Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I pericoli di una vita in isolamento

Gli esseri umani sono programmati per interagire con gli altri, specialmente durante i periodi di stress. D'altra parte, quando affrontiamo da soli una dura prova, la mancanza di supporto emotivo e di cameratismo può aumentare la nostra ansia e ostacolare la nostra capacità di far fronte.


Questo è il messaggio energico del film 'Shut In', un thriller appena uscito. Naomi Watts interpreta una psicologa dell'infanzia vedova che vive isolata nella Nuova Inghilterra rurale con suo figlio, che è in stato di coma e costretto a letto a causa di un incidente automobilistico. Isolato dalla neve e ritirato dal mondo esterno, il personaggio della Watts sprofonda in un'esistenza disperata. Diventa presto difficile per lei distinguere i fantasmi della sua immaginazione dalla realtà dei raccapriccianti eventi nella sua casa apparentemente stregata.


'Shut In', ovviamente, non è il primo film ad usare l'isolamento come veicolo per la follia. I personaggi interpretati da Jack Nicholson in 'Shining' e Tom Hanks in 'Castaway' si sono trovati in situazioni simili. Sebbene i film come 'Shut In' siano di fantasia, il peso sulla psiche del protagonista dall'essere così solo, per così tanto tempo, si basa sulla scienza dell'isolamento sociale.

 

L'importanza della connessione umana

Sì, gli altri possono essere irritanti. Ma sono anche la nostra fonte più grande di conforto e una quantità impressionante di ricerche psicologiche sottolinea l'importanza del contatto umano. Il rifiuto da parte di altri, psicologicamente ci ferisce più in profondità di qualsiasi altra cosa, e la ricerca dei neuroscienziati rivela che l'ostracismo può portare a provare un reale dolore fisico.


Altri studi confermano che la solitudine non fa bene alla salute di nessuno. Aumenta i livelli di ormoni dello stress nel corpo mentre porta a dormire poco, ad avere un sistema immunitario compromesso e, negli anziani, al declino cognitivo. È ben documentato anche il danno che l'isolamento solitario infligge alla salute mentale dei detenuti.


Solo in un ambiente immutabile le informazioni sensoriali a nostra disposizione e i modi in cui vengono elaborate possono cambiare in modi imprevedibili. Ad esempio, normalmente passiamo la maggior parte del tempo a seguire ed elaborare gli stimoli esterni dal mondo fisico che ci circonda. Tuttavia, la stimolazione monotona di ciò che ci circonda può farci rivolgere l'attenzione verso l'interno - dentro di noi - cosa che molti di noi hanno meno esperienza a gestire.


Questo può portare a uno stato di coscienza profondamente alterato. Potremmo iniziare a mettere in discussione ciò che sta accadendo nel nostro ambiente: quello scricchiolio al piano di sopra è solo una vecchia casa che respinge il vento, o è qualcosa di più sinistro? Questa ambivalenza ci lascia congelati sul posto, sconvolti dal disagio, specialmente se siamo soli.


Quando siamo incerti, la prima cosa che facciamo di solito è guardare alle reazioni degli altri per capire cosa sta succedendo. Senza altri con cui condividere informazioni e reazioni, l'ambiguità diventa molto difficile da risolvere. Quando ciò accade, la nostra mente potrebbe correre rapidamente alle conclusioni più oscure possibili.


Possono accadere cose spiacevoli quando piccoli gruppi di persone sperimentano l'isolamento insieme. Molto di ciò che sappiamo di questo fenomeno è stato preso dall'osservazione delle esperienze di volontari nelle stazioni di ricerca in Antartide, specialmente durante il periodo di "svernamento". Le temperature estreme, i lunghi periodi di oscurità, i paesaggi alieni e gli stimoli sensoriali pesantemente ridotti hanno creato un perfetto laboratorio naturale per studiare gli effetti dell'isolamento e del confinamento.


