Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


C'è un legame tra fumo e demenza?

Secondo l'American Lung Association, il fumo è la principale causa di morte prevenibile negli Stati Uniti e causa oltre 480.000 morti ogni anno. Il fumo danneggia il cuore, i polmoni e il sistema vascolare, e causa o peggiora numerose malattie e condizioni.


Il legame tra il fumo e il rischio di morbo di Alzheimer (MA) o altra demenza è controverso da tempo, eppure, la maggior parte degli studi dimostrano che il cervello non è immune alle conseguenze a lungo termine del fumo pesante. È probabile che l'impatto diventi ancora maggiore con l'invecchiamento della popolazione e il continuo aumento della prevalenza del MA e della demenza.


Alcuni dei primi studi a esplorare il rischio di demenza tra i fumatori avevano concluso che il fumo diminuiva la probabilità di sviluppare il MA. Tuttavia, le revisioni hanno suggerito che questi studi erano alterati a causa delle connessioni dei ricercatori con l'industria del tabacco. Si è tratta la conclusione che se il fumo riduce il rischio di demenza in età avanzata, lo fa accorciando la vita.


Secondo il rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità Tobacco and Dementia del 2014, il fumo è un fattore di rischio della demenza e gli attuali fumatori hanno un rischio maggiore dal 30% al 75% di sviluppare la demenza rispetto ai non fumatori.


Inoltre, come menzionato nello stesso rapporto, anche l'esposizione al fumo di seconda mano può aumentare il rischio di demenza di oltre il 25%. Inoltre, i dati di uno studio di Barnes & Yaffe pubblicato su Lancet Neurology nel 2011 hanno suggerito che il 14% dei casi di MA potrebbe essere attribuito al fumo.


Una ricerca eseguita all'Università della Finlandia Orientale e all'Ospedale della Kuopio University in Finlandia ha mostrato che fumare più di due confezioni di sigarette al giorno tra i 50 e i 60 anni di età raddoppia il rischio di demenza più tardi nella vita. Ad esempio, il 25,4% dei partecipanti allo studio ha avuto la diagnosi di demenza in media 23 anni dopo. Inoltre, tra gli individui in quel gruppo di oltre 20.000 persone che avevano la demenza, 1.136 hanno avuto la diagnosi di MA e 416 hanno sviluppato in seguito la demenza vascolare.


Poiché il fumo è un fattore di rischio consolidato per gli ictus, può anche contribuire al rischio di demenza vascolare attraverso mezzi simili.


Degli studi hanno anche scoperto che il fumo contribuisce allo stress ossidativo e all'infiammazione, due componenti ritenuti significativi nello sviluppo del MA, e che il fumo influisce sullo sviluppo della demenza attraverso percorsi vascolari e neurodegenerativi.


I ricercatori hanno anche sondato ex fumatori per raccogliere dati sull'aumento del rischio di demenza. I risultati sono che gli ex fumatori, o gli individui che fumavano meno di mezzo pacchetto al giorno, non sembravano avere un aumento del rischio di demenza. Inoltre, le associazioni tra demenza e fumo non cambiano per razza o genere.


Il fumo è un fattore di rischio modificabile. Smettere di fumare è di potenziale beneficio per la salute del cervello e riduce il rischio di demenza. Si possono trovare anche in rete vari programmi per smettere di fumare.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.