Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Il programma di visite a un proprio caro con Alzheimer deve essere flessibile



Cara Carol: La mamma ha la demenza da diversi anni. L'ho portata a casa mia per circa sei mesi, ma lei era estremamente infelice di abitare lì. L'ho quindi riportata indietro a casa sua e ho assunto un'aiutante. E' stato peggio. Non voleva alzarsi dal letto, faceva guerra ai caregiver e non voleva mangiare. Infine, ho rinunciato e l'ho portata nell'unità di memoria di un centro vicino di vita assistita.

Ora, lei è vigile e gira tutto il giorno. Mangia bene ed è ragionevolmente felice. Il problema è che, quando vado a trovarla, mi chiede di portarla a casa. Il personale mi ha detto che va bene, è solo la reazione normale di una persona con AD. Hanno detto, molto gentilmente, che potrebbe andare meglio se non andassi a visitarla così spesso. Mi sento in colpa se non la vado a trovare tutti i giorni, ma capisco il loro punto di vista. Leggo la tua rubrica ogni settimana e tu inviti a visitare spesso i genitori. È brutto se riduco la frequenza e la visito solo una o due volte alla settimana? PR

 

Cara PR: Grazie per essere una lettrice così assidua e per aver chiesto un approfondimento di questo argomento. Considerando la tua domanda, è ovvio che devo sottolineare ancora una volta che ogni situazione è unica e ha considerazioni particolari.


Hai ragione che io sento che, quando una persona cara è posta in una struttura di assistenza, la famiglia deve tenerla sotto stretto controllo e, nella maggior parte dei casi, aiutare il loro caro nella transizione e per alleviare eventuali sensazioni di abbandono.


Tuttavia, quando si tratta di tipi diversi di demenza, in particolare di Alzheimer, l'approccio migliore può variare dalla regola generale.


Nel tuo caso, vorrei suggerire che visiti abbastanza spesso la mamma da capire com'è la sua salute, e per rassicurarla che sei il suo avvocato e che non è dimenticata. Tuttavia, dal momento che hai visto tua madre prosperare sotto la cura del personale in questa struttura, forse non ti devi preoccupare per la qualità della sua cura. Sai già che va bene.


Hai anche visto la delusione di tua mamma quando la lasci dopo ogni visita, quindi penso che il personale abbia probabilmente ragione nel suggerire un minor numero di visite, almeno per il momento. Quando vai via dopo una visita, lascia con sicurezza e con un sorriso in modo che la mamma possa sentire che è in buone mani. Puoi chiedere al personale di aiutarti a distrarla se è delusa dalla tua partenza.


Ricorda che ciò che scegli di fare ora non è scolpito sulla pietra. Se ritieni che la sua cura sia penalizzata, cerca di vederla più spesso. Inoltre, la demenza fluttua nelle diverse fasi che attraversano le persone, e le loro esigenze cambiano, quindi questa potrebbe essere una fase che tua madre sta attraversando e, con la progressione della sua malattia, potrebbe aver bisogno di tue visite più frequenti.


Ricorda che il gradimento di tua madre del suo ambiente attuale non dice nulla di negativo sulla cura che le hai dato. Piuttosto sottolinea il fatto che lei probabilmente ha bisogno di più socializzazione e attività per tenerla occupata. Ciò è previsto nella struttura. Goditi un po' di tempo per prenderti cura di te ora, perché, come ho già detto, la sua salute non farà che peggiorare e potrebbe richiedere molto di più col passare del tempo.


I tuoi sensi di colpa sono immeritati ma comprensibili. Il fatto stesso che noi, come caregiver, non possiamo risolvere la situazione del nostro caro, sembra darci un senso di colpa intrinseco, non importa quali sono le scelte che facciamo.

 

 

 


Fonte: Carol Bradley Bursack in Inforum (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)