Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ricerca dimostra che molti anziani sono felici nonostante il declino cognitivo

Deterioramento cognitivo è la diagnosi che spesso temono gli over-65, ma quali sono le probabilità di essere infelici se insorgerà in futuro?


Un nuovo studio, eseguito da Anthony Bardo e Scott Lynch, affronta proprio questa questione, esaminando l'«aspettativa di vita cognitiva». Che cosa significa esattamente questo termine? Bardo, assistente professore di sociologia all'Università del Kentucky, descrive l'«aspettativa di vita cognitiva» come il tempo in cui gli anziani vivono con una buona salute del cervello, invece che col suo declino.


"C'è molto stigma e paura attorno al declino delle capacità cognitive che a volte arriva con l'età, specialmente tra coloro che si avvicinano alla seconda metà della loro vita adulta. Tuttavia, i risultati del mio studio recente mostrano che il deterioramento cognitivo non equivale a infelicità".


In che modo Bardo ha raggiunto questa conclusione? Ha analizzato 53.000 osservazioni su più di 15.000 persone over-65 che hanno partecipato all'Health and Retirement Study tra il 1998 e il 2014. Lo studio incorporava test che esaminavano, tra le altre attività, la capacità degli anziani di richiamare le parole.


Quindi, la domanda diventa, come si misura la felicità? "La felicità si basava su una domanda che chiedeva se un rispondente era stato felice sempre / il più delle volte o poco/mai nella settimana precedente", ha spiegato Bardo. "Questa è una misura semplice, ma valida e affidabile, usata di solito per valutare come una persona sente la qualità complessiva della sua vita".


Bardo porterà la sua esperienza al Dipartimento di Sociologia il prossimo autunno. Ha conseguito un dottorato all'Università di Miami nel 2015. Più di recente, Bardo è stato studioso post-dottorato alla Duke University.


La sua ricerca, che si basa su fatti e cifre, è anche estremamente personale. La nonna di Bardo ha subito un grave ictus nel 2007. Allo stesso tempo, stava cercando un programmi di laurea. "Nonostante la sua cattiva salute e il fatto di doversi trasferire in una casa di cura, era ancora una persona felice e questa anomalia apparente mi ha spinto a cercare di capire meglio come la qualità della vita e la salute percepite sono modellate lungo tutto il corso dell'esistenza".


I risultati dello studio più recente di Bardo dimostrano che sua nonna non è un'anomalia. In effetti, ha scoperto che la maggior parte degli anni di decadimento cognitivo è felice, non infelice.


Secondo lo studio, le femmine bianche over-65 possono aspettarsi che sui 19 anni totali di vita rimanente da vivere, 4 di essi abbiano un qualche deterioramento cognitivo. I risultati mostrano che, in questi quattro anni di disabilità cognitiva, ci si aspetta che 3,4 siano vissuti felicemente e gli altri 0,6 anni (7 mesi circa) siano infelici.


"I nostri risultati mostrano che felicità e deficit cognitivo convivono: nonostante alcune differenze razziali / etniche nette, gli anni felici di vita hanno dimostrato di superare sostanzialmente il numero di anni che ci si può aspettare di vivere con alcuni deficit cognitivi, in media"
.


Bardo ha detto che il fatto principale da portare a casa del suo studio, attualmente in fase di revisione per essere pubblicato, è che "anche quando c'è un deterioramento cognitivo, gli anziani possono aspettarsi che buona parte di questi ultimi anni rimangano felici. Idealmente questa scoperta può contribuire a ridurre parte dello stigma e della paura che circonda il deterioramento cognitivo in età avanzata".

 

 

 


Fonte: Lindsey Piercy in University of Kentucky (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)