Dal 90enne che balla il tip tap al 40enne che fatica a fare 1 km, tutti noi conosciamo persone che sembrano sorprendentemente più giovani o più vecchi della loro età. Gli scienziati ritengono che sia possibile distinguere tra due tipi di età: l'età biologica, una misura come funziona il corpo, e l'età cronologica, la tua età in anni.
L'epigenetica, la scienza che studia come i fattori ambientali influenzano i nostri geni, è un modo promettente per capire il legame tra le due [età], e l'invecchiamento in generale.
La metilazione del DNA è un meccanismo usato dalle cellule per controllare l'espressione dei geni: se (e quando) accendere o spegnere un gene. Questo differisce tra le varie cellule e tessuti e ha dimostrato di cambiare gradualmente quando invecchiamo. Il livello di metilazione può quindi aiutare a determinare l'età dei tessuti.
Creando dei diagrammi del modo in cui l'età influenza i livelli di metilazione del DNA per tutta la vita, gli scienziati hanno creato un orologio epigenetico. Questo è un metodo largamente usato per determinare l'età biologica [partendo] da un campione di metilazione del DNA, in base a centinaia di marcatori epigenetici. Ma la nostra nuova ricerca, pubblicata su Genome Biology, suggerisce che il metodo non è affidabile come si pensava.
La versione dell'orologio più usata è stata sviluppata in origine [partendo] da una vasta collezione di dati tratti da una gamma di diversi tipi di tessuto.
Mentre i campioni di tessuto provengono da donatori anonimi, l'orologio epigenetico permette ai ricercatori di stimare la loro età cronologica, aumentando o togliendo alcuni anni. Focalizzando l'attenzione sull'età biologica, si è proposto che l'orologio epigenetico rifletta la nostra 'vera' età cellulare. Questo può essere alterato dalla nostra salute o dall'ambiente in cui viviamo.
Molti studi hanno esplorato l'accelerazione dell'età, come i nostri orologi potrebbero essere accelerati da una malattia o dall'ambiente, e anche come questo potrebbe legarsi al rischio di morte. In sostanza, questo calcola la differenza tra età cronologica e biologica per un insieme di persone. Poi prendi questa differenza e verifichi se si correla con il profilo delle persone che soffrono di una certa malattia.
Questo probabilmente permette ai ricercatori di esaminare i cambiamenti dello sviluppo, gli effetti ambientali cumulati e l'invecchiamento cellulare. Ma c'è stata anche una montatura giornalistica intorno, compresi test costosi di prodotti di consumo.
Sapere di più su come il nostro corpo invecchia e la possibilità allettante che in futuro potremmo essere in grado di fermare, o addirittura di invertire il processo, rende di grande interesse l'orologio epigenetico. Forse potremmo sviluppare farmaci per rallentare il processo.
In effetti, una scoperta recente, intrigante ma del tutto preliminare di Steven Horvath, professore di genetica umana dell'Università della California di Los Angeles, che ha sviluppato il concetto di orologio epigenetico, suggerisce che potrebbe essere possibile. Ma molti ricercatori rimangono scettici.
Informazioni mancanti
È importante ricordare che non ci sono prove che i cambiamenti nella metilazione del DNA usati nell'orologio epigenetico siano qualcosa di più che un sottoprodotto dell'invecchiamento. In realtà, essi potrebbero non determinare il nostro invecchiamento.
I campioni originali usati per lo sviluppo del modello di orologio sono stati presi prevalentemente da persone più giovani e non ne includevano molti da persone anziane. Dato quello che già sappiamo sui cambiamenti biologici che avvengono con l'avanzare dell'età, abbiamo voluto testare la precisione dell'orologio, in particolare all'estremità più vecchia dello spettro di età.
Gli studi di accelerazione dell'età devono tenere conto di questo, altrimenti rischiano di essere ingannati da qualsiasi fenomeno correlato all'età che sembra associato con la metilazione del DNA.
Osservando i dati sulle persone anziane provenienti da due grandi studi, uno eseguito in circa 90 cervelli post-mortem di anziani e l'altro nel sangue di quasi 1.200 persone di ogni età, siamo riusciti a paragonare due modelli di orologio epigenetico con i nostri risultati di metilazione del DNA.
La nostra analisi delle prestazioni degli orologi mostra che l'età epigenetica non si muove ad un ritmo costante per tutta la vita, e che ha caratteristiche diverse in tessuti diversi. Al contrario, l'orologio rallenta con l'avanzare dell'età, in particolare quando entriamo nella vecchiaia.
Abbiamo trovato la prova evidente che le età delle persone sono state sistematicamente sottostimate dall'orologio epigenetico, una volta che le persone avevano superato circa i 60 anni. Al momento, non sappiamo perché il cambio della metilazione del DNA rallenta in questo modo, o quali meccanismi ci sono dietro.
Sapevamo già che i cambiamenti di metilazione del DNA non sono lineari per tutta la durata della vita. L'orologio è stato aggiornato per tenere conto dei grandi cambiamenti in atto nell'infanzia e nell'adolescenza, per esempio. Con la quantità di dati attualmente disponibili, è possibile formulare orologi più dettagliati e precisi per tessuti specifici e per fascia di età.
Se saremo in grado di ridurre la discrepanza tra la metilazione del DNA e l'età cronologica, che cosa significherà veramente l'accelerazione dell'età? Se è diversa per le diverse parti del corpo, è probabile che sia legata ad un meccanismo centrale di invecchiamento?
In ultima analisi, il nostro lavoro mostra che i ricercatori devono stare attenti quando usano l'orologio epigenetico per stimare l'età delle persone. L'accelerazione dell'età sembra dipendere realmente dall'età e si deve prestare attenzione quando si interpreta qualsiasi associazione dell'accelerazione dell'età. Ad esempio, noi dimostriamo che sembra esserci un'accelerazione dell'età nell'Alzheimer, ma questa risulta essere un'illusione statistica prodotta dall'orologio che rallenta e dal fatto che l'Alzheimer è progressivo.
L'orologio epigenetico è uno strumento utile per i ricercatori, ma data la natura limitata del profilo di metilazione del DNA su cui si basa l'orologio, prenderlo al valore apparente potrebbe portare a risultati fuorvianti.
Fonte: Leonard Schalkwyk (Professore di Genetica Umana, Università dell'Essex) e Jonathan Mill (Professore di Epigenetica, Università di Exeter)
Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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