degli adulti al mercurio aumenta i rischi di malattie cardiache e di demenza.

  • Gli inquinanti del petrolio da fuoriuscite minacciano i microrganismi marini che producono gran parte dell'ossigeno della terra, riducendo la loro capacità di fotosintesi. Questi microrganismi benefici usano energia solare per convertire il CO2 atmosferico in ossigeno e sono influenzati anch'essi da inquinanti organici e altre sostanze chimiche. Quando c'è una grande fuoriuscita di petrolio, l'impatto può essere enorme.

  • L'inquinamento costiero da rifiuti industriali, deflusso agricolo, pesticidi e acque reflue aumenta la frequenza di fioriture algali dannose, note come maree rosse, maree marroni e maree verdi. Queste fioriture producono tossine potenti come la ciguatera e l'acido domoico che si accumulano nel pesce e nei crostacei. Se ingerite, queste tossine possono causare demenza, amnesia, paralisi e persino una morte rapida. Quando inalate, possono causare l'asma.

  • I microrganismi pericolosi derivano da una combinazione di inquinamento costiero e riscaldamento dei mari, che incoraggiano la loro diffusione. Batteri nocivi come le specie vibrio (presenti nelle acque più calde e responsabili della vibriosi, una malattia potenzialmente letale) ora si trovano sempre più a nord e causano infezioni pericolose per la vita. C'è un rischio alto che il colera, causato dal Vibrio Cholerae, possa diffondersi in nuove aree finora non toccate.


E l'inquinamento oceanico ha un impatto sproporzionato sulla salute dei popoli indigeni, delle comunità costiere e delle popolazioni vulnerabili nel sud globale, sottolineando la scala planetaria di questa ingiustizia ambientale.

 

Volontà politica e prove scientifiche

Anche se i risultati in questo rapporto sono allarmanti, la buona notizia è che l'inquinamento oceanico, come tutte le forme di inquinamento, può essere controllato e prevenuto. I divieti alle materie plastiche monouso e un migliore smaltimento dei rifiuti possono frenare alla fonte l'inquinamento, in particolare i rifiuti di plastica, sia a terra che in mare.


I governi saggi hanno frenato altre forme di inquinamento implementando strategie di controllo basate su leggi, politica, tecnologia e applicazioni mirate. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno ridotto l'inquinamento atmosferico del 70% dopo il passaggio del Clean Air Act nel 1970, che ha salvato migliaia di vite e si è dimostrata altamente conveniente.


Paesi di tutto il mondo stanno applicando questi stessi strumenti per controllare l'inquinamento dell'oceano. Il porto di Boston nel Massachusetts e il porto di Victoria a Hong Kong sono stati puliti. Estuari, dal Chesapeake Bay negli Stati Uniti al Seto Inland Sea in Giappone, sono stati ringiovaniti. Alcune barriere coralline sono state restaurate, come quelle delle American Samoa, dove c'è stata vigilanza, protezione e risposta rapida in relazione a varie minacce di inquinamento.


Questi successi hanno potenziato l'economia, aumentato il turismo, ripristinato la pesca e migliorato la salute. Dimostrano che un controllo vasto dell'inquinamento oceanico è fattibile e i suoi benefici dureranno per secoli. Il nostro studio offre alcune raccomandazioni chiare per prevenire e controllare l'inquinamento oceanico, come la transizione all'energia più pulita, lo sviluppo di alternative accessibili alle plastiche fossili da combustibili, la riduzione degli scarichi umani, agricoli e industriali e l'ampliamento delle aree marine protette.


Proteggere il pianeta è una preoccupazione globale e una nostra responsabilità collettiva. Per prevenire l'inquinamento oceanico e salvaguardare la nostra salute saranno essenziali leader che riconoscono la gravità dell'inquinamento oceanico, ammettono i suoi crescenti pericoli, coinvolgono la società civile e prendono iniziative audaci basate sull'evidenza per fermare l'inquinamento alla fonte.

 

 

 


Fonte: Jacqueline McGlade (prof.ssa di prosperità naturale, sviluppo sostenibile e sistemi di conoscenza, UCL) e Philip Landrigan (prof. e direttore del programma globale di sanità pubblica e osservatorio di inquinamento globale, Istituto Schiller del Boston College)

Pubblicato in The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)