I volontari hanno sperimentato cambiamenti nell'appetito e nei modelli di sonno. Alcuni non sono più riusciti a tenere traccia con precisione del passare del tempo e hanno perso la capacità di concentrazione. La noia di avere intorno le stesse persone, con limitate fonti di intrattenimento, ha finito per causare molto stress. I manierismi di tutti gli altri sono diventati una fonte di tormento stridente, irritante e ineluttabile.

 

Vedere i fantasmi

Ma forse la cosa più strana che può accadere a chi è in isolamento è sperimentare la 'presenza percepita' o la sensazione che un'altra persona o anche un essere soprannaturale sia con noi. Le presenze percepite di solito appaiono in ambienti con stimoli fisici e sociali statici, in altre parole quando sei da solo in un posto tranquillo e remoto, proprio come il personaggio di Naomi Watts in 'Shut In'. Anche le basse temperature e gli alti livelli di stress sono ingredienti comuni.


Alcune delle descrizioni più interessanti delle presenze percepite provengono da velisti, alpinisti e esploratori artici solitari che hanno sperimentato allucinazioni e esperienze extracorporee. In uno stupefacente incidente del 1895, Joshua Slocum, la prima persona a circumnavigare il globo in barca a vela, disse di aver visto e parlato con il pilota della nave di Cristoforo Colombo 'La Pinta'. Slocum ha sostenuto che il pilota guidava la sua barca nel brutto tempo mentre lui era ammalato per un'intossicazione alimentare.


La vividezza di una presenza può variare da una vaga sensazione di essere osservati a vedere una persona apparentemente reale. Potrebbe essere un dio, uno spirito, un antenato o un conoscente personale. Un famoso esempio accadde nel 1933, quando l'esploratore britannico Frank Smythe tentò di scalare il Monte Everest da solo. Divenne così convinto che qualcun altro lo stava accompagnando durante la scalata che offrì persino un pezzo di torta al suo compagno invisibile di roccia.


Le possibili spiegazioni per una presenza percepita includono il movimento delle barche (se si naviga da soli) e l'attività atmosferica o geomagnetica. Lo stress, la mancanza di ossigeno, la stimolazione monotona o l'accumulo di ormoni possono innescare cambiamenti nella chimica del cervello che inducono stati alterati di coscienza. Ci sono in realtà nuove interessanti prove di un gruppo di ricerca guidato dal neuroscienziato Olaf Blanke che dimostrano che stimolare specifiche regioni del cervello può indurre le persone a sentire la 'presenza' di un'apparizione spettrale.


Sebbene le presenze rilevate siano segnalate più frequentemente da persone in luoghi strani o pericolosi, non è irragionevole presumere che tali esperienze possano accadere in ambienti più banali. Ad esempio, le persone che hanno perso una persona cara possono isolarsi dal mondo esterno e lasciare raramente la loro casa.


La solitudine e l'isolamento, uniti ad alti livelli di stress e stimoli sensoriali immutabili, potrebbero benissimo produrre le stesse condizioni biologiche che potrebbero scatenare una 'visita' da parte dei defunti recenti. Gli studi indicano che quasi la metà degli americani anziani vedovi riferisce di avere allucinazioni del coniuge morto. Queste esperienze sembrano essere un meccanismo sano per far fronte, e una parte normale del lutto.


Cosa potrebbe dire tutto questo sul modo in cui siamo cablati?


È chiaro che la connessione significativa con altre persone è essenziale per la salute, quanto l'aria che respiriamo. Dato che periodi prolungati di isolamento sociale possono spezzare anche gli individui più duri, forse in assenza di un contatto umano reale il nostro cervello può produrre esperienze sociali, un ultimo tentativo di preservare la nostra sanità di mente.

 

 

 


Fonte: Frank T. McAndrew, professore di psicologia del Knox College.

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

I tuoi ricordi sono governati da timer nascosti nel tuo cervello

10.12.2025 | Ricerche

Uno dei compiti più essenziali del cervello è decidere quali esperienze immagazzinare co...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)