Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La diagnosi di demenza coinvolge tutta la famiglia, non solo il paziente

Cara Mary, io e mia sorella siamo molto preoccupati per nostro padre, anche se è mia madre che ha avuto la diagnosi di demenza progressiva. Egli insiste a fare tutto da solo, anche se la sua condizione è in costante peggioramento. In realtà, egli non ammette che la salute della mamma stia declinando o che stia funzionando in modo sempre più difficile.

Io e mia sorella abbiamo cercato di parlare con lui di questo e ci siamo entrambi offerti di aiutare con la sua cura, ma non ce lo permette. Conosciamo la prognosi della mamma e cosa aspettarsi, ma ora siamo preoccupati per la salute di papà.


Caro lettore
, non è insolito per il coniuge essere in diniego, quando si tratta del declino della salute dell'amato, ma capisco anche la vostra preoccupazione per la salute fisica e mentale del papà. Inoltre non è insolito che egli non risponda alla vostra consapevolezza del declino della mamma; dopo tutto, voi siete i suoi figli (qualunque sia la vostra età) e lei è sua moglie.

Può essere utile aggiornare il medico di tua madre sulla situazione: del declino di tua madre, così come della negazione e del sovraccarico di caregiving di tuo padre. Chiedi al papà se è il caso di riunire la famiglia dal medico, in modo da capire meglio dov'è la mamma nel percorso della malattia e che cosa ci si può aspettare nel prossimo futuro.

Cercate di non sopraffare il papà con quello che ci si può aspettare, visto che la salute della madre continua a peggiorare; piuttosto, usate le informazioni del medico per supportarlo nella pianificazione dell'assistenza. Sembra che lui sia molto orgoglioso del buon lavoro che ha fatto; fategli sapere che anche voi siete orgogliosi di lui, e continuate ad offrire il vostro aiuto. Verrà il giorno che non potrà che accettare.

 


 

Cara Mary, di recente una collega caregiver mi ha detto che prendersi cura di suo padre le dà tanta gioia da non riuscire a immaginare di non farlo per sempre. Vorrei essermi sentita così! Amo mia madre e voglio aiutarla per quanto mi è possibile, ma mi preoccupo di non fare bene le cose e non fare abbastanza per lei. C'è un modo per cui posso trovare "gioia" in tutte le attività di caregiving che riempiono le mie giornate?


Caro lettore
, non conosco alcun caregiver che sapesse che il suo destino nella vita era di assistere o che abbia ricevuto una formazione su come essere un caregiver. Il caregiving è quasi sempre un ruolo inaspettato che ci viene addosso quando siamo nel bel mezzo di una vita intensa ed attiva.

Sii certo, però, che molte delle esperienze della tua vita ti hanno preparato per questo nuovo ruolo. Pensa alle volte che ti sei sentito male e come volevi che le persone si prendessero cura di te; pensa alle frustrazioni che hai provato quando eri malato o ferito e non potevi fare quello che volevi.

Valuta che tipo di assistenza richiede tua madre, compreso quello che lei può ancora fare per se stessa. Coinvolgila più a lungo possibile nella pianificazione della sua assistenza. Sii disposto a rivalutare la situazione quando la sua salute declinerà e anche a rivalutare i cambiamenti del tuo ruolo. Impara ad accettare i cambiamenti fisici, comportamentali e cognitivi di ​​tua madre e ad accettare il fatto che non puoi cambiare il risultato della sua malattia.

Individua le risorse nella tua comunità che possono supportare te e tua madre. Non esitare a chiedere aiuto, e non esitare ad accettare aiuto quando viene offerto.

 

 

 


Fonte: Mary Chaput in Capital Gazette (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)