Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Svelato nuovo meccanismo di morte cellulare nelle neurodegenerazioni

Svelato nuovo meccanismo di morte cellulare nelle neurodegenerazioniA sinistra, in rosso e blu, cellule cerebrali di topi sani con nucleo normale. Il nucleo è l'organello centrale (arancione) in cui sono conservate tutte le istruzioni genetiche affinché le cellule rimangano sane. Nelle due immagini centrali si vedono cellule cerebrali di topi malati, che hanno diverse strutture gialle, dimostrando che i frammenti del nucleo sono digeriti dalle macchine dell'autofagia, gli autofagosomi (verde). Di norma gli autofagosomi rimuovono le tossine, ma qui stanno digerendo il proprio nucleo, che alla fine porterà all'auto-distruzione (ultima immagine).I ricercatori del King's College di Londra hanno scoperto nuovi meccanismi di morte cellulare, che possono essere coinvolti in disturbi neurodegenerativi debilitanti, come l'Alzheimer e il Parkinson.


Questa nuova ricerca, pubblicata ieri su Current Biology, potrebbe portare a nuovi approcci terapeutici per trattare o ritardare la progressione di condizioni neurodegenerative che sono attualmente incurabili, se i risultati saranno approfonditi.


Molti trattamenti attuali per le condizioni neurodegenerative mirano effettivamente a migliorare la pulitura delle cellule [dai rifiuti], che può peggiorare piuttosto che migliorare i sintomi neurodegenerativi, rendendo urgenti e necessarie nuove strategie terapeutiche.


Le condizioni neurodegenerative sono caratterizzate da una perdita progressiva della funzione cerebrale, così che i pazienti iniziano a perdere il controllo del movimento, dell'equilibrio, della memoria e della parola - in modo simile a quanto accade quando le persone hanno una forte intossicazione alcolica. Tuttavia, non sappiamo al momento come o perché queste cellule cerebrali perdono la loro funzione, in particolare nella fase terminale di queste malattie.



Usando due modelli animali di un disturbo neurologico degenerativo, i ricercatori sono riusciti a trovare un processo disfunzionale simile che si verifica nei moscerini della frutta e nei topi, così come nelle cellule umane, il che significa che i loro risultati saranno probabilmente replicati nel cervello umano.


In particolare, hanno scoperto che in questa condizione le cellule nervose in alcune aree del cervello entrano in stallo e non sono più in grado di rimuovere le tossine o le cellule cerebrali vecchie e disfunzionali, un processo naturale chiamato 'autofagia'. L'autofagia è essenzialmente il modo in cui il cervello scompone i rifiuti cellulari in componenti elementari, che vengono poi riciclati e utilizzati per costruire e rinnovare le cellule cerebrali.


Lo stallo persistente nell'autofagia significa che le cellule nervose non sono in grado di 'pulire' il cervello e questo si traduce in un accumulo di tossine. Essenzialmente le cellule diventano confuse e iniziano a buttare fuori componenti interne essenziali, piuttosto che rifiuti, portando a una perdita di funzione e alla fine alla loro morte.


Questa nuova visione di come le cellule nervose potrebbero morire di auto-ingestione ha implicazioni importanti per approcci terapeutici mirati all'autofagia. Mentre i trattamenti attuali mirano a migliorare la pulitura cellulare, in questo studio gli autori sono riusciti a interrompere specifici processi che interferiscono con la pulitura cellulare.


La dott.ssa Olga Baron, prima autrice, dell'Istituto di Psichiatria, Psicologia e Neuroscienze del King's College di Londra, ha dichiarato: "Studi come il nostro, che studiano condizioni genetiche rare, possono essere molto potenti nel trovare nuovi meccanismi. Al momento stiamo valutando se possiamo replicare gli stessi risultati per altri disturbi nei quali l'autofagia ha dimostrato di funzionare male, come nell'Alzheimer e nella malattia del motoneurone (sclerosi laterale amiotrofica, o SLA, o malattia di Lou Gehrig o malattia di Charcot)".


Il dott. Manolis Fanto, del King's College di Londra, autore senior dello studio ha dichiarato: "L'autofagia è importante per tutte le condizioni neurologiche degenerative, e quello che emerge dal nostro studio è come il blocco dell'autofagia uccide le cellule nervose in un modo nuovo, non descritto in precedenza".

 

 

 


Fonte: King's College London (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Olga Baron, Adel Boudi, Catarina Dias, Michael Schilling, Anna Nölle, Gema Vizcay-Barrena, Ivan Rattray, Heinz Jungbluth, Wiep Scheper, Roland A. Fleck, Gillian P. Bates, Manolis Fanto. Stall in Canonical Autophagy-Lysosome Pathways Prompts Nucleophagy-Based Nuclear Breakdown in Neurodegeneration. Current Biology, November 2017 DOI: 10.1016/j.cub.2017.10.054

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